Chiara Appendino

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Chiara Appendino nel discorso di insediamento al Comune di Torino

Chiara Appendino (1984 – vivente), politica italiana.

Citazioni di Chiara Appendino[modifica]

  • [Sulla crisi delle democrazie occidentali] Viviamo un momento storico di forti tensioni sociali e politiche, assistendo ad un aumento della distanza tra governanti e governati, ma anche tra popoli che pensavamo ormai uniti. Quell'Unione Europea, che avrebbe dovuto essere un ponte tra differenti anime, per costituire un modello di unità nella diversità si interroga ora, a pochi giorni dal referendum del Regno Unito, su quale sia il proprio destino e quali le risposte rimaste inevase. Il trionfo delle democrazie occidentali al quale abbiamo assistito dopo la seconda guerra mondiale e, ancora di più, dopo il crollo dei regimi socialisti dell'89, sembra ora arenato, messo nell'incapacità di arginare crescenti estremismi ed una insofferenza fatta ormai cifra dell'azione politica.[1]
  • Noi tutti siamo chiamati a diventare Persone, uniche nella propria identità, responsabili nei confronti del Prossimo e attivi operatori di una solidarietà che prescinda dalle paure ataviche, iscritte nella millenaria storia della nostra evoluzione biologica. Sappiamo bene, infatti, che il mantenimento delle norme che ci siamo dati per garantire la convivenza civile è necessario e tutti coloro che partecipano al patto sociale sono portatori di diritti e soggetti ai doveri. Ma sappiamo anche che solo in una società armoniosa e strutturalmente solidale si può avere una reale sicurezza. Le risorse naturali, sebbene finite, sono in grado di accogliere la vita di ogni essere vivente, consentendo loro nel breve spazio della propria esistenza di contribuire in modo unico ed irripetibile alla storia. Tutto ciò non è però possibile se si costruiscono muri di diffidenza e di paura, si abbattono ponti costruiti con difficoltà in tanti anni di lavoro e, soprattutto, si tradisce la fiducia che era stata riposta nell'Altro. Come amministratori di una Città noi abbiamo il dovere di ripartire proprio dalla fiducia che i torinesi hanno avuto in noi e, con un lavoro che sarà collegiale con ciascuno di voi che siederà in quest'aula, al di la delle parti politiche, dimostrare che il Prossimo non è nostro nemico, che non siamo in pericolo se usciamo da noi stessi per andare ad incontrarlo.[1]
  • [Nel discorso di insediamento al Comune di Torino del 30 giugno 2016] Nei passati cinque anni ero seduta nei banchi dell'opposizione poco sotto il quadro che raffigura Gianfrancesco Bellezia, grande sindaco di Torino dell'inizio del XVII secolo. Durante la pestilenza del 1630, a soli 28 anni, sentì su di sé la responsabilità di una città e rimase a Torino, a rischio della propria stessa vita, per coordinare quel poco di struttura sanitaria che in quell'epoca esisteva e soprattutto dimostrare che le Istituzioni sono più grandi della nostra natura umana. A quel modello di servizio cercherò di ispirare il mio mandato, garantendovi fin d'ora che ogni mia energia sarà spesa per Torino.[1]
  • [Riguardo alle modifiche annunciate dal ministro delle Infrastrutture Delrio al tracciato dell'Alta velocità tra Torino e Lione] Prendiamo atto delle dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ma il cosiddetto progetto del Tav low cost non è una novità, perché è stato già presentato all'interno dell'Osservatorio alcuni anni fa, dove il M5S aveva sottolineato la necessità di utilizzare la linea storica che lo stesso ministro Delrio ha ammesso non essere satura. Il problema non è la riduzione del percorso, ma il tunnel di base, il cuore di un'opera inutile e costosissima.[2]
  • La violenza di genere è solo il tragico epilogo di un percorso molto più lungo e non meno doloroso che coinvolge l'intera nostra società. Viviamo in una società in preda a un'ignoranza affettiva, dove i tentacoli e le logiche del possesso materiale si sono estesi ai rapporti personali.[3]
  • Quante volte ci è capitato di sentire dire: “Se è geloso vuol dire che ci tiene”. Sarebbe ora che iniziassimo a dire chiaramente che quando la gelosia condiziona le scelte individuali non ha alcun legame con i sentimenti: è tossica e basta! Smettiamo davvero di considerare normale ciò che normale non è: dal possesso fisico all'ingerenza nella libertà individuale, passando per i condizionamenti culturali che normalizzano stipendi più bassi, domande sulle proprie scelte familiari durante i colloqui di lavoro e condizionamento dei ruoli.[3]
  • La violenza non è solo fisica: violenza è quando qualcuno decide che la nostra gonna è troppo corta; violenza è quando pensiamo: “Me lo sono meritato”; violenza è condizionare la vita di giovani atlete con abusi psicologici diretti e indiretti, instillando la subdola ansia della perfezione corporea e favorendo la nascita di disturbi del comportamento alimentare. Violenza è la domanda durante un colloquio di lavoro: “Ha figli o pensa di averne?”. Violenza è attribuirci un ruolo che non abbiamo scelto noi. Violenza è la paura di farlo arrabbiare. Violenza è dover far finta di niente, perché gli altri non se ne accorgano. Violenza è vivere ogni giorno sperando che magari domani andrà meglio. Violenza è convincersi che siamo fortunati, perché non potremmo avere di meglio. Violenza è costringere una donna, magari da sola, a farsi carico del welfare familiare senza sostegni da parte dello Stato. E violenza, cari colleghi e colleghe di maggioranza, è anche costringere una donna, appunto, magari sola, e togliere a queste donne occupabili il sostegno che oggi lo Stato dà loro e che permette loro di essere indipendenti, perché, sì, anche l'indipendenza economica è un elemento che permette di non generare violenza. Violenza è creare barriere insuperabili per costringere una donna a emigrare in un'altra regione per abortire o colpevolizzarla, magari proponendo l'obbligo per legge di sepoltura dei feti. Ma violenza è anche insegnare alle nostre figlie a comportarsi da signorine e far credere loro che la normalità risieda in questo modello comportamentale.[3]
  • Allora, iniziamo dal principio e il principio è la scuola. La scuola, istituzione in cui - io e penso tutti noi - crediamo come principale pilastro della società. È quel luogo dove le bambine e i bambini acquisiscono e modellano la loro personale visione del mondo e lo fanno evidentemente sulla base di categorie date. Impegniamoci concretamente, diamo loro tutti gli strumenti di un Paese moderno, ad esempio introducendo seriamente i temi dell'educazione affettiva e sessuale.[3]
  • Abbiamo bisogno che una donna che denuncia, che trova il coraggio e la forza di denunciare, non venga lasciata sola, proprio in quel terrore di aver denunciato. Non c'è incubo peggiore, per una donna che ha subito violenza, denunciare e poi trovarsi da sola, sapendo che il suo aguzzino la sta cercando.[3]
  • L'aria inquinata non la vediamo. Io arrivo da Torino, una delle città più inquinate d'Europa, ma i polmoni dei bimbi e delle bimbe la sentono l'aria inquinata.[4]

