Andrea Busiri Vici
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Andrea Busiri Vici (1818 – 1911), architetto italiano.
Le torri campanarie della Basilica Vaticana nel secolo XVII
[modifica]- [...] non sarà discaro ricordare le vicende invidiose di alcuni altri celebri artisti prima e dopo il secolo XV e tra questi l'invidiosissimo pittore fiorentino Andrea del Castagno, che giunse a colpire a morte Domenico Veneziano, perché con le sue pitture aveva incontrato il genio dei fiorentini. (Introduzione, p. 8)
- A tutti [...] son note le fiere persecuzioni di Domenico Zampieri cagionateli dall'invidia dello Spagnoletto che giunsero a segno da farlo fuggire da Roma, nel colmo dell'estate, abbandonando la moglie, la famiglia e le sostanze; e lavorando in Napoli giunsero fino a corrompere il muratore che le preparava la colla a fresco per cui cadde subito la pittura! (Introduzione, p. 8)
- Presso gli antichi i Crotali erano pezzi di maiolica, di legno o di bronzo che si battevano con le mani, ovvero canne spaccate che facevano uno strepito simile a quello delle castagnette, che usavansi dalle donne nei funerali; il suono dei Crotali è simile a quello che fa col suo becco la Cicogna, da dove deriva che gli antichi a quest'uccello davano l'epiteto di Crotalistria ed Aristofane chiama Crotale un parlatore. (Parte prima, p. 13)
Roma sparisce
[modifica]- In oggi non meno che nei tempi antichi è celebre questa strada [la romana via del Corso] resa più delle altre magnifica, non solamente da molti superbi edificj che le fanno grandioso e nobile ornamento, ma ancora dalle sontuose e vaghe feste che vi si celebrano, come della celebre corsa dei barberi nei giorni di Carnovale, e dell'ingresso solenne con cavalcata che facevano i novelli cardinali mentre abitavano fuori di Roma e venivano a prendere il cappello cardinalizio; non che parimenti dell'entrata pubblica degli ambasciatori stranieri a questa Corte Pontificia. Nelle quali occasioni vi concorreva con maggior pompa una infinità di persone di ogni rango, e da ambedue le parti della medesima via tutte le fenestre e balconi ornati di ricche e belle tappezzerie formando un vago e magnifico spettacolo, forse non inferiore a quelli degli antichi Romani. (p. 12)
- Nella Piazza di Spagna la fontana con acqua di Trevi fattavi da Gregorio XIII che la distribuì in diverse piazze di Roma, aveva una più grande vasca che il cardinale Farnese levò per adornare la piazza del suo palazzo ed accompagnare quella già levata alla piazza di Venezia. Resta ora la bizzarra fontana [della Barcaccia] fatta d'ordine di Urbano VIII, del cavalier Bernino rappresentante una nave in acqua. (pp. 13-14)
- [Nella corsa dei barberi] Correvano vecchi e fanciulli, giovani, ebrei, cavalli, asini e bufali; ora la celebre corsa romana sparita è composta di soli cavalli e cavalle e nello stesso luogo dove terminava si faceva la ripresa de' barberi, nel quale straordinario e graditissimo spettacolo unico nel suo genere artistico, assisteva il Governatore di Roma con i Conservatori del Campidoglio.
Per evitare poi ogni tumulto che in tale occasione poteva sorgere restava schierata in questa piazza una compagnia di corazzieri pontificj, e soldati a piedi come in altre parti del Corso erano bene distribuiti per il medesimo effetto.
Era tutto così bene regolato, che in un periodo di secoli giammai doverono deplorarsi le frequenti disgrazie che avvengono all'epoca presente per le automobili e ciclisti ammessi tutto l'anno in ogni parte della città da quei stessi che hanno fatta sparire la corsa! di soli otto giorni! (p. 14)
Bibliografia
[modifica]- Andrea Busiri Vici, Le torri campanarie della Basilica Vaticana nel secolo XVII, G. Civelli, Roma, 1899.
- Andrea Busiri Vici, Roma sparisce Memorie istoriche archeologiche del popolo romano, [sn], Roma, 1907.
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