Andrea De Litio

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Andrea De Litio o Delitio o Delisio (1420 circa – 1495 circa), pittore italiano.

Citazioni su Andrea De Litio[modifica]

  • [Gli affreschi del Coro della Cattedrale di Atri] Un pittore raro, che quasi non si vede quasi da nessun'altra parte [...] il Delitio [...] ha l'attaccamento tenace al passato e quasi direi una transumanza nel futuro. [...] un artista così interiormente bizzarro che deliba la nuova pittura rinascimentale e si rispecchia quella gotica divertendosi con cani che ringhiano, gatti che saltano nel bel mezzo di scene solenni della vita di Maria.
    L'artista non è solo bizzarro è soprattutto pieno di fantasia e ogni aspetto del reale diviene per lui uno spunto narrativo a sé [...]. È così naturalmente arcaico, proprio perché parla due lingue contemporaneamente, proprio perché pensa in gotico e parla in stile del Rinascimento. Donde una pittura che non potrebbe essere più saporosa, certamente affine a quella di alcuni grandi senesi, come il Sassetta, di cui sembra di cogliere l'eco perfino in certe fogge muliebri, e che al solito risospingono la datazione assai più in alto di quel che è verosimile.
    Ma nessuno pensi che si tratti di un semplice fenomeno di ibridazione provinciale; componendo il suo centerbe di gotico e di Rinascimento, di umbri e di senesi, di marchigiani e di fiorentini, Andrea Delitio sa benissimo quello che fa: il suo impegno è quello di assecondare tutti e di non impegnarsi con nessuno, sguscia dalle mani come fosse insaponato, si intrufola in tutti i buchi, stramazza e si rialza più fresco di prima, e sempre con un'aria che è insieme furba e angelica: «Eccomi – dice – sono qui, non chiedetemi d'essere quel che non sono, ma non mi prendete neppure per quello che sembro, io sono sempre un po' al di là della linea che traccio, dentro e fuori da questo cerchio fatato della pittura; e quando racconto forse non so neppure quel che racconto, ma ci metto dentro tutte le cose che trovo sottomano: il gatto, il cane, l'asinello, la mia felicità agreste raccattata come si colgono i fiori sul ciglio di un precipizio». (Cesare Brandi)

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