Franz Schott
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Franz Schott, italianizzato in Francesco Scoto (1548 – 1622), giurista e viaggiatore fiammingo.
Itinerario overo nova descrittione de' viaggi principali d'Italia
[modifica]Camino da Trento a Venetia.
Trento è città della Marca Trivigiana, posta ne i confini di detta Provincia, in una valle. Ha le muraglie attorno, le quali circondano un miglio, et è bagnata dal Ladice verso Tramontana. Quivi si scorgono larghe et belle strade tutte seliciate, et altresì case molto honorevoli. Vi sono belle Chiese, ma picciole. Evvi un sontuoso, et Regal palagio, il quale è stato ristorato nuovamente da Bernardo Clesio Vescovo di Trento. Verso Oriente, v'entra un fiumicello, sopra il quale sono fabricati molti edificij per lavorare la seta et per macinare il grano.
Citazioni
[modifica]- Fu già capo Bologna delle 12 Città, che i Toscani possedevano di là dall'Appennino, i quali essendo stati scacciati da' Galli, et poscia i Galli da' Romani, fu fatta Colonia, havendovi condotti ad habitare tremila huomini. Dopo i Romani fu soggetta a' Greci, a' Longobardi, et all'Esarcato di Ravenna. Poscia si drizzò in libertà, sì come fecero l'altre città di Lombardia, nel qual tempo si levarono le maledette fattioni de i Lambertazzi, et de i Geremei, i quali al fine la condussero a gran miseria, e servitù. Onde per tanti travagli si raccomandarono al Pontefice Romano. Poscia a i Pepoli, Visconti, Bentivogli, et al fine si ridussero sotto l'ombra dell'istesso Papa, il quale hora la tiene con pace. (p. 88v)
- Per andar a Fiorenza da Bologna, si va tra l'Oriente, e 'l mezogiorno per la porta di San Stefano, et si camina per un'amenissima campagna ornata di delitiosi colli. Ove, come dicemmo di sopra, fanno a gara Cerere, Pomona, e Bacco; et passati dieci miglia, si ritrova Pianoro contrada piena di hostarie. (p. 97v)
- Ci aspetta Cesena a' piedi d'un Monte, appresso il fiume Savio, che rapidamente scorre giù dall'Appennino; et qual'hora piove, infecta i finitimi campi, avanti si porti in mare. Ha questa città una forte rocca nel monte fabricata da Federico Secondo Imperatore, la quale si congiunge co'l corpo della città mediante una certa mole, che già fu citadella, ma al presente è quasi affatto distrutta. Vi resta pur una Chiesa, nella qual porta la spesa andare a veder una parte di Porco salato, che ivi dal tetto pende attaccatali per memoria del miracolo in questa guisa successo. (p. 137v)
- L'istesso giorno, volendo, avanti notte arriverai a Spoleto, città splendida, abbondante di tutte le cose. [...] Le vecchie rotte fabriche dimostrano, che era molto in fiore al tempo de i Romani. Si vede il grandissimo palazzo di Teodorico Re de' Gothi distrutto da gl'istessi Gothi, ma rifatta da Narsette Capitano di Giustiniano Imperatore. Apparono in Spoleto i fondamenti d'un theatro, il Tempio della Concordia, e fuori della città forme alta, e forti d'acquedotti, parte tagliate delle coste dell'Apennino, parte con archi di pietra cotta elevati dalla valle bassa et principalmente vedrai gli alti tetti della Chiesa Cathedrale, i muri di marmo, la Rocca fabricata nell'Anfiteatro il ponte di pietra, il qual con grande ingegno è sostenuto da venti quattro gran pile, e congiunte la parte più alta della Città alla Rocca, overo all'Anfiteatro situato in un altro colle. (pp. 155r-155v)
Bibliografia
[modifica]- Franz Schott, Itinerario overo nova descrittione de' viaggi principali d'Italia, a cura di Andrea Scoto, appresso Francesco Bolzetta, Padova, 1649.
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