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Burgundi

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Regni della Gallia nel 481

Citazioni sui Burgundi.

  • Erano operai, muratori e legnaiuoli di mestiere, e non sdegnavano nei tempi di pace di campare onestamente la vita col sudor delle fronti. Chi sa fino a qual punto a queste loro abitudini laboriose e costruttive, le quali dovettero ispirar loro una certa venerazione per le maraviglie architettoniche del genio Romano, noi non andiam debitori della conservazione d'antichi monumenti e in Provenza e in Savoia, e ad Aosta ed a Susa?
  • I Longobardi e i Burgundi furono tra i primi popoli Nordici a trovare stabili sedi; e padroni una volta della terra ebbero interesse, com'ebbero anche forza, di guarentirla da ulteriore oltraggio: Lombardi e Burgundi erano entrambi popoli della stessa gente Vandalica; vivevano in vicinanze gli uni degli altri, per ampie foreste lungo le sponde della Vistola, prima che venissero a signoreggiare i paesi cui diedero il nome[1]; ed avean già fama di umani e di miti tra le nazioni barbariche sorelle: i Burgundi aveano di più adottati gli usi della vita civile fino a convivere in torri o villaggi (Burg) la quale circostanza valse loro il nome di Burgundi che venne lor dato in via di sprezzo come a gente che preferisse il ricovero di un tetto all'aria libera dei campi.
  • Venuti in contatto coi Romani (così si chiamavano ora i nativi tutti delle Gallie, non men che d'Italia), parvero trarre dal suolo stesso che calpestavano alcune scintille del genio del gran popolo conquistatore: le loro leggi (la Loi Gombette) promulgate da re Gondebaldo nel 502, e di nuovo sotto Sigismondo nel 518, erano derivate in gran parte dai Codici Romani; eran dettate dallo spirito di municipalismo Romano, spirito che prevaleva tuttavia nelle città ancor numerose e fiorenti della Gallia Meridionale, ed erano, per altro, meno affette dalla influenza sacerdotale di quel che fossero quelle dei loro vicini, i Visigoti di Aquitania e di Spagna. Le leggi Burgunde, in somma, eran tali da meritare gli encomii dell'Autore[2] de «l'Esprit des Lois,» il quale assegna ad esse il primo posto tra tutti i Codici Barbarici.

Note

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