Campionato europeo di calcio 1984
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Citazioni sul campionato europeo di calcio 1984.
Citazioni
[modifica]- La Francia è diventata Campione d'Europa secondo copione. Sì, ha meritato, ma ha usufruito contemporaneamente di piccoli aiuti. Si voleva che chi andasse in finale a contenderle il titolo fosse comunque decimato dalle squalifiche. (Preben Elkjær Larsen)
Citazioni in ordine temporale.
- Se c'è una squadra che meritava di vincere gli «Europei 1984» questa era la Francia. E dunque nessuno si deve scandalizzare o risentire se proprio la Francia – come pronostico, stelle e... malizia suggerivano – si è aggiudicata i «suoi» campionati riproponendo il «latin power» e agguantando finamente quel primo titolo internazionale che inseguiva da tempi immemorabili. La Francia ha vinto tutte le partite che ha giocato, la Francia ha «divertito» più di altre formazioni, la Francia ha espresso sicuramente le stelle più grandi [...], la Francia ha evidenziato la miglior organizzazione, la Francia – perché no? – ha pure dimostrato di sapere, all'occorrenza, soffrire. E nulla può togliere ai suoi meriti, il fatto di aver disputato una finale forse al di sotto delle possibilità espresse in precedenza: ma se è vero che «Europei» e «Mondiali» si possono vincere «anche» attraverso colpi di fortuna è ancora più vero che, nelle grandi manifestazioni la bravura – alla distanza – «paga» sempre. [...] Le polemiche e le rimostranze di chi è uscito sconfitto non devono togliere nulla a quanto hanno saputo fare i ragazzi di Miguel Hidalgo. Nel campionato dei Grandi Delusi, non sono certo i vincitori a doversi sentire in colpa.
- Certo, la Spagna – finalista occasionale – avrebbe anche potuto fare il miracolo: ma che vittoria «europea» sarebbe stata la sua, se non il frutto di una somma di piccole fortune [...] e di grandi occasioni vissute alla giornata? Allora [...] il Portogallo dovrebbe avere ancor più motivi di rammarico [...]: un po' per quanto è riuscito ad esprimere sul campo (sia a livello collettivo che a livello individuale), un po' perché è stata veramente l'unica antagonista a mettere in difficoltà la Francia, fino a spingerla sul baratro della più clamorosa delle eliminazioni. E in questo senso è anche possibile fare un paragone fra questi «Europei» e i «Mondiali» [1982] vinti dall'Italia: [...] come si disse allora che la «vera finale» era stata quella fra gli azzurri e il Brasile, è altrettanto lecito sostenere ora che la partita chiave di questi Campionati è stata [...] quella fra Francia e Portogallo. E i punti di contatto non finiscono qui, visto che la squadra di Cabrita è stata effettivamente la più «brasiliana» – ovvero la più armoniosa – delle formazioni che si sono esibite Oltralpe e la squadra di Hidalgo è stata – fra tutte – la più... italiana (ovvero [...] quella che ha offerto il gioco più redditizio e più piacevole [...]). Se a questo si aggiunge la maglia quasi uguale e l'indubbia affinità di origine latina fra noi e i francesi, vediamo che la vittoria dei «galletti» è una sorta di discorso che continua: quasi una staffetta.
- Di «Roi Michel» [Platini] ormai è stato davvero scritto tutto. Il fuoriclasse juventino è riuscito persino a calamitare, nei suoi confronti, quella simpatia che in Francia gli era sempre stata preclusa [...]. In questi Campionati ha portato la praticità, la mentalità vincente, persino la malizia imparate in Italia: aggiungendo queste nuove doti al dono della sua classe, ha fatalmente conquistato l'Europa. La sua bravura (unita alla sua fortuna e al suo «tempismo» nel fare i capolavori giusti al momento giusto) ha ovviamente oscurato le altre – poche – vedettes degli «Europei».
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