Óscar Rodríguez Maradiaga

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Óscar Rodríguez Maradiaga

Óscar Rodríguez Maradiaga (1942 – vivente), arcivescovo cattolico honduregno.

Intervista di Gianni Cardinale, Mai come oggi abbiamo bisogno di miracoli, in 30Giorni, maggio 2002
  • Quelli sì che erano bei tempi, quando dirigevo il coro. È proprio vero quello che scrive sant'Agostino: chi canta, prega due volte. Anzi, oserei aggiungere: chi suona e canta bene, prega tre volte!
  • La cosiddetta "globalizzazione economica" non ha affatto ridotto il solco esistente tra Paesi ricchi e Paesi poveri. Anzi, lo ha aggravato.
  • Una globalizzazione che si riduce ai soli aspetti economici è una globalizzazione mutilata, che non tiene conto della situazione di povertà in cui vivono molti esseri umani.
  • I Paesi ricchi devono capire che chi emigra non lo fa per diletto ma perché è costretto, non ha scelta. Chi va a guadagnarsi da vivere in un Paese lontano non ruba l'impiego ad un locale, ma svolge lavori che nessuno vuol fare e spesso è sottopagato.
  • In generale credo che i sistemi possano essere buoni fino a quando non si assolutizzano, non diventano delle divinità. Allora perdono la loro caratteristica di strumenti, per arrivare ad essere degli idoli cui sacrificare le vite della povera gente.
  • Il neoliberismo deve essere relativizzato, e il criterio massimo di ogni politica economica deve essere la difesa di ogni essere umano e la protezione delle classi più povere.
  • Quando il mercato viene divinizzato, diventa una schiavitù.
  • Il capitale dei poveri è la salute.
  • La democrazia non arriva per dichiarazioni, né arriva per pressioni o embarghi; può arrivare attraverso il dialogo.
  • Noi tutti sappiamo che Ted Turner è apertamente anticattolico, ed è lui il padrone non soltanto della Cnn ma anche di Time Warner. Per non parlare degli altri quotidiani, come il New York Times, il Washington Post e il Boston Globe, che si sono resi protagonisti di quella che non esito a definire una persecuzione contro la Chiesa.
  • La pedofilia è una malattia ed è giusto che chi ha questa malattia debba lasciare il sacerdozio.

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