Colette
Colette, pseudonimo di Sidonie Gabrielle Claudine Colette (1873 – 1954), scrittrice francese.
Citazioni di Colette
[modifica]- È saggio applicare l'olio di una raffinata gentilezza ai meccanismi dell'amicizia.[1]
- Farai delle sciocchezze, ma falle con entusiasmo.[2]
- Ho visto, l'altro ieri, sui bastioni della città, una bella gatta tigrata che degli esseri ignobili avevano abbandonato nell'acqua e nel freddo con i suoi tre cuccioletti. Ho preso le quattro bestiole e le ho portate a casa, al sicuro. Non potrò mai descrivere fino in fondo la riconoscenza dimostratami dalla gatta! Dinanzi ad uno sguardo simile a quello che mi ha rivolto, si potrebbe perfino arrossire, oppure si potrebbe esclamare: "È troppo, non lo merito!".[3]
- Il vizio è il male che si fa senza piacere.[4][5]
- Le donne libere non sono donne.[6]
- Niente invecchia una donna quanto vivere in campagna.[7]
- Non si dovrebbe mai andare a letto con qualcuno che si ama, perché altrimenti si rovina tutto.[1]
- [Sul sesso] Quei piaceri che alla leggera son detti fisici.[8][5]
- Una delle cose migliori dell'amore è riconoscere il passo dell'uomo che sale le scale.[9]
Il puro e l'impuro
[modifica]Citazioni
[modifica]- Se ne stava andando, e io mi rivolsi mentalmente alla sua schiena oscillante, al suo passo lungo di cui esagera la falcata, al suo cappello – soprattutto al suo cappello, il suo cappello significativo, delatore, incostante e perplesso, che lui inclina troppo da un lato, quando ostenta l'aria da ragazzaccio; troppo all'indietro: è il bohémien; troppo in avanti: attenti, siamo suscettibili e cattivi, non ci facciamo pestare i piedi da nessuno... Un cappello, insomma, che non vuole invecchiare... (p. 33)
- Se pubblicassi la corrispondenza d'una poetessa che non desistette mai dal proclamarsi di Lesbo, ci si stupirebbe soltanto della sua puerilità. Insisto su quest'infantilismo particolarissimo, fuori posto, dovrei forse dire: insincero? L'incantevole viso di Renée non rispecchiava che una parte di questa puerilità, nella guancia rotonda e soave, vellutata, nel labbro superiore ingenuo, rialzato, all'inglese, su quattro denti piccolini. Un sorriso frequente e radioso illuminava i suoi occhi castani, ora bruni, ora verdastri alla luce del sole. Portava lunghi i bei capelli d'un biondo argenteo, fini, lisci, e se li annodava sul sommo del capo in una crocchia che poi si disfaceva, un flo dopo l'altro, come una paglia sottile... Non c'è un solo tratto di quel giovane viso che io non mi riveda davanti agli occhi. Tutto in esso rivelava l'infanzia, la malizia, il gusto di ridere (p. 65)
- Non ho mai visto Renée triste. Con quella sua pronuncia inglese che imbastardiva tutte le dentali lei prorompeva in un: «Ah! mia piccola Coletthe, la vitha è propria therribile!», e scoppiava a ridere. (p. 66)
- Il suo corpo lungo e esile, reclino, reggeva come un pesante papavero la testa e i capelli dorati, e grandi cappelli vacillanti. Annaspava protendendo le lunghe mani, le vesti le coprivano i piedi, lei avanzava colpita da un'angelica goffaggine, e camminando perdeva i guanti, il fazzoletto, l'ombrello, la sciarpa... Donava tutto, incessantemente: i braccialetti sulle sue braccia si aprivano, la collana scivolava dal suo collo di vittima... Sembrava sfogliarsi. Il suo corpo flessuoso rifiutava ogni prominenza di carne. (p. 67)
L'ingenua libertina
[modifica]«Minnie... Tesoro, hai finito il tema? Minnie, ti rovinerai gli occhi!»
Minnie ha un moto d'impazienza. Ha già risposto tre volte: «Sì, mamma» alla mamma che sta ricamando dietro lo schienale della grande poltrona...
Minnie mordicchia il cannello d'avorio della penna, è talmente china sul quaderno che le si vedono solo i capelli argentei e la punta del nasino tra due spioventi.
Il fuoco brontola piano, la lampada ad olio scandisce lenta i secondi, la mamma sospira, Sulla tela incerata del ricamo – un grande collo per Minnie – l'ago inciampa ad ogni punto. Fuori, i platani di boulevard Berthier sgrondano di pioggia, e i trams del viale esterno cigolano musicali sulle rotaie.
