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Evandro (Pallante)

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Evandro

Evandro, figura della mitologia romana.

Citazioni di Evandro

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  • Abitatore un ladro | n'era, Caco chiamato, un mostro orrendo | mezzo fera e mezz'uomo, e d'uman sangue | avido sì, che 'l suol n'avea mai sempre | tiepido. Ne grommavan le pareti, | ne pendevano i teschi intorno affissi, | di pallor, di squallor luridi e marci. | Volcano era suo padre; e de' suoi fochi | per la bocca spirando atri vapori, | gìa d'un colosso e d'una torre in guisa. (libro VIII)
  • Caco ladron feroce e furïoso, | d'ogni misfatto e d'ogni sceleranza | ardito e frodolente esecutore. (libro VIII) [insulto]
  • [Caco] Si smarrì negli occhi, | si mise in fuga e fu la fuga un volo: | tal gli aggiunse un timor le penne a' piedi. (libro VIII)
  • Ed io Pallante mio, | la mia speranza e 'l mio sommo conforto, | manderò teco; che 'l mestier de l'arme, | che le fatiche del gravoso Marte | ne la tua scuola a tollerare impari: | e te da' suoi prim'anni, e i gesti tuoi | meravigliando ad imitar s'avvezze. (libro VIII) [a Enea]

Citazioni su Evandro

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  • Mentre in Eolia era a quest'opra intento | di Lenno il padre, ecco, sorgendo il sole, | surse al cantar de' mattutini augelli | il vecchio Evandro; e fuori uscío vestito | di giubba con le guigge a' piedi avvolte, | com'è tirrena usanza. Avea dal destro | Omero a la Tegèa nel manco lato | una sua greca scimitarra appesa. | Avea da la sinistra di pantera | una picchiata pelle, che d'un tergo | gli si volgea su l'altro; e da la ròcca | scendendo, gli venian due cani avanti, | come custodi i suoi passi osservando. (Publio Virgilio Marone, Eneide)
  • Per uscir glorïoso e vincitore | di questa guerra, ascolta. È di qui lunge | non molto Evandro, un re che de l'Arcadia | è qua venuto; e sopra a questi monti | ha degli Arcadi suoi locato il seggio. | Il loco, da Pallante suo bisavo, | è stato Pallantèo da lui nomato; | ed essi perché son nel Lazio esterni, | son nemici a' Latini, ed han con loro | perpetua guerra. A te fa di mestiero | con lor confederarti, e per compagni | a questa impresa avergli. (Tiberino: Publio Virgilio Marone, Eneide) [a Enea]

Voci correlate

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