Acquedotto romano

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Roma: resti dell'acquedotto Claudio

Citazioni sull'acquedotto romano.

  • Anche se in altre città, l'approvvigionamento idrico non era così ricco come a Roma, in epoca imperiale era comunque dato per scontato che vi fossero acquedotti quasi ovunque. Erano in genere le municipalità a finanziare la dispendiosa costruzione di condutture; spesso vi erano però privati che elargivano somme elevate e si lasciavano erigere dai concittadini monumenti quale ringraziamento per la loro generosità. Anche l'imperatore partecipava in genere sovvenzionando o "donando in toto" un acquedotto. (Karl-Wilhelm Weeber)
  • Come della strada, l'architettura romana si fece gloria di un'altra costruzione di utilità pubblica, dell'acquedotto. A servigio di esso pose uno dei suoi elementi caratteristici: l'arco, che nello stesso tempo fu snello sostegno, superò i salti del terreno e regolò la pendenza del decorso. Con la cloaca e con la strada poteva l'acquedotto essere considerato nell'antichità uno dei tre monumenti che manifestavano la potenza e la magnificenza romana. E gli acquedotti di Roma ancor più che una meraviglia della città potevano essere vantati tra le meraviglie del mondo. (Alessandro Della Seta)
  • I più grandi e i più celebri degli acquedotti romani, i cui archi ancora scavalcano la campagna dai Colli Albani fino a Porta Maggiore, furono costruiti tra il 47 e il 52 d.C. da Claudio e terminati dopo il 54 da Nerone. [...].
    Si può stimare il volume di acqua distribuito a Roma dalla rete ufficiale, verso la fine del I secolo, intorno a 992.000 metri cubi in 24 ore. (Pierre Grimal)
  • La rete complessiva degli acquedotti romani misurava oltre 500 chilometri e la quantità dell'acqua potabile che affluiva giorno dopo giorno a Roma ammontava come minimo a 500.000 metri cubi, [...]. Presupponendo realisticamente che la popolazione ammontasse a circa 1 milione di abitanti, ciò comportava statisticamente un'offerta pro-capite di acqua di circa 500 litri, valore che sarà raggiunto nuovamente solo nel XX secolo, e certo non ovunque. (Karl-Wilhelm Weeber)

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