Domenico Trentacoste
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Domenico Trentacoste (1859 – 1933), scultore italiano.
Citazioni di Domenico Trentacoste
[modifica]- Ho ammirato i capilavori del Rinascimento e ho ricevuto un'impressione fortissima, esaminando i lavori dei vecchi maestri del Quattrocento.
Davanti a quelle pitture e sculture ho sentito un'emozione e una tenerezza che mi rimarranno sempre impresse, meravigliato dell'amore, dell'ingenua sincerità, del rispetto che quegli uomini sentivano per l'Arte loro. Mi è sembrato vederli lavorare col soffio e in ginocchio.[1]
Citazioni su Domenico Trentacoste
[modifica]- Appena voi entrate nello studio luminoso ove Domenico Trentacoste traduce col pollice in sulla creta o nel marmo con lo scarpello le forme dei suoi sogni, un sentimento vago dapprima, poi più diffuso, poi più violento, s'impadronisce di voi: il sentimento della serenità. [...]
L'istintiva esuberanza tutta siciliana del suo temperamento, divenuta inquieta, sottile, raffinata, nervosa a contatto con lo spirito francese, ha trovato finalmente la via più espressiva, la sua forma più intima, il suo segno meglio rappresentativo in mezzo agli equilibri ed agli accordi del carattere toscano in generale, dell'anima fiorentina in particolare. Firenze ha quietato la nervosità dello scultore meridionale, educato nel fascino tumultuoso e capriccioso di Parigi. (Maffio Maffii) - Domenico Trentacoste ha certamente avuto talvolta qualche inclinazione a rappresentare le umili verità e le miserie della vita, come nel Vecchio che mangia la zuppa. Così il suo verismo va dalla lanterna del Ciccaiuolo al pesante mantello del Vecchio medesimo. Così il vigore del suo realismo va dal Ciccaiuolo alla Testa di vecchio in bronzo. Ma egli è fatto per nobilitare con delicatezza la forza e per illeggiadrire la delicatezza. È lo scultore della puerizia e della donna. (Enrico Corradini)
- Quand'io mi avvicino al Trentacoste, mi par d'entrare in un cerchio dove bisogna parlar piano. Ed egli, piccolo e fino, in mezzo a quel cerchio parla piano e sommesso, come chi ha in casa qualche ospite che riposa, e teme di svegliarlo. Come se i suoi ospiti siano le immagini delle sue creazioni da cui si è un po' discostato or ora. È in lui quel timore del mondo esterno che hanno certe anime le quali vivono nella meditazione dei loro sogni. Il mondo è troppo rude per la loro sensibilità delicata. (Enrico Corradini)
Note
[modifica]- ↑ Scrivendo a un amico; citato in Gustavo Uzielli, Artisti contemporanei: Domenico Trentacoste, in Emporium Rivista mensile illustrata d'arte letteratura scienze e varietà, Istituto italiano d'arti grafiche Bergamo - Editore, vol. IX, Aprile 1899, n. 52, p. 244.
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