Enrico Morselli

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Enrico Morselli (1920 circa)

Enrico Morselli (1852 – 1929), medico e psichiatra italiano.

Citazioni di Enrico Morselli[modifica]

  • Le stupende e nuovissime ricerche del Quetelet parevano dar ragione al suo concetto sintetico, alla fusione, per dir così, di tutti gli attributi umani in uno solo, tipico, intermediario, che nello stesso tempo in sé li riassumesse, senza essere perciò eguale a nessuno: si ammetteva insomma che il tipo puro, il modello primitivo, sortito dalle forze creatrici della natura o della Causa prima, fosse libero di tutte quelle deviazioni accidentali o variazioni, che ogni collettività di soggetti fa passare successivamente davanti agli occhi dell'osservatore, ponendolo nel cimento di perdere la percezione della forma tipica in mezzo a tante forme obbiettive e dissimili. (da Critica e riforma del metodo in Antropologia fondate sulle leggi statistiche e biologiche dei valori seriali e sull'esperimento, Tipografia eredi Botta, Roma, 1880, p. 24)

Psicologia e "spiritismo"[modifica]

Incipit[modifica]

Un'opinione modernissima intorno al valore ed ai limiti del sapere umano, è questa: che la scienza non è mai finita né definita; che essa non è mai fatta, ma si fa e si disfa continuamente da secoli e secoli; e che le convinzioni scientifiche, al pari delle filosofiche e religiose, dipendono dalle contingenze del di fuori, dal temperamento personale e anche dall'educazione mentale degli scienziati, filosofi e credenti.
Tutto questo non è una novità, sebbene i seguaci del neo-idealismo ne facciano ostentazione: – il concetto del progresso della conoscenza, e pertanto della nascita trasformazione e caduta incessante delle nostre idee intorno all'uomo e alla natura, è stampato in ogni pagina, in ogni riga della storia universale e delle storie particolari di ciascuna disciplina scientifica.

Citazioni[modifica]

  • Lo Spiritismo odierno è l'insieme della dottrina (teoria, fatti e conseguenze) che crede nella sopravvivenza dell'anima o parte spirituale dell'uomo, nella sua evoluzione traverso i tempi e lo spazio, e nella possibilità che le anime dei defunti (gli "spiriti") abbiano mezzo di comunicare coi viventi. E il mezzo, "medium" secondo gli "spiritisti", sarebbe dato per lo più da persone eccezionalmente fornite di facoltà o "forze" speciali, cui si darebbe il nome di "medianiche" e, per astratto, di "mediumnismo" o "medianità". (Tomo I, parte prima, cap. I, p. 5)
  • [...] mi contento di osservare che non è esatta la anglo-americana sinonimia fra spiritismo e spiritualismo, come appare spropositata la pretesa del primo di accentuarsi filosoficamente e teologicamente quale "neo-spiritualismo".
    Si può essere spiritualisti, ammettere cioè il dualismo della natura umana composta di spirito e materia, o anche il predominio e la preesistenza dello spirito sulla materia, senza essere con ciò "spiritisti". Moltissimi filosofi e tutti gli adepti delle grandi religioni, salvo qualcuna, sono convinti o credenti dello spiritualismo, ma non accettano con questo la dottrina o ipotesi spiritica. Ciò che caratterizza quest'ultima è la credenza precisa e determinata nell'intervento di "Entità" o "Intelligenze occulte" (per lo più i defunti) in certi fatti che avvengono alla presenza dei medii, fra i quali sarebbe Eusapia Paladino[1], e nella possibilità di loro comunicazioni e messaggi. (Tomo I, parte prima, cap. I, p. 6)
  • Lo spiritismo è un argomento irritante, scottante. Non se ne può discutere senza che le opinioni più contrarie si drizzino l'una in faccia all'altra e vengano in lotta, senza che gli animi dei disserenti si scaldino, senza che la parola degli increduli diventi sarcastica od offensiva e quella dei credenti tremante per emozione e intollerante. A due amici che si vogliano bene e desiderino stare in pace fra loro, non si può dare altro consiglio che, avendo parere differente intorno allo spiritismo, non ne parlino mai. (Tomo I, parte prima, cap. I, p. 8)
  • A me pare sempre più evidente, che bisogna cercare nella biologia e nella psicosociologia il fondamento dei fatti spiritici: questi sono contenuti cioè nel mondo umano, non nell'ultraumano. Il loro processo di produzione è biologico; il loro significato intrinseco è troppo spesso psicopatologico. L'antropomorfismo delle manifestazioni spiritiche corrisponde all'antropomorfismo delle teologie e delle cosmologie create in ogni tempo dall'uomo con elementi tratti dal proprio io. (Tomo I, parte seconda, p. 324)