Citazioni
[modifica]- Non è la morte l'estrema speranza di una vita cui si è rifiutato un amore? (p. 190)
Il grano in erba
[modifica]«Vai a pescare, Vinca?»[10]
Il mio noviziato
[modifica]Nella mia vita ho avvicinato raramente quegli uomini che gli altri uomini chiamano grandi.[10]
La gatta
[modifica]Erano le dieci e i giocatori del poker familiare cominciavano a dar segni di stanchezza. Camilla lottava contro la fatica di rimaner desta come si lotta a diciannove anni: vale a dire che, a tratti, ritornava chiara e fresca, poi sbadigliava dietro le mani congiunte e ricompariva pallida, col mento bianco, con le guance un po' nere sotto la cipria color d'ocra e una lagrimuccia all'angolo degli occhi.
La nascita del giorno
[modifica]Signore,
Lei mi invita a passare una settimana in casa Sua, vale a dire insieme alla mia adorata figliola. Lei, che le vive accanto, sa quanto di rado io la veda, quanta gioia mi dia la sua presenza, e sono commossa che mi proponga di venirla a trovare. Non accetterò tuttavia il Suo cortese invito, almeno per ora. Ecco perché: il mio cactus rosa dev'essere sul punto di fiorire.[10]
Sette dialoghi di bestie
[modifica]SENTIMENTALISMI
Una terrazza assolata. Siesta pomeridiana. Toby, cane, e Kiki, gatto, giacciono sulla pietra ardente. Silenzio domenicale. Toby non può dormire, tormentato dalle mosche: poi, ha mangiato troppo. Si trascina sul ventre, appiattendo a guisa di ranocchio il treno posteriore, fino a Kiki, immobile pelliccia tigrata.
Toby: Dormi?
Kiki: Rrr, rrr, rrr.
Toby: Sei vivo? Come sei piatto! Sembri una pelliccia di gatto vuota.
Kiki: con voce morente
Lasciami...
Toby: Non ti senti bene?
Kiki: No... lasciami. Dormo. Non so più nemmeno se ho un corpo... Che tormento vivere con te! Ho mangiato, sono le due... dormiamo.
Citazioni su Colette
[modifica]- Colette Willy ha due rifugi contro le insidie della vita torpida e schiava: la sua penna e la sua danza. Ch'ella scriva in prosa musicale, o ch'ella seminuda fra veli azzurri traduca in gesti ritmici la propria immaginazione or feroce or voluttuosa or puerile, il motivo è uno solo sempre: evadere dal mondo circostante, dai desiderii urgenti e miserandi come dall'amore e dall'odio: evadere dalla pietà e dalla passione come dalla paura e dall'inganno. (Sibilla Aleramo)
- Nel complesso bisogna riconoscere a Colette un posto eminente fra gli scrittori contemporanei. Quella mistura di libertinaggio e naturismo che è alle origini dell'opera sua, ha dato luogo nei momenti migliori, a una visione della vita come contrasto di elementari istinti e violenti desideri, con una nettezza risoluta che si riflette nello stile: così diretto e preciso da far pronunciare non di rado la parola «classico». (Mario Bonfantini)
Note
[modifica]- ↑ a b Da Le Pur et l'Impur, 1932.
- ↑ Rivolta a sua figlia; citato da Hope Johnson sul New York World-Telegram & Sun, 28 aprile 1961.
- ↑ Da una lettera a Francis Jammes, aprile 1906; citato in Jean Prieur, Gli animali hanno un'anima, traduzione di Nerina Spicacci, Edizioni Mediterranee, Roma, 2006, p. 45. ISBN 88-272-0828-3
- ↑ Da Claudine en ménage.
- ↑ a b Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
- ↑ Da Claudine à Paris; citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009, p. 298. ISBN 9788811504894
- ↑ Da L'Envers du music hall, 1913.
- ↑ Da Ces plaisirs.
- ↑ Da Journal à rebours, 1941.
- ↑ a b c Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937
Bibliografia
[modifica]- Colette, La gatta (La chatte), traduzione di Enrico Piceni, I libri del pavone, Arnoldo Mondadori Editore 1959.
- Colette, Sette dialoghi di bestie (Sept Dialogues de bétes), traduzione di Enrico Piceni, I libri del pavone, Arnoldo Mondadori Editore 1959.
- Colette, L'ingenua libertina (L'ingénue libertine), traduzione di Dianella Selvatico Estense, Edizioni dell'Albero, Torino 1965.
- Colette, Il puro e l'impuro (Le pur et l'impur), traduzione di Adriana Motti, Adelphi, Milano, 1980. ISBN 88-459-0431-8
Altri progetti
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Wikipedia contiene una voce riguardante Colette
Wikisource contiene una pagina in lingua francese dedicata a Colette
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Opere
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La gatta (1933)