Alfonso Varano

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Alfonso Varano

Alfonso Varano (1705 – 1788), poeta e drammaturgo italiano.

Visioni sacre e profane[modifica]

  • Colà, dove Aquilon serba i ridutti | gelidi venti, che poi scioglie irato | contra le selve annose e i salsi flutti, || dal polo fin dell'oriente al lato | con luce di sanguigno ardor feconda | si tinse il taciturno aere stellato; || tal che dell'Eridàn presso alla sponda | ne rosseggiàro al ripercosso lume | gli uomin, le navi, i tronchi, e l'erbe, e l'onda. || Mentre seguendo il nuovo suo costume | ardea purpureo il ciel, gli apparve al lembo | un, che l'aure inondò, ceruleo fiume; || e dall'azzurro e dal vermiglio grembo | rai ne sgorgàro or agitati, or cheti, | e ondeggiamenti del focoso nembo, || e globi, che splendean come pianeti, | e lucide corone, ed archi, e liste, | e argentee volte, e pescarecce reti. || Ben conobb'io nel meditar le viste | fiamme dipinte, e con mirabil' arti | raccolte da Natura, e fra lor miste, || che i sottili nitrosi efflussi sparti | dal gelo acuto per gli aerei campi | salìr del zolfo ad irritar le parti || dal sole attratte, quando avvien, che avvampi | alto del Cane sotto l'ignea stella, | e allor scoppiàro in color varj e in lampi. || Sparìa, poi riaccendeasi ogni facella; | ed era or l'ostro illanguidito, ed ora | fea di vivo fulgor mostra novella. (da visione VI, Per la morte della serenissima Marianna, vv. 37-66)
  • Era tranquillamente azzurro il mare; | Ma sotto a quella balza un sordo e fisso | Muggito fean le spumanti acque amare; | Che un fiume, cui fu dal pendìo prefisso | Cieco sotterra il corso, ivi formava | Co' moti opposti un vorticoso abisso. (da Per la morte di Bonaventura Barberini)
  • [...] giunsi in aperto piano, in cui senz'arte | stendeasi ricco di germoglj un prato. || Il vasto loco pien di vario-sparte | folte erbette, che nulla arbor, né fratta | con intralciati rami ingombra, o parte, || dolce allargommi il cor, cui sembra intatta | a par del guardo aver sua libertate | l'immenso avidamente a scorrer atta. || Qui nel varco di quelle a fior smaltate | piagge il fianco posai sotto rugoso | olmo d'opache insiem foglie intrecciate, || ove il puro aere, il rezzo ed il riposo | grato a stanchezza invogliò più l'ingorda | vista a vagar per l'ampio strato erboso. || [...] Scorrea la morbidissima verzura | Favonio, cui son le odorate rose, | e i molli gigli amica e facil cura, || e quelle umìli piante e rugiadose | piegando intenerìa colla diffusa | aura le fibre lor sotterra ascose; || mentre il passero grigio, e la delusa | spesso da' rai degli aggirati specchi | lodola, e all'arduo vol la rondin usa || aleggiando scegliean i levi stecchi | per tesser nido alla futura prole | di molle creta, e di sermenti secchi: || il suolo, ove arator non mai si duole, | che a fecondarne i germi indarno ei sudi, | di cui cultor è con Natura il sole, || sì adescato m'avean, che a me que' rudi | campi s'offrìan leggiadramente ameni | più assai de' colti co' più eletti studi. (da visione X, Trionfo della Provvidenza divina sopra l'Angelo della morte, vv. 14-27, 37-54)
  • Lento io movea, perché un pensier soave | Spesso mi rivolgea verso il bel colle, | In cui più del salir la scesa è grave. | Pareami novi fior sul gambo molle | Tremolar dolce, e di vaghezze nove | Quelle vestir non mai sfornite zolle. (da Per la morte di Bonaventura Barberini)
  • Mente, che spazia | In corpo fral, non cape i sensi eletti | Di chi nel centro del saper si sazia. (da Per la morte di Bonaventura Barberini)
  • Natura in ciascun opra sua beltà racchiude. (da Per la morte del cardinale Cornelio Bentivoglio)
  • Oimè ! che immago è questa ? Ahi! che s'aggira : | Caliginoso intorno al sole ammanto, | La terra e l'aria orrore e morte spira. | Egli [Gesù Cristo] alto in Croce, | Ella [Maria (madre di Gesù)] alla Croce accanto; | Trafìtti ambo, un da chiodi, una d'affanno; | Gronda il Figlio di sangue, Ella di pianto. (da Per la morte della serenissima Marianna arciduchessa d'Austria)

Citazioni su Alfonso Varano[modifica]

  • A me sonerà sempre caro ed insigne il nome di Alfonso Varano, perché da lui segnatamente, a quello che io giudico, s'iniziò il corso della poesia moderna italiana ; e forse la patria non gli si mostra ricordevole e grata quanto dovrebbe. (Terenzio Mamiani)
  • Chi trovasse non poca similitudine tra la mente del Varano e quella del Young, credo che male non si apporrebbe. Anime pie e stoiche ambidue, e dischiuse non pertanto agli affetti gentili, diffondono ne' lor versi un religioso terrore e un' ascetica melanconia che nell'Inglese riescono cupi, inconsolati e monotoni, e nell'Italiano s'allegrano spesso alla vista del nostro bel sole, e dai pensieri del sepolcro volano con gran fede alla pace e serenità della gloria immortale. (Terenzio Mamiani)
  • Varano poi insieme col Gozzi restituì alla Divina Commedia il debito culto; il Gozzi con li scritti polemici, egli con la virtù dell' esempio; ed ebbe arbitrio di dire a Dante ciò che questi a Virgilio : Tu séi lo mio maestro e il mio autore. Se non che il cantore delle Visioni chiuse e conchiuse l'intero universo nel sentimento della pietà e nei misteri del dogma, e non ben seppe imitare del suo modello la nervosa brevità e parsimonia, la varietà inesauribile e la peregrina eleganza. (Terenzio Mamiani)

Bibliografia[modifica]

  • Alfonso Varano, Opere scelte, Visioni sacre e profane, Società Tipografica de' Classici Italiani, Milano 1818.

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