Eva Herzigová
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Eva Herzigová (1973 – vivente), supermodella e attrice ceca naturalizzata italiana.
Citazioni in ordine temporale.
Da un'intervista ad A; citato in Cristiana di San Marzano, corriere.it, 15 giugno 2010.
- A 16 anni sono gli ormoni a guidarti, ma io avevo un’impostazione di valori e di disciplina che ha vinto.
- All’inizio sono le agenzie che ti gestiscono completamente, vedono che tipo di modella sei, cosa potresti vendere. E mi vendevano molto sensuale, molto pin up. A un certo punto mi sono stufata, non sono solo quello, ho detto. Così ho cambiato agenzia. Ma ci sono modelle che non cambieranno mai.
- Una volta un anziano con una ragazzina stava più nascosto, ora invece sembra una cosa normale. Il mondo intero è diventato solo immagine, tutto deve essere bellissimo, esibito. Non si vuole una moglie di 60 anni, ma una giovane da ostentare, bella e un po' scema, perché lei è scema a stare con uno così in età.
- [Sull'infanzia trascorsa nella Repubblica Ceca] Da noi tutto quello che era creativo era proibito, c’era solo lo sport. Ho fatto di tutto, ginnastica, nuoto, tennis, basket, sci, atletica. Ero molto disciplinata, ambiziosa, sveglia, un po' peste. Leggevo tanto e dipingevo. Mi sono allenata a imparare ascoltando.
Intervista di Maria Laura Giovagnini, iodonna.it, 28 dicembre 2019.
- C'è un'opportunità per ognuno, basta essere tenaci, saperla vedere e afferrare. Non mi interessavano le modelle, bensì i maestri dell'obiettivo. Ero appassionata di fotografia, avevo seguito due o tre corsi a Litvínov. Mi piace sperimentare, a volte addirittura litigo con il mio agente: perché non ti lasci i capelli biondi? Perché ti rendi inguardabile? È una cosa che "mi chiama", mi dà la longevità: replicare non è stimolante.
- Da tre mesi mi sono messa a meditare, su consiglio di un osteopata, e sono felicissima: ho ritrovato l'amore per il mondo, per me stessa. Persino l'amore per l'imperfezione: vedo il bello delle persone pure quando non sono buone. Mi capita di "scattare", eh, ma ritrovo più in fretta la "base neutra" e non mi faccio trascinare, rapire da elucubrazioni, emozioni. So che sono solo creazioni mentali: mi dico "ok", e le lascio andare come una nuvola che si dissolve: fufff!
- Ero in casa a New York, ha squillato il telefono. "Buongiorno, sono Stanley Kubrick. Ti sto mandando tre scene del mio prossimo film, si intitola Eyes Wide Shut. Spero che accetterai la parte". Clic! Due minuti, e dal fax si materializzano cinque pagine di un dialogo bellissimo con Tom Cruise. Io, però, dovevo essere svestita. Chiamo l'assistente: "È possibile coprirmi un po'?". "No!". Ah, allora grazie... no!
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