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Anton Giulio Mancino

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Anton Giulio Mancino

Anton Giulio Mancino (1968 – vivente), critico cinematografico e saggista italiano.

Enciclopedia del cinema

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  • [Su Patricia Neal] Alta e bionda, espressione, di una femminilità affascinante e spigolosa, ha interpretato donne tenaci, intellettuali e sofisticate. (NEAL, Patricia)
  • [Su Judy Garland] Assieme a Marilyn Monroe fu una delle vittime emblematiche del sistema hollywoodiano, che la promosse appena adolescente al rango di star, trasformandola suo malgrado in una delle più eccentriche e interessanti icone dell'immaginario cinematografico e musicale. L'aspetto disarmonico e ambiguamente androgino, la fragilità caratteriale, l'espressione perennemente smarrita o imbarazzata, ma anche la voce sicura, impostata e coinvolgente, le conferirono un'aria, a seconda dei casi, trasognata o tragica, puerile o disfatta, romantica o prostrata, goffa o cordiale. E se nei film interpretati traspare talvolta l'incertezza dell'attrice nei momenti più prosaici, ciò che fondamentalmente emerge è l'assoluta sicurezza che sempre la caratterizza nelle esibizioni musicali. (GARLAND, Judy)
  • [Su Eleanor Parker] Avvenente e grintosa, negli anni Quaranta e Cinquanta Hollywood seppe sfruttare la sua bellezza, ora aggressiva ora tormentata, facendole interpretare, sia nelle commedie sia nei film drammatici, personaggi connotati di volta in volta da gentilezza e spirito di sottomissione, ma anche da inaspettata forza e fiera altezzosità. (PARKER, Eleanor)
  • [Su Veronica Lake] Con lo sguardo magnetico, gli zigomi pronunciati, il volto emblematicamente celato in parte da una lucente capigliatura bionda che lanciò una moda, la figura minuta e aggraziata, la L. ha lasciato un segno inconfondibile nella storia del divismo hollywoodiano. Bravissima nel rappresentare il lato oscuro e intrigante della femminilità così come l'abbandono romantico e la dedizione assoluta all'amore [...]. (LAKE, Veronica)
  • [Su Linda Darnell] Dotata di una bellezza conturbante e aggressiva, la D. interpretò spesso donne volitive e sicure di sé, in grado di valorizzare al meglio le sue capacità espressive, anche se talvolta fu costretta in ruoli eccessivamente stereotipati. (DARNELL, Linda)
  • [Su Claude Rains] Esordì sul grande schermo a quarantaquattro anni e, pur senza ottenere quasi mai ruoli principali, divenne ugualmente, tra gli anni Trenta e Cinquanta, uno dei più significativi e inconfondibili interpreti di opere di vario genere, dal film d'avventura al fantastico, da quello storico al melodramma, dal bellico-propagandistico alla commedia. Nonostante la bassa statura e la scarsa avvenenza, furono l'aspetto aristocratico, lo sguardo insinuante, vigile e infido, la voce ben impostata e la dizione suadente a conferirgli un'aria altera, destinata a tradursi quasi sempre in sinistra ambiguità oppure, nei rari personaggi positivi interpretati, in maturità disincantata ma rassicurante. (RAINS, Claude)
  • [Su Miriam Hopkins] Fu una delle interpreti preferite da Ernst Lubitsch, che ne apprezzò il fascino ora languido ora aggressivo, particolarmente consono alle trame maliziose e alquanto amorali dei suoi film dei primi anni Trenta. Si conquistò un ruolo di primo piano nella commedia sofisticata, che mantenne per un decennio, senza però assurgere al rango di star, pur avendone le qualità e il carisma necessari, come dimostrano in particolare le parti da comprimaria che interpretò per Rouben Mamoulian, William Wyler e Howard Hawks. (HOPKINS, Miriam)
  • [Su Alan Ladd] Grazie a una recitazione rarefatta, austera e mai esibita, disegnò personaggi segretamente afflitti ma esteriormente saldi, impassibili e laconici, riuscendo a imporre una tipologia fondamentalmente positiva di eroe introverso e complesso, caratterizzato dal fisico minuto e dallo sguardo fisso e attento. (LADD, Alan)
  • [Su Betty Grable] Grazie al sorriso ammaliante, al fisico prosperoso e soprattutto alle splendide gambe, talmente "preziose" che la 20th Century-Fox decise di farle assicurare presso i Lloyds di Londra, ma anche alla rigorosa professionalità con cui riuscì a sopperire in gran parte alle non eccelse qualità di attrice, la G. si affermò nel panorama cinematografico hollywoodiano degli anni Quaranta. Nel drammatico periodo della Seconda guerra mondiale, in cui divenne un'icona per i soldati statunitensi in virtù dell'immagine che la ritraeva nella famosa posa da pin-up, la bionda G. raggiunse il massimo fulgore. (GRABLE, Betty)
  • [Su Carole Lombard] La voce ben modulata, la disinvoltura nel pronunciare battute fulminanti e il portamento elegante permisero alla bionda L., affascinante e spiritosa nell'aspetto, intensa e pungente nello sguardo, di diventare la migliore interprete delle commedie sofisticate degli anni Trenta e dei primi anni Quaranta, una delle quali, My man Godfrey (1936; L'impareggiabile Godfrey) di Gregory La Cava, le valse l'unica candidatura all'Oscar della sua breve ma intensa carriera. Fu tuttavia anche raffinata e misurata interprete di melodrammi. (LOMBARD, Carole)
  • [Su Judy Holliday] Nel corso della sua breve ma memorabile carriera fu soprattutto il regista George Cukor a valorizzarne le qualità di interprete brillante, dalla voce vagamente stridula e infantile, dal sorriso smarrito e dall'aspetto comune, innocente e all'apparenza sottomesso, che la rendevano ideale per interpretare ruoli di ragazza fragile e svampita, capace comunque di sorprendere i partner maschili o l'ambiente sociale circostante con insospettabili doti celate dietro la singolare aria svagata. (HOLLIDAY, Judy)
  • [Su Melvyn Douglas] Presenza inconfondibile, talora in ruoli da comprimario, nelle commedie sofisticate degli anni Trenta e Quaranta, divenne con il suo charme, l'aspetto distinto, i baffi da seduttore accomodante e mai invadente, lo sguardo irridente e il contegno spiritosamente sussiegoso, il partner ideale delle grandi dive dell'epoca. (DOUGLAS, Melvyn)

Bibliografia

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  • Enciclopedia del cinema, Istituto della Enciclopedia italiana, Roma, 2003-2004.

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