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Cino Ricci

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Cino Ricci (al centro) nel 1983

Cino Ricci (1934 – vivente), telecronista sportivo ed ex velista italiano.

Citazioni di Cino Ricci

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Citazioni in ordine temporale.

  • [Sulla Barcolana] All'inizio era una festa per triestini, corta come una giostra medioevale con i cavalli: si mangiava e si beveva a bordo, si stava insieme, si passava una giornata in mare a fine stagione. [«Poi cosa è diventata?»] Un boom! La Barcolana è esplosa sfruttando il successo in Adriatico della sfida tra triestini e jugoslavi, e poi sloveni. Uno scontro su un percorso limitatissimo che non giustificava affatto i costi per varare apposta barche per la regata. Ma tant'è. Le costruivano o le noleggiavano. Ed è cominciata ad arrivare gente da tutto il mondo, persino dalla Nuova Zelanda![1]
  • Sugli Ac75 è come salire su un bob e gettarti nel budello di gara. Le barche si lanciano in un rettangolo di gara molto stretto e devono cercare di andare più veloce possibile, stando sui foil, cercando le raffiche. L'uomo conta ancora, come sempre [...], ma a me personalmente, che ho fatto un altro tipo di vela, mi mancano le azioni corali e le scelte a cui sono rimasto legato. Non vedo cambiare le vele, non vedo gli uomini che si muovono insieme a bordo per eseguire le intuizioni del tattico e del timoniere, non vedo insomma l'arte della vela. Che per me significa sfruttare il vento a seconda delle sue variazioni e delle vele che ho a disposizione.[2]
  • [Sull'AC75] È sicuramente una macchina prodigiosa. Ma assomiglia di più a un aliante. Mi manca [...] lo spettacolo sotto il profilo della scienza e dell'arte della vela. Almeno, della mia vela, di quella che intendo io.[2]
  • La Coppa America è una sfida tra personaggi che hanno soldi.[3]
  • Non sono arrivato dalla vela dei Circoli, ma dalle barche a vela dei pescatori della zona di Cervia.[3]
  • Azzurra mi ha fatto fare novanta gradi nella vita perché dopo non ho più lavorato nella ditta dove facevo l'operaio. Mi pagano il caffè anche oggi! E mi vengono a trovare persone che hanno fatto parte di quell'avventura, ne parliamo, ricordiamo, discutiamo. Ha rappresentato qualcosa che ha cambiato per sempre la vela italiana e le nostre vite.[4]
  • Provi a pensare ai voli e ai nomi dell'equipaggio di Azzurra. Non avevo mica plurimedagliati olimpici a bordo. C'era gente che giocava a basket, addirittura chi si metteva a pescare. Oggi è diverso, sono campioni, con l'abitudine al sacrificio, all'allenamento. Io, allora, ho fatto un miracolo.[5]
  • [Su Azzurra] Sono andato da Giovanni Agnelli, nel suo ufficio in corso Marconi, a Torino. Ci siamo guardati negli occhi e l'ho convinto. Poi, ha alzato il telefono e ha chiamato il principe Aga Khan dello Yacht Club Costa Smeralda. Era fatta. Grazie ad Agnelli siamo stati i primi italiani all'America's Cup e per questo lo riverisco anche da morto. Ma anche grazie a me. [«In che senso?»] Solo uno come me poteva farla. Perché ero pieno di me. Io che dicevo "Sono il comandante" e poi facevo notare il tono con cui lo proferivo. Avevo un ego che rasentava la superbia. Io sono Cino Ricci, pensavo. Come "Io sono Diego", tipo Maradona. Ma in realtà sono convinto di essere umile: fossi stato superbo chissà che avrei detto.[6]
  • [Sull'AC75, «che dice di queste barche volanti?»] La regina Vittoria, che si può dire abbia benedetto la prima sfida da cui è nata l'America's Cup, si starà rivoltando nella tomba a vederle. Questa non è vela. Non ci sono le vele, ma artifizi tecnologici. Un timoniere che non vede che cosa c'è sull'altro lato della barca e deve starsene delle informazioni che gli fornisce il compagno. I ciclisti che pedalano e non seguono la regata... Caschi, protezioni. Io salivo a bordo in maglietta e pantaloncini...[6]

Intervista di Gaia Piccardi, corriere.it, 4 febbraio 2021.

  • [Sull'AC75] Sono begli oggetti da vedere, forse più adatti alla strada che al mare, ma di certo alta tecnologia. Mi inchino al futuro: non sarebbe Coppa America senza progresso. Però a me manca la vela: l'arte di andar per mare, l'equipaggio, la marineria...
  • I marinai [...] non sono questi vestiti da astronauti che dispongono di troppi strumenti. In barca si lavorava molto con le mani, si maneggiavano grossi cavi d'acciaio, bisognava saper cucire una vela ruvida, rinforzarla con gli inserti in cuoio.
  • A vent'anni, nel periodo dell'esplosione dei cantieri in Romagna, mi chiama un circolo di Cesenatico. Comincio a vincere, giro per Francia, Svezia, Inghilterra. Un giorno mi confido con il mio amico Tom Blackaller, mito della vela Usa: Tom, ho rifiutato di fare la Coppa America. E lui: ma sei pazzo? Torno in Italia, mi organizzano un appuntamento a Torino. È il febbraio dell'81. Davanti all'avvocato Agnelli, parlo un'ora: Ricci, mi ha convinto, facciamola. [«E poi?»] Poi chiama Montezemolo: Luca, questo signore è Cino Ricci, sarà lo skipper di Azzurra, nessuno si permetta di sindacare quello che dice e fa. Siamo partiti così, dal nulla [...]

Note

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  1. Dall'intervista di Gaia Piccardi, Cino Ricci: «La Barcolana? Uno spettacolo la partenza con il mare punteggiato di scafi», corriere.it, 27 settembre 2018.
  2. a b Dall'intervista di Fabio Pozzo, Cino Ricci: "La nuova America's Cup? Preferisco la MotoGp", 31 dicembre 2020.
  3. a b Dall'intervista di Marco Marangoni, "La Coppa America è una sfida per i ricchi", dice Cino Ricci, agi.it, 3 marzo 2021.
  4. Dall'intervista di Sara Canali, "Ho incontrato una leggenda della vela. Si chiama Cino Ricci", giornaledellavela.com, 20 dicembre 2023.
  5. Dall'intervista di Fabio Pozzo, America's Cup, Ricci: "Ho detto a Max Sirena di stare attento", lastampa.it, 29 agosto 2024.
  6. a b Dall'intervista Cino Ricci: "Luna Rossa? Quella di oggi non è vela, c’è troppa tecnologia", huffingtonpost.it, 8 settembre 2024.

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