Ancona

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Citazioni su Ancona.

  • Ad Ancona bisogna arrivarci alle tre del pomeriggio, e con il sole. La città sembra allora una zebra; strisce fonde e scure di vicoli si alternano con fasce abbaglianti e trasversali. Un paio di finestre dal riflesso stralucente fanno gli occhi. Poi se passa una nube, la zebra si muta in un cammello inginocchiato, e si aspetta di vederlo alzare da un momento all'altro, col baldacchino di San Ciriaco sulla gobba, il santo che si sporge vestito di rajah. (Dino Garrone)
  • Ancona, comune della Repubblica Italiana, deve la sua origine ad antiche civiltà cresciute attorno al suo porto naturale; vive protesa verso il mare; partecipa attivamente e senza spirito di dominio alle vicende del territorio circostante. (Art. 1 comma 1 dello statuto comunale[1])
  • Bada che Ancona, a qui, è bel'un bel po'! | Guarda che panorama che se vede, | coi campi, i monti, el mare de lagió!... | Pure, che sia coscì, non ce se crede. (Palermo Giangiacomi)
  • Io guardo 'sta cruceta sbuzolosa | cun 'st'anima gentile; cià qualcosa | del caratere nostro anconità; | rozo de fora, duro, un po' vilà | ma drento bono, un zuchero, 'n'amore,... | ché nun conta la scorza, conta el core. (Eugenio Gioacchini)
  • L'Ancon dorica, nei secoli esperta di resistere e di patire, saprà certamente ritrovare nel suo mare, spesso troppo amaro, le sorgenti della sua vita. (Mario Natalucci)
  • La città di Ancona è di origine ellenica, e la fondarono i Siracusani che fuggivano la tirannia di Dionigi. Sta sopra un promontorio che volgendosi a settentrione ne forma il porto; ed è molto abbondevole di vino e di frumento. (Strabone)
  • Per le strade non si cammina; ci si arrampica. Sono scale di corda e sartiami, sinché, è inutile, vi ritroverete sul piazzale di San Ciriaco come sulla coffa dell'albero più alto. (Dino Garrone)

Note[modifica]

  1. Statuto di Ancona dal sito del Ministero dell'Interno

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