Albert Soboul
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Albert Soboul (1914 – 1982), storico francese.
Storia della rivoluzione francese
[modifica]- La rivoluzione inglese, se ci atteniamo ai risultati generali, giocò nella storia d'Inghilterra un ruolo equivalente a quello che la Rivoluzione francese giocò in Francia. Non solo ha sostituito una monarchia assoluta in potenza con un governo rappresentativo ma non democratico e messo fine alla dominazione esclusiva di una chiesa persecutrice, ma ha anche largamente dissodato la strada allo sviluppo del capitalismo. [...]
La rivoluzione inglese fu però meno radicale di quella francese: per riprendere un'espressione di Jaurès nella sua Histoire socialiste, restò «borghese in senso stretto e conservatrice» in confronto alla francese, «borghese in senso lato e democratica». (Introduzione generale, pp. 57-58)
- La Costituzione britannica riconosceva non i diritti dell'uomo ma quelli degli inglesi: alle libertà inglesi manca l'universalismo. (Introduzione generale, p. 59)
- Dopo il 1815 e la caduta di Napoleone la Rivoluzione francese non perse il suo prestigio. Con il tempo essa apparve come figlia insieme della ragione e dell'entusiasmo. Una potente forza emotiva si legò al suo ricordo; la presa della Bastiglia rimase il simbolo dell'insurrezione popolare contro il dispotismo; la Marsigliese il simbolo della lotta per la libertà e l'indipendenza. Al di là del romanticismo rivoluzionario, la sua seduzione ideologica non è meno forte: la Rivoluzione francese si propone come un immenso sforzo per fondare la società su basi razionali. (Introduzione generale, p. 65)
- Se studiamo il pensiero dei più illustri fra i montagnardi e i giacobini, Danton e Marat, vediamo come essi non abbiano concepito, sia pure a diversi livelli, un sistema sociale preciso. Danton predicava contro la ricchezza e gli abusi che derivavano dall'ineguaglianza ma erano mere dichiarazioni, anche se sincere. A Marat si è attribuito qualcosa di più. Il suo pensiero sociale fu più radicale ma egli non fu mai il feroce predicatore della legge agraria che i suoi nemici presentarono alla storia per spaventare i possidenti. (Parte prima, II, p. 125)
- Per primo, durante la Rivoluzione [francese], Babeuf superò la contraddizione con la quale si erano scontrati tutti gli uomini e i movimenti votati alla causa popolare, fra l'esigenza del principio di eguaglianza e del diritto all'esistenza da una parte, l'affermazione dei principi della proprietà privata e della libertà economica dall'altra. Col pensiero e con l'azione egli precorse il suo tempo e fu l'iniziatore di una società nuova, non senza un lungo e doloroso cammino attraverso la Rivoluzione e anche più sotto i colpi della reazione sociale e politica che seguì il 9 termidoro[1]. (Parte prima, II, p. 133)
- L'importanza del babeuvismo e della Congiura degli Eguali può essere misurata solo sulla scala del XIX secolo. Nella storia della Rivoluzione [francese], e più precisamente del Direttorio, essi costituirono solo un episodio che modificò l'equilibrio politico del momento ma senza risonanza profonda. Tuttavia per la prima volta l'idea comunista si era trasformata in forza politica. Da qui l'importanza di Babeuf, del babeuvismo e della Congiura degli Eguali alle origini della storia del socialismo. (Parte prima, II, pp. 140-141)
- [Maximilien de Robespierre] Preveggente e coraggioso [...], eloquente e disinteressato, l'Incorruttibile (il solo uomo della storia francese ad aver meritato questo titolo) godeva della fiducia dei patrioti. Attaccato ai principi, sapeva piegarli alle circostanze e agire da uomo di stato. (Parte seconda, II, p. 327)
Note
[modifica]- ↑ Il 27 luglio (9 termidoro) 1794 una parte dei componenti del Comitato di salute pubblica si sollevò contro Robespierre e i suoi più stretti alleati.
Bibliografia
[modifica]- Albert Soboul, Storia della rivoluzione francese (La révolution frainçaise), traduzione di Maria Grazia Meriggi, BUR Supersaggi, Milano, 20062.
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