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Bernardin de Picquigny

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Bernardin de Picquigny (1633 – 1707), frate cappuccino, religioso francese.

Citazioni

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  • Conosciamo in questo luogo con una profonda umiltà, il bisogno che abbiamo della grazia di G. Cristo, a cagione dello stato miserabile ove siamo; stato veramente degno di lacrime, e lacrime di sangue. Perché se l'uomo non conosce la legge di Dio, la sua ignoranza gli è cagione di morte. Se egli conosce la legge, questa corruttela del suo cuore, non serve bene spesso che a renderlo più colpevole. [1]
  • L'eredità del padre appartiene ai suoi figliuoli: se pertanto noi siamo figliuoli di Dio, ne viene, per conseguenza, che noi siamo gli eredi. Questo non è già un diritto di succedere ai beni di un defunto. perché Iddio nostro Padre, è immortale, e i beni di Dio sono Dio stesso. Che cosa è dunque l'eredità di Dio? Questa è una ferma, eterna ed alienabile possessione di Dio.[1]
  • La verginità, secondo S. Paolo, è un bene maggiore del matrimonio, non solo perché questa ci libera dalle sollecitudini o dagli imbarazzi delle cose temporali, come ha detto Lutero; ma anche perché essa tende a rendere una persona più santa, mentre le porge la felicità di attendere più lietamente al servizio di Dio, come hanno insegnato i santi Padri della Chiesa nei libri che hanno scritto sopra questo argomento.[1]
  • – O luce, o forza, o efficacia della grazia, quanto mi siete voi necessaria! Oh luce eterna del mondo, illuminate l'anima mia, G. Cristo, salvatore del mondo, salvate, purificate, santificate il mio cuore: datemi un cuor nuovo, un cuor docile e sommesso alla vostra volontà.[1]
  • Per la vostra infinita misericordia, o mio Dio, ho ricevuta questa grazia nel mio battesimo, sono stato rigenerato, divenuto vostro figliuolo. Datemi dunque la fede e l'ubbidienza, affinché nel corso della mia vita, e al punto della mia morte voi mi riguardate come vostro vero figliuolo..[1]

Note

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  1. a b c d e Citato in San Paolo per ogni giorno dell'anno, prefazione di M. Alberione, Pia Società San Paolo, 1942.

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