Abdellah Taïa

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Abdellah Taïa

Abdellah Taïa (1973 – vivente), scrittore e regista marocchino.

Citazioni di Abdellah Taïa[modifica]

  • Nel momento in cui la legge marocchina afferma che un cittadino omosessuale è un criminale, autorizza gli altri cittadini a maltrattare gli omosessuali. I linciaggi sono la continuazione del silenzio del potere: evitando di condannare le aggressioni, i responsabili in pratica le incoraggiano. La reazione sociale è legata al potere. Bisogna cambiare prima la legge per cambiare le mentalità [...] La gente si appoggia alla religione per legittimare l’omofobia, però questo male è fondamentalmente politico.[1]

Citazioni su Abdellah Taïa[modifica]

  • Abdellah Taïa si è esiliato in Europa per timore di essere aggredito fisicamente da qualche fanatico. Sua madre aveva appreso con sgomento che il figlio non si sarebbe mai sposato, né mai le avrebbe dato dei nipotini; era affranta per la vergogna e il timore dei commenti di parenti e vicini. Ma Abdellah Taia aveva scelto, come ha detto lui stesso, «la via della libertà» e doveva «percorrerla fino in fondo». (Tahar Ben Jelloun)
  • Poi, nel 2005 Abdellah Taïa, nato a Rabat nel 1973, dà alle stampe il racconto «Le Rouge Tarbouche», in cui parla della sua omosessualità senza giri di parole; e la rivendica a pieno titolo nel romanzo «L' armée du Salut» (L' esercito della salvezza) pubblicato un anno dopo da Edition du Seuil (Parigi). La stampa marocchina se ne occupa per giudicarlo in termini per lo più spregiativi, scrivendo ad esempio: «Si è prostituito per piacere all' Occidente»; oppure: «A parlare non è lui, ma il suo posteriore»; o ancora: «Lo pubblicano e ne parlano solo perché è omosessuale». (Tahar Ben Jelloun)

Note[modifica]

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