Alfredo Pedullà

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Alfredo Pedullà (2018)

Alfredo Pedullà (1964 – vivente), giornalista italiano.

Citazioni di Alfredo Pedullà[modifica]

  • [«Quanto è cambiato il mondo del giornalismo?»] È cambiato radicalmente, si è ribaltato e in qualche caso è peggiorato. Ai miei tempi c'era un culto e un modo diverso di fornire le notizie, adesso con l'era di internet è un giornalismo più consumistico, se dovessi darti un aggettivo direi che è cambiato in modo totale.[1]
  • [Sul calciomercato] [...] le trattative vanno chiuse quando durano 7 mesi, perché altrimenti sembrano chiacchiere anche le mie, malgrado conferme totali. E a me dispiace molto...[2]

Te lo do io lo scoop[modifica]

  • Maurizio Zamparini è un presidente diretto: non parla a vanvera, fa la fortuna dei giornalisti perché è il principale nemico delle frasi banali. Con una dichiarazione potresti costruirci due pagine o un'intera trasmissione televisiva. Quando è in vena, e spesso lo è, va talmente a ruota libera che sarebbe il caso di scritturarlo in esclusiva: un'intervista a settimana alzerebbe la tiratura di qualsiasi quotidiano o mensile. (cap. Zamparini, vulcano sempre acceso, p. 17)
  • Chiacchierato, odiato o amato senza via di mezzo: questo è Zdenek Zeman, l'allenatore che ha fatto discutere molto per alcune esternazioni extracalcistiche. Zeman non sfugge alla regola: o lo accetti, in tutto e per tutto, oppure lo detesti senza pensarci su un attimo. (cap. L'incontro con Zeman, p. 25)
  • La lealtà è la prima cosa, una virtù indispensabile che dovrebbe essere tenuta in altissima considerazione. Non può esserci notizia, pur importantissima, in grado di alterare rapporti consolidati dal tempo. A me è successo in diverse occasioni: quante volte mi hanno detto «lo sai soltanto tu, ma ti prego di non scriverlo, la semplice ipotesi rischierebbe di farmi saltare la trattativa». Quel «lo sai soltanto tu» diventa spesso un'arma a doppio taglio, un potenziale — pericolosissimo — boomerang. Lo sai, ma non puoi scriverlo; se non lo scrivi, il rischio (forte) è che lo scriva qualche altro. Più passano i giorni e più sei assalito dal tormento, dal rimpianto, dai dubbi, dagli scrupoli. Insomma, una situazione da strizza-cervello. (cap. Zac e il segreto Milan, p. 31)
  • Gli allenatori "sequestrati" sono quelli che, pur in presenza di un contratto con le rispettive società, hanno deciso di andar via. Eppure non vengono liberati. Per un cavillo, una ripicca e per tantissimi altri motivi. Gli allenatori sequestrati sono quelli che, al momento di firmare il famoso e impegnativo lungo contratto, non sanno né possono sapere che molto presto si pentiranno. Perché arriverà un'offerta migliore, superiore. Oppure perché si guasterà il rapporto con il presidente tal dei tali [...]. Sono storie che diventano godibili romanzi di calcio mercato: piacciono ai lettori, hanno sviluppi clamorosi, vanno vissute giorno per giorno perché nascondono sorprese sempre più gustose. Quasi come un serial televisivo: colpi di scena dietro l'angolo. (cap. Ventura-Rossi, gli allenatori sequestrati, p. 44)
  • Gli addetti ai lavori sono spesso restii a dare notizie ai giornalisti prima che una trattativa diventi ufficiale: il fatto di scriverla quando è sicura soltanto all'80 per cento la rende vulnerabile e quindi aumentano le possibilità che salti. A maggior ragione se uscisse su un quotidiano, oppure se venisse lanciata nei dettagli da una trasmissione sportiva. Mancherebbero le fonti attendibili se non si lavorasse all'interno del famoso perimetro (società, procuratori, giocatori interessati) con scrupolo e soprattutto dopo aver coltivato rapporti nei minimi dettagli. Se sei fuori da quel famoso perimetro, difficilmente avrai una notizia in anteprima: al massimo dovrai accontentarti di un comunicato ufficiale [...]. Ma quale sarebbe il gusto? [...] No, un cronista di calcio mercato non potrebbe essere soddisfatto: ci sarebbero i margini per ritirarsi e spegnere definitivamente il computer. (cap. Zarate, un lampo nella notte, pp. 70-71)
  • Chi lo conosce bene regala il seguente manifesto di Walter [Mazzarri]: gran lavoratore, vive per il calcio, la tattica è la sua passione, qualsiasi cosa studiata al millimetro, così pignolo e preciso che quasi quasi respingeresti al mittente il suo modo di interpretare la professione ventiquattro ore su ventiquattro. (cap. Gli scoop e la lite con Mazzarri, pp. 73-74)

Note[modifica]

  1. Dall'intervista di Massimo Corsano, L'intervista ad Alfredo Pedullà, vanovarava.it.
  2. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 18 luglio 2022.

Bibliografia[modifica]

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