Cosimo Ridolfi

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Cosimo Ridolfi

Cosimo Ridolfi (1794 – 1865), agronomo e politico italiano.

Citazioni su Cosimo Ridolfi[modifica]

  • Il marchese Cosimo Ridolfi, già aio degli arciduchi Ferdinando e Carlo[1], per antica dimestichezza affezionato alla dinastia, scrisse una lettera al granduca [Leopoldo II di Toscana], nella quale gli mostrò come fosse giunto il momento di decidersi, abbracciando una politica nazionale e abbandonando quella reazionaria e anti-italiana, fino allora seguita. La lettera terminava col consigliare il sovrano ad abdicare in favore dell'arciduca Ferdinando, principe ereditario. Lo scritto del marchese Ridolfi pervenne a Leopoldo II alle 9 ant. del giorno 27 aprile; pochi minuti dopo, al latore della medesima fu data la seguente laconica risposta: «Sua Altezza ringrazia». (Licurgo Cappelletti)
  • Or io per volere dell'Accademia nostra, benevola troppo verso di me e troppo severa, debbo oggi rammemorare la perdita del Presidente nostro e mio fratellevole amico, Cosimo Ridolfi; ed esprimendo il dolore comune esacerbare il mio. Né io me ne ritraggo; perché vi ha pure una segreta dolcezza nel ricordare i pregi del compianto amico, e ravvivare così e crescere la stima ottenuta da lui vivente, e rispettata dal giudice inesorabile dei meriti, la morte. Avrei, sì, voluto, e pregai che più oratori venissero qui a dire le lodi, che per più rispetti son dovute al Ridolfi; ma non l'ottenni, e sono solo. Quasi che si volesse mostrare, che a fare acconcia onoranza a tal uomo più dovesse potere la semplice e affettuosa esposizione del vero, che non il sapere e l'arte del dire. Schiette e meste parole saranno dunque le mie, come la verità e l'affetto le vuole. Voi non direte, partendo, che fu il Ridolfi degnamente lodato: direte che meritava d'essere. [...] Egli culto in lettere, egli dotto in fisica, in chimica, in storia naturale, egli grande agronomo, egli educatore, professore all'Università, ajo di Principe, rettore della Pia Casa di Lavoro, direttore della Zecca, presidente della Società della Cassa di risparmio, lavoratore assiduo in questa nostra Accademia e presidente premurosissimo, egli ministro di Stato e senatore, e in tutte queste maniere di vita studiosa e operosa specchio d'onestà, di lealtà, di bontà impareggiabili. (Raffaello Lambruschini)

Note[modifica]

  1. Ferdinando IV d'Asburgo-Lorena (1835 – 1908) ultimo Granduca di Toscana e il fratello Carlo Salvatore d'Asburgo-Lorena (1839 – 1892).

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