Arturo Marpicati
Arturo Marpicati (1891 – 1961), scrittore e politico italiano.
La proletaria
[modifica]Si può asserire che la parola «fante» abbia ormai assunto il significato comprensivo del termine «soldato»; ma mentre indica anche soldato in genere, fissa pur sempre, in particolare, il pensiero su quell'anonima massa grigia, alla quale l'Italia deve soprattutto la sua salvezza.
Mi propongo, con severo amore per la verità, di studiare la massa combattente in alcuni suoi atteggiamenti meno noti al pubblico, ma non meno ben conosciuti da noi che ne abbiamo vissuta la vita multiforme nelle ore gioconde e angosciose.
Citazioni
[modifica]- Chi è il «fante»? Il «fante» è il nostro proletario agricolo, é inutile sottilizzare e voler distinguere. Posso dimostrarlo con poche parole. Tra i fanti, sul principio della guerra, c'erano operai, studenti, impiegati. Dopo pochi mesi gli uffici e comandi innumerevoli, le varie specialità imposte dai cresciuti bisogni di guerra hanno risucchiato dai reggimenti di linea fin l'ultimo specialista del ferro, del legno, dell'ago, della lesina, della calligrafia. Chi è rimasto? Il modesto artista della zappa, lo sterratore siciliano, calabrese, lombardo, il lavoratore troppo sovente analfabeta, tornato dalle Americhe o da altre regioni lontane, docile al richiamo del paese che s'è ricordato di lui forse solo perché ne aveva bisogno. (p. 10)
- Il contadino semplice e ignorante, è, per questa sua stessa qualità, che noi giudichiamo, da un punto di vista, negativa, nelle migliori condizioni per subire la trasformazione rapida in soldato, in fante.
Difatti, egli oppone meno resistenza, nelle azioni collettive, alla perdita della propria personalità. La sua mente povera di pensiero, vien presto suggestionata dalla vastità della organizzazione che lo afferra. Ogni fatto nuovo s'imprime con violenza nel suo cervello che deve per necessità rinunziare ad indagarne le cause. Lascia i panni borghesi, e indossa quelli grigioverdi. (p. 12)
- Il fante, contadino di ieri, per la sua costituzione psichica, è il soldato più facile ad essere suggestionato, a cadere nelle superstizioni, a prestar fede alle dicerie. Voglio qui notare di sfuggita quel fatto caratteristico che in guerra si esprimeva con la frase: il vecchio fante sa tutto. Frase rispondente a verità. (p. 14)
- Il fante è stato chiamato a far di tutto in guerra: a trainare le artiglierie, ad ausiliare l'arma del genio, a improvvisarsi alpino a tremila metri, a sostituire la truppa celere in un'ardita impresa; ma è tuttavia sempre rimasto il tipico difensore della trincea e della trincea è stato proclamato concordemente «re incontrastabile». Dotato, come tutto il nostro popolo di cui è la più genuina espressione, di singolare virtù di adattamento «egli» s'è presto adagiato, per così dire, sul disagio dell'angusta trincea. La trincea lo assopisce facilmente; la sua sensibilità s'involge come in uno spesso involucro di indifferenza. (p. 16)
Opere del Regime
[modifica]- L'Opera Balilla è l'ente istituito espressamente dal Duce per educare, al di fuori della scuola, le giovani generazioni, preparandole alla vita fascista, attraverso una rigida e pur gaia disciplina, nell'attività che tempra il carattere, e negli esercizi che rinvigoriscono il corpo.
Costituisce il tentativo più grandioso di educazione integrale. (pp. 14-15)
- La grande originalità del fascismo nel campo sociale, che costituisce la zona delle sue più decise e totalitarie affermazioni, sta nell'avere inteso il problema del lavoro e della produzione nazionale; così che le due massime questioni della vita contemporanea – quella sociale e quella dello sviluppo della società nazionale – sono, nella concezione mussoliniana, ciascuna strumento per la soluzione dell'altra. Superata quindi la lotta di classe, l'antitesi fra capitale e lavoro, intese le due forze come momenti concreti e determinanti della vita statale, il fascismo si eleva alla concezione dello Stato corporativo, traduzione nelle istituzioni dello stato etico. (p. 20)
- Non è mancato chi ha visto nelle finalità generiche dell'I.R.I.[1] un pericolo: quello dell'eccessivo intervento dello Stato nel campo dell'economia privata, ritenendo inevitabile che la concessione dei finanziamenti dovesse portare alla assunzione – diretta o indiretta – della gestione delle imprese da parte dello Stato.
Le finalità dell'I.R.I. sono precisamente opposte. Esso tende a far sì che in molte aziende italiane – finora controllate da determinati raggruppamenti – i risparmiatori partecipino direttamente al capitale. (p. 83)
- L'I.R.I. non agisce secondo i criteri di un istituto finanziario di carattere privato giacché esso tiene costantemente presente in ogni operazione, oltre a tutte le considerazioni di ordine economico-aziendale, le considerazioni di ordine sociale e nazionale, scegliendo, fra le varie soluzioni tecniche che ogni operazione consente, quella che meglio corrisponde all'interesse del Paese. (p. 85)
- Singolarmente costruttiva è stata l'azione del Fascismo nel campo dell'efficienza bellica nazionale.
Creata dal nulla l'Aviazione e rinnovata la Marina militare, così che le ali e le navi d'Italia fendono, oggi, superbamente, tutti i cieli e tutti i mari.
Restaurato l'Esercito in modo che la sua potenza appare garanzia sempre più sicura di prestigio e di pace. (p. 87)
Le liriche religiose e civili del Foscolo ancora ragazzo e giovinetto, certi atteggiamenti dello spirito e della parola in lui precoce oratore rivoluzionario a Venezia, indicano a sufficienza ch'egli si accostò per tempo a Dante con reverente amore. Nel suo vasto Piano di studi del 1796, che spiega molte tendenze e ambizioni, interessi e passioni del critico e dello storico maturo, alla voce Poesia pone Dante tra gli Epici dopo Omero, Ossian, Virgilio, e in compagnia del Tasso e del Milton.
Note
[modifica]- ↑ Acronimo di Istituto per la Ricostruzione Industriale, ente pubblico italiano fondato nel 1933 e chiuso nel 2002.
Bibliografia
[modifica]- Arturo Marpicati, Dante e il Foscolo, Istituto nazionale di cultura fascista, Roma, 1939.
- Arturo Marpicati, La proletaria. Saggi sulla psicologia delle masse combattenti, R. Bemporad & Figlio Editori, Firenze, 1920.
- Arturo Marpicati, Opere del Regime, Tipografia del Senato del Dott. Giovanni Bardi, Roma, 1934.
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