Elisa Giordano
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Elisa Giordano (1990 – vivente), rugbista a 15 italiana.
Citazioni di Elisa Giordano
[modifica]- [«Cosa significa allenarsi per competere al massimo livello del rugby mondiale, pur non essendo ancora professioniste?»] Abbiamo sempre avuto questo onere, diciamo così, ma lo faccio da quando ancora studiavo e bene o male dopo tanti anni sono abituata. Non posso nascondere che sia faticoso, ma con il tempo si impara ad organizzarsi e ad incastrare le cose. Rispetto al primo Mondiale che ho giocato nel 2017 adesso è diverso: [...] lavoravo 3-4 ore al giorno, adesso ne lavoro 8, e questo cambia tutto. Mi sveglio presto la mattina per andare a lavorare, quando stacco vado ad allenarmi e nel mezzo faccio altre commissioni, come la spesa, e quando arrivo a casa la giornata è finita e si pensa già al giorno dopo.[1]
- [«Per il Mondiale come farete a regolarvi con il lavoro? Non basteranno le ferie...»] Sfido chiunque a trovare qualcuno che abbia 8 settimane di ferie [ride, ndr], io purtroppo non le ho, quindi dovrò per forza prendere l'aspettativa.[1]
Intervista di Marco Pastonesi, ilfoglio.it, 25 marzo 2023.
- [«Rugby, eredità o casualità?»] Curiosità, o forse destino. Pattinaggio, basket, pallamano, poi a 19 anni il rugby tanto per provare. Sapevo solo, per sentito dire, che il pallone era ovale. Mi è piaciuto: il pallone, il campo, le compagne, la squadra, l'ambiente, il gioco. Sempre di più. E non ho più smesso.
- [«Più quello che ha dato al rugby o che dal rugby ha ricevuto?»] Più quello che ho ricevuto. Quello che sono adesso, nel bello o nel brutto, è tutto dovuto al rugby. Carattere, valori, ideali. Di mio ci ho messo l'impegno, che non è poco [...]
- Il rugby ha tutto il contorno che altrove non c'è. Tradizione, spirito, anima. Io credo che tutto questo stia proprio nell'essenza del gioco. Il terzo tempo, per esempio: mettersi a tavola dopo la partita, mangiare e bere, spiegare e raccontare, confidare e ridere, anche con le avversarie e l'arbitro, aiuta a creare un legame autentico e indispensabile. Ma tutte noi sappiamo che il rugby non può, anzi, non deve diventare tutto. E sappiamo che non è per sempre. [...] Il rugby è tanto. Perché è amicizia, fatica, pianti, sorrisi, rinascita, trasformazione, soddisfazione. Non si ha un'idea di quanto sia fino a quando non lo si vive, non lo si gioca, non lo si respira, non lo si vive.
- [«Da capitano, il suo compito?»] Aiutare le mie compagne. Con un gesto, una parola, uno sguardo. Con un esempio, una voglia, un'energia. Ecco: devo creare energie positive. E so che le mie compagne me le restituiranno sotto forma di fiducia. Un compito che non spetta solo al capitano, ma anche alle altre leader, per età, esperienza e personalità. È comunque, quello del capitano, un ruolo che dà e toglie energie, che comporta onori e oneri, che comporta anche errori. [...] Io sbaglio quando cerco di caricarmi di troppe responsabilità.
- [«Si è mai chiesta chi glielo faccia fare?»] Spesso. Quando piove, quando nevica, quando fa freddo, quando faccio fatica, in allenamento e in partita, in palestra o nella preparazione atletica, quando dopo 10 placcaggi devo fare l'undicesimo. Ma la risposta è facilissima: lo faccio per me e per le mie compagne.
Note
[modifica]- ↑ a b Dall'intervista di Francesco Palma, L'azzurra Elisa Giordano: "Mi alleno come una pro, ma non lo sono", gazzetta.it, 1º agosto 2022.
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