Quinto Fabio Massimo Verrucoso

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Quinto Fabio Massimo

Quinto Fabio Massimo detto il Temporeggiatore (275 a.C. – 203 a.C.), militare e dittatore romano.

Citazioni di Quinto Fabio Massimo[modifica]

Attribuite[modifica]

  • E non è solo il successo che insegna – il successo è il maestro degli stolti – ma anche la strategia razionale.[1] (citato in Tito Livio, XXII, 39; 1997)
Nec eventus modo hoc docet – stultorum iste magister est – sed eadem ratio.
  • Si dice che la verità è destinata a soffrire, ma non si estingue mai.[1] (citato in Tito Livio, XXII, 39; 1997)
Veritatem laborare nimis saepe aiunt, exstingui nunquam.
  • Vanam gloriam qui spreverit, veram habebit. (citato in Tito Livio, XXII, 39)
Chi disprezzerà la gloria vana, riceverà la gloria autentica.[1][2] (1997)
Avrà la vera gloria chi l'avrà disprezzata. (2011)
  • Omnia non properanti clara certaque erunt; festinatio improvida est et caeca. (citato in Tito Livio, XXII, 39)
A chi opera con calma, ogni cosa è chiara e sicura; la fretta è sconsiderata e cieca.[1] (1997)
Chi non ha fretta ha modo di chiarire ed accertare le cose; la fretta è improvvida e cieca. (2006)
Non semper temeritas est felix.
  • Il fraudolento sa guadagnarsi per tempo la fiducia nelle piccole cose, per tradire poi con grande profitto. (citato in Tito Livio, XXVIII, 42; 1997)
Fraus fidem in parvis sibi praestruit ut, cum operae pretium sit.

Citazioni su Quinto Fabio Massimo[modifica]

  • Coloro ancora, che attribuendo el tutto alla prudenzia e virtù, escludono quanto possono la potestá della fortuna, bisogna almanco confessino che importa assai abattersi o nascere in tempo che le virtù o qualitá per le quali tu ti stimi siano in prezzo; come si può porre lo esemplo di Fabio Massimo, al quale lo essere di natura cunctabundo dette tanta riputazione, perché si riscontrò in una spezie di guerra, nella quale la caldezza era perniziosa, la tarditá utile; in uno altro tempo sarebbe potuto essere el contrario. Però la fortuna sua consisté in questo, che e' tempi suoi avessino bisogno di quella qualitá che era in lui; ma chi potessi variare la natura sua secondo le condizione de' tempi, il che è difficillimo e forse impossibile, sarebbe tanto manco dominato dalla fortuna. (Francesco Guicciardini)
  • Sempre (Signor mio) ho stimato ottimo consiglio quello d'un Capitan Generale di essercito; che considerando alla forza del Nemico, & alla qualità de' Tempi, sappia con vantaggio suo cedere in parte alla fortuna: e massimamente, quando quella per alcun tempo gli è stata contraria, e combattendo con essa fuggire i suoi duri assalti, e temporeggiando il nimico, turbargli con disegno, come per l'esempio di Fabio Massimo si può vedere: Che considerando alla fortuna di Annibale, & alla strage, che i suoi Romani tante volte havevano ricevuto, volle tardando con consiglio sovvenire a gli errori passati, & contrastare con essa, frenando gli avidi animi de' suoi soldati nel disiderio del combattere, i quali non erano capaci dell'avvedimento di Fabio, & a che fine egli si tendesse, dimostrando quella prudenza, che in un Generale d'essercito dee regnare. (Ascanio Centorio Degli Ortensi)

Note[modifica]

  1. a b c d È Quinto Fabio Massimo che parla a Lucio Emilio, presagendo la sconfitta di Canne per il carattere antitetico dell'altro console. Quinto Fabio dopo aver sfiancato Annibale con la sua tattica, si è meritato il soprannome di Temporeggiatore.
  2. Cioè disprezzare la gloria e quindi essere modesti è un presupposto indispensabile per raggiungerla.

Bibliografia[modifica]

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