Anchise
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Anchise, personaggio della mitologia greca.
Citazioni di Anchise
[modifica]- Eterno, onnipotente | Signor, s'umana prece unqua ti mosse, | vèr noi rimira, e ne fia questo assai. | Ma se di merto alcuno in tuo cospetto | è la nostra pietà, padre benigno, | danne anco aita; e con felice segno | questo annunzio ratifica e conferma. (libro II)
- In atto d'accoglienza: O figlio, disse | dolcemente piangendo, io pur ti veggio, | pur sei venuto, ha pur la tua pietade | superati i disagi e la durezza | di sì strano viaggio. Ecco m'è dato | di veder, figlio, il tuo bramato aspetto, | e sentirti e parlarti. Io di ciò punto | non era in forse, e sol pensava al quando, | contando i giorni. Oh dopo quanti affanni, | dopo quanti perigli, e quanti storpii | e di mare e di terra io ti riveggio! (libro VI)
- Primieramente il ciel, la terra e 'l mare, | l'aër, la luna, il sol, quanto è nascosto, | quanto appare e quant'è, muove, nudrisce | e regge un, che v'è dentro, o spirto o mente | o anima che sia de l'universo; | che sparsa per lo tutto e per le parti | di sì gran mole, di sé l'empie, e seco | si volge, si rimescola e s'unisce.[1] (libro VI)
- Vedi colà quel giovinetto ardito | che su quell'asta pura il braccio appoggia? | Quegli a la luce è destinato in prima, | primo che di Lavinia in Lazio avrai | figlio postumo a te già d'anni grave, | ch'alfin da lei fuor de le selve addutto, | re sarà d'Alba, e degli albani regi | autore e padre: e Sílvi dal suo nome | fian tutti i nostri, che da lui discesi | ivi poscia gran tempo imperio avranno. (libro VI) [su Silvio]
- Bruto, consol primiero, e quei suoi fasci | e quelle accette ond'ei, padre crudele, | de la patria buon figlio, i figli suoi | per l'altrui bella libertate ancide. (libro VI)
- Vince il publico amore, e 'l gran desio | d'umana lode in lui l'affetto interno | de la natura e del suo sangue stesso. (libro VI) [su Lucio Giunio Bruto]
- Ma voi, Romani miei, reggete il mondo | con l'imperio e con l'armi, e l'arti vostre | sien l'esser giusti in pace, invitti in guerra; | perdonare a' soggetti, accòr gli umíli, | debellare i superbi.[2] (libro VI)
- Miserabil fanciullo! Così morte | te non vincesse, come invitto fòra | il tuo valore, e come tu, Marcello, | non men de l'altro, eroica vertute | e più splendore e più fortuna avesti![3] | Datemi a piene mani ond'io di gigli[4] | e di purpurei fiori un nembo sparga, | che, se ben contro al già fisso destino | m'adopro invano, almen con questi doni | l'ombra d'un tanto mio nipote onori. (libro VI)
Citazioni su Anchise
[modifica]- E 'n su la punta | giunti di Lilibeo, tosto girammo | le sue cieche seccagne, e 'l porto alfine | del mal veduto Drepano afferrammo. | Qui, lasso me! da tanti affanni oppresso, | a tanti esposto, il mio diletto padre, | il mio padre perdei. Qui stanco e mesto, | padre, m'abbandonasti: e pur tu solo | m'eri in tante gravose mie fortune | quanto avea di conforto e di sostegno. | Oimè! che indarno da sì gran perigli | salvo ne ti rendesti. (Enea: Publio Virgilio Marone, Eneide)
- E Trapani, ove fu di vita spento | l'antichissimo Anchise, i suoi non cela. (Torquato Tasso)
- La stanza dove scrivo ha nella volta la storia di Anchise salvato da Enea, l'incendio di Troia. E guardo quelle figure ch'empirono di strani sogni la mia infanzia. Le ore suonano al campanile di mattone. (Gabriele D'Annunzio)
Note
[modifica]- ↑ Cfr. Mens agitat molem su Wikipedia.
- ↑ Cfr. Parcere subiectis et debellare superbos su Wikipedia.
- ↑ Cfr. Tu Marcellus eris su Wikipedia.
- ↑ Cfr. Manibus date lilia plenis su Wikipedia.
Voci correlate
[modifica]- Enea – figlio