Arsenij Jacenjuk

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Jacenjuk nel 2018

Arsenij Petrovyč Jacenjuk (1974 – vivente), politico, economista e avvocato ucraino.

Citazioni di Arsenij Petrovyč Jacenjuk[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Le casse dello Stato sono vuote, a causa di 75 miliardi di dollari di debiti, le obbligazioni ucraine ammontano a 130 miliardi di dollari. Le pensioni non sono state pagate per intero da oltre un mese. La valuta straniera e le riserve aurifere sono state saccheggiate. Noi stiamo facendo tutto il possibile per impedire che la situazione si deteriori ulteriormente. Ci riusciremo. Non abbiamo altra scelta.[1]
  • [Sull'abbattimento del Volo Malaysia Airlines 17.] Chiediamo a tutti i governi di partecipare all'inchiesta e di sostenere il governo ucraino per portare davanti alla giustizia tutti questi bastardi che hanno commesso questo crimine internazionale. Questo è un crimine contro l'umanità. Le linee rosse sono state tutte già superate.[2]
  • L'obiettivo di Vladimir Putin è non soltanto le regioni di Donetsk e Lugansk, lui vuole prendere l'intera Ucraina [ed] eliminarla in quanto stato indipendente. L'idea di avere un accordo bilaterale con la Russia non è la migliore. Io sono per il cosiddetto format di Ginevra con gli Stati Uniti, l'UE e la Russia, noi non siamo abbastanza forti per condurre negoziati con la Russia.[3]
  • [Sull'evacuazione di Debaltseve] Ho ordinato ai responsabili del ministero che si occupa delle emergenze di evacuare i civili di Debaltseve. Per il momento ci sono sei autobus che sono sotto il fuoco. Quando i ribelli hanno visto che stavamo evacuando persone hanno cominciato a bombardare. Fortunatamente finora nessuno è stato ferito.[4]
  • Una nuova costituzione deve garantire gli interessi di un intero Stato, da ovest a est. In merito al dialogo con l'est, siamo pronti a condurlo solo con i rappresentanti legalmente eletti e non con i criminali e i terroristi russi.[5]

Da Arsenij Yatsenjuk: "L'Ucraina è al disastro. Putin arma ancora i ribelli, l'Occidente deve fermarlo"

Intervista di Pietro Del Re, Repubblica.it, 21 aprile 2015.

  • Stiamo pagando il prezzo della nostra scelta. Abbiamo voluto entrare in Europa contro la volontà di Vladimir Putin e lui, per punirci, ha scatenato l'offensiva nell'est del Paese.
  • [...] noi stiamo difendendo i confini dell'Unione europea dall'invasione russa. L'Ucraina è solo il primo campo di battaglia della guerra di Mosca contro l'Occidente. Siamo tutti in pericolo, perché la Russia vuole destabilizzare il pianeta, e lo fa pur essendo uno dei 5 membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il cui compito dovrebbe essere quello di far rispettare un ordine mondiale.
  • Il problema [di Vladimir Putin] è che sopravvaluta il suo Paese, afflitto da enormi problemi. La Russia è infatti militarmente più debole della Nato, ha pessime prospettive economiche, una popolazione sempre più anziana, un governo di cleptocrati con inclinazioni dittatoriali.

Note[modifica]

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