Francesca da Rimini

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Paolo e Francesca (A. Feuerbach, 1864)

Francesca da Rimini, o da Polenta (1259/1260 – tra il 1283 e il 1285), nobildonna italiana.

Citazioni attribuite[modifica]

Dante Alighieri, Divina Commedia[modifica]

  • Siede la terra dove nata fui [la Romagna] | su la marina dove 'l Po discende | per aver pace co' seguaci sui.
  • Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende, | prese costui de la bella persona | che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. | Amor, ch'a nullo amato amar perdona, | mi prese del costui piacer sì forte, | che, come vedi, ancor non m'abbandona. | Amor condusse noi ad una morte. | Caina attende chi a vita ci spense.
  • Nessun maggior dolore | che ricordarsi del tempo felice | ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore.
  • Quando leggemmo il disïato riso | esser basciato da cotanto amante, | questi, che mai da me non fia diviso, | la bocca mi basciò tutto tremante. | Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse: | quel giorno più non vi leggemmo avante".

Citazioni su Francesca da Rimini[modifica]

  • Francesca | soavemente commoveva a un tempo | colla bellezza i cuori, e con quel tenue | vel di malinconia che più celeste | fea il suo sembiante. L'apponeva ognuno | all'abbandono delle patrie case | e al pudor di santissima fanciulla, | che ad imene ed al trono ed agli applausi | ritrosa ha l'alma. (Silvio Pellico)

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