Citazioni su Chiara Appendino[modifica]

  • C'è tanta strada da fare per essere capaci di fare il sindaco. [...] Risulta formale dire che si vuole essere sindaci di tutta la città e fare appelli alla riconciliazione quando ha condotto una campagna elettorale facendo leva emotivamente sull'invidia sociale. Il tema delle periferie è stato usato come una clava secondo lo schema "Quelli in centro hanno quello che voi non avete qui". Una falsità, perché questi quartieri non sono la Calcutta dipinta durante la campagna elettorale. Con l'invidia sociale si spacca e si divide. E ne erano una buona rappresentazione gli scalmanati sotto il palazzo di città, quelli che a risultato ormai certo si sono accalcati ai cancelli del municipio gridando "Onestà, onestà" e "Fuori la mafia dallo Stato". (Piero Fassino)
  • [Ultime parole famose nel 2015, rispondendo alle critiche della Appendino] Un giorno lei si segga su questa sedia e vediamo se poi sarà capace di fare tutto quello che oggi ha auspicato di poter fare. (Piero Fassino)

Note[modifica]

  1. a b c Dal discorso d'insediamento davanti al nuovo consiglio comunale di Torino; citato in Chiara Appendino, il discorso di insediamento della sindaca di Torino: "Occorre nuova concezione della politica", ilFattoQuotidiano.it, 30 giugno 2016.
  2. Citato in Tav, Chiara Appendino: "Il problema è il tunnel di base non la riduzione del percorso", HuffingtonPost.it, 3 luglio 2016.
  3. a b c d e Dall'intervento alla Camera dei Deputati, Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 13, 23 novembre 2022.
  4. Dall'intervento alla Camera dei Deputati, Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 19, 5 dicembre 2022.

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