Gaspare Finali

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Gaspare Finali (da L'Illustrazione italiana, n. 13, 1889)

Gaspare Finali (1829 – 1914), letterato, patriota, politico e avvocato italiano.

La vita politica di contemporanei illustri[modifica]

  • Il barone Bettino Ricasoli, poco noto fuori di Toscana quando nel 1859 fu assunto a capo del Governo provvisorio del paese, diventò per la fermezza del carattere e l'altezza dei propositi in quel tempo e in quell'ufficio dimostrate uno degli uomini, ai quali si rivolse con maggior fiducia la Nazione. (p. 3)
  • Bettino Ricasoli era l'uomo delle grandi occasioni. Nel Parlamento al quale sempre appartenne deputato per Firenze, la sua parola severa, sobria e solenne risuonò rade volte, o per sostenere un grande principio o per iscongiurare un grave pericolo. (p. 3)
  • È questa [la lingua latina] la lingua d'una civiltà universale che fu opera e gloria nostra; fu nel Medio Evo la lingua scritta d'ogni nazione; è anch'oggi la lingua comune dei dotti, e per il papato è una forza. L'Italia, morta nel resto, per la lingua latina visse; e finché immemore o distratta si lascia vincere dalla Germania, e da altre nazioni nel culto della madre lingua, dee sentire che manca qualche cosa alla sua dignità. (p. 271)
  • Nel parlamento [Luigi Carlo Farini] stette al centro, uno dei moderatori del partito ministeriale. [...]. Fu oratore elegante, sobrio ed efficace; i parolai, i fraseggiatori detestava, e gli avvocati[1] in Parlamento gli parvero sempre troppi: spesso fu autore di quelle proposte che conchiudono una lunga ed animata discussione. (p. 272)
  • Dalla dignità del supremo potere Farini senza sforzo scese alla modestia del viver privato. Non cavalli, non carrozze, non coppia di domestici; lo stesso appartamento al terzo piano d'una casa a Torino presso la piazza d'Armi, e pei brevi giorni di riposo la villetta di Saluggia, che avrebbe trovata angusta un negoziante salito a mediocre fortuna. (p. 302)
  • [...] difficilissimo è parlare di Terenzio Mamiani per la altezza del soggetto, che poeta, filosofo, patriota ed uomo di Stato si presenta all'ammirazione in vari aspetti. A parlarne degnamente converrebbe possedere l'eloquio facondo e puro, la frase elegante e gentile, l'elevatezza dei concetti, la squisitezza dei sentimenti che egli metteva in ogni suo discorso, in ogni suo scritto, ed anche nel privato conversare. (p. 359)
  • Con Terenzio Mamiani finisce un'età, una scuola politica e letteraria, grandemente benemerita della nuova Italia. (p. 359)
  • Il Farini temperando, ammaestrato dall'esperienza, l'audacia irriflessiva de' propositi, riuscì uomo di stato; il Minghetti, indole mite e educata dagli studi a cercare i civili progressi senza ricorrere alla violenza, fu indotto dal succedersi degli avvenimenti a immedesimarsi in una politica rivoluzionaria, e nei suoi accorgimenti arditissima. (p. 371)

Note[modifica]

  1. Nel testo "avvovati".

Bibliografia[modifica]

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