Incipit di alcune opere[modifica]

Carlo Darwin[modifica]

È detto comune che il giudizio dei contemporanei intorno al valore di quegli uomini che si innalzano per ingegno, per virtù o per azioni generose sul livello medio della loro epoca, e che talora l'avanzano e precedono di gran lunga, debba peccare per parzialità di passioni e per insufficienza di criterii. Certo, manca spesso a tale giudizio quella speciale rigidità e quasi freddezza, che la storia dei progressi e delle scoperte dello spirito umano deve imporre a sé medesima per non restar vinta dall'entusiasmo e sopraffatta dalla venerazione. Ma oggi, in tanto sviluppo della critica, in tanta luce che inonda ogni più remota piega del nostro vivere civile, oggi specialmente la rapidità e molteplicità delle nostre vittorie sulla natura provoca pure un più rapido e numeroso avvicendarsi di dottrine e di persone nell'agone tumultuoso della civiltà umana; e i nostri giudizii sugli uomini di pensiero e di azione si risentono di questa fretta e di questa, dirò così, agevolezza generale nel progredire. Oggi è più difficile che una distinta individualità resti ignorata o nascosta, come avveniva per il passato; chè, se vi hanno uomini il cui nome non sopravvive alle loro opere, altri pure ne vediamo di quando in quando, la grandezza dei quali, già riconosciuta da tutti durante la vita, appare anche più evidente quando si abbia l'immensa sventura di perderli. E di questi fu il Darwin.

L'uccisione pietosa[modifica]

Un pensatore originale, uno dei pochissimi che abbia avuto l'Italia negli ultimi cinquanta anni, e perciò naturalmente sconosciuto ai più, Ettore Regàlia, ha scoperta e illustrata questa legge fondamentale della Vita e della Coscienza: "il Dolore è l'unica, esclusiva causa dell'Azione".
Per comprendere tutta la portata filosofica e pratica di tale concetto, – che è ben altra cosa del pessimismo subiettivo di Leopardi e di quello romantico dello Schopenhauer, poiché non esclude che lo sfuggire al dolore non sia un Bene, anzi il massimo e forse l'unico dei Beni, – basta guardare la condotta di tutti i viventi: basta pensare agli scopi così apparentemente varî, eppur così uniformi, della attività umana.

Sessualità umana[modifica]

Giacomo Leopardi si era espresso con molta acredine contro il cervello della donna. Tutti rammentano la sua famosa invettiva contro la lusingatrice e volubile Aspasia:

A quell'eccelsa imago
Sorge di rado il femminile ingegno;
E ciò che inspira ai generosi amanti
La sua stessa beltà, donna non pensa,
Né comprender potrìa. Non cape in quelle
Anguste fronti egual concetto.
. . . . . . . . . . . . . . Chè se più molli
E più tenui le membra, essa la mente
Men capace e men forte anco riceve.

Ma il grande poeta Recanatese non era in questa faccenda un giudice sereno ed imparziale; troppe donne gli avevano opposto il più scortese diniego, ed è assai probabile, quasi certo (così io penso), che egli non abbia mai gustato con donna l'estasi d'amore. Proprio infelice!

Note[modifica]

  1. Eusapia Palladino, o Paladino (1854 – 1918), spiritista e medium italiana.

Bibliografia[modifica]

Altri progetti[modifica]