Tiberino

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Enea e Tiberino raffigurati da B. Pinelli

Tiberino, divinità romana.

Citazioni di Tiberino[modifica]

Publio Virgilio Marone, Eneide[modifica]

  • Enea, stirpe divina, | che Troia da' nemici ne riporti | e la ravvivi e la conservi eterna; | o da me, da' Laurenti e da' Latini | già tanto tempo a tanta speme atteso, | questa è la casa tua, questo è secura- | mente, non t'arrestare, il fatal seggio | che t'è promesso. Le minacce e 'l grido | non temer de la guerra. Ogn'odio, ogn'ira | cessa già de' celesti.
  • Per uscir glorïoso e vincitore | di questa guerra, ascolta. È di qui lunge | non molto Evandro, un re che de l'Arcadia | è qua venuto; e sopra a questi monti | ha degli Arcadi suoi locato il seggio. | Il loco, da Pallante suo bisavo, | è stato Pallantèo da lui nomato; | ed essi perché son nel Lazio esterni, | son nemici a' Latini, ed han con loro | perpetua guerra. A te fa di mestiero | con lor confederarti, e per compagni | a questa impresa avergli.
  • Io sono il Tebro | cerco da te, che qual tu vedi, ondoso | rado queste mie rive, e fendo i campi | de la fertile Ausonia, al cielo amico | sovr'ogni fiume. Quel che qui m'è dato, | è 'l mio seggio maggiore; e fia che poscia | sovr'ogni altra cittade il capo estolla.

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