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Georgina Masson

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.

Georgina Masson (1912 – 1980), scrittrice e fotografa britannica.

Guida di Roma

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  • Tutta Roma, sia architettonicamente sia nel modo di vivere della gente, è un palinsesto. A prima vista alcuni settori della città danno l'impressione di essere del tutto moderni, oppure di appartenere a un ben definito periodo storico, ma basta che si guardi più da vicino e si resta sbalorditi davanti al rivelarsi di strati diversi di civiltà che ci fanno ripercorrere a ritroso il cammino attraverso i secoli. Più che in qualsiasi altro luogo di Roma, questo appare evidente sul Campidoglio. Il Campidoglio, infatti, sembra dotato della virtù della «macchina del tempo» di Wells; sorgendo come un isola di pace al disopra del frastuono assordante di piazza Venezia, nel cuore della città, esso è capace di ricondurci lentamente, attraverso le varie epoche, sino ai tempi in cui Roma emerse per la prima volta dal raggruppamento dei villaggi di pastori situati sui Sette Colli. (1 - Il Campidoglio, p. 13)
  • Sera dopo sera, si può passeggiare per anni sul Campidoglio osservando la stessa scena, e sempre essa pare suggerirci un aspetto diverso della storia di Roma, perché è questo un luogo che va soggetto a influssi vari che mai sembrano ripetersi. In inverno ci sembrano più vicine le nude rovine della Roma medievale, che risalgono ai tempi quando il Foro si chiamava Campo Vaccino e il Campidoglio era noto come Monte Caprino. Il mondo classico sembra invece risvegliarsi al calore dell'estate, con gli usignoli che si scambiano i loro canti tra i boschetti d'elci e richiamano alla memoria i poeti romani. Nel turbinio di calore e di polvere che accompagna lo scirocco, quando l'aria è greve per il profumo dei cipressi assolati e gli oleandri sono in fiore, non è difficile evocare il fasto feroce dei trionfi romani con il vincitore incoronato d'alloro sulla biga, i prigionieri carichi di catene e il calpestio e le grida dei legionari lungo la Via Sacra. (1 - Il Campidoglio, p. 18)
  • [Piazza Colonna di Roma] Il carattere della piazza ha subito trasformazioni totali durante i secoli XVIII e XIX. Nel secolo XVIII la colonna di Marc'Aurelio era completamente circondata da stufe sulle quali veniva abbrustolito il caffè che serviva per l'intera popolazione della città. La piazza era inoltre piena di bancarelle dove si vendevano frutta e bibite; queste poi vennero sostituite dai caffè di grido, dove si davano convegno i giovanotti eleganti dell'Ottocento, specialmente verso sera, quando tutta la «Roma bene» transitava in carrozza per il Corso. (4 - Da piazza Venezia a piazza Colonna, p. 95)
  • Dal 1871, il Palazzo Farnese è sede dell'ambasciata di Francia. In seguito a un eccezionale accordo economico tra i governi francese e italiano, il palazzo venne ceduto in cambio di un palazzo parigino, con l'obbligo di pagare un affitto simbolico di una lira ogni novantanove anni. Ci si chiede cosa avrebbe pensato l'ideatore del palazzo Alessandro Farnese (poi papa Paolo III, (1534-1549) di un simile baratto. Persino la sua immensa fortuna risentì delle spese sostenute per questo palazzo, al punto che, dopo l'inizio, nel 1514, i lavori furono presto interrotti, provocando la celebre pasquinata «Date elemosine per la costruzione dei Farnese», posta sull'impalcatura. (6 - Da Sant'Andrea della Valle a Palazzo Spada, p. 134)
  • [Piazza Navona] […] fino alla metà del secolo XIX, nel colmo dell'estate, la piazza veniva parzialmente allagata e le carrozze di principi e prelati, con gli equipaggi ornati a festa, usavano passarvi con le ruote in acqua, tra gli schiamazzi e l'allegra gazzarra del popolo. Era «il lago di piazza Navona», citato anche dal Belli. (8 - Da piazza Argentina a piazza Borghese, p. 165)
  • [Piazza Navona] È la più romana di tutte le piazze di Roma, ed è un vero palinsesto architettonico, se mai ve ne è stato uno; nella piccola via del Circo Agonale, che si apre a metà della piazza, sulla destra, possiamo vedere le rovine delle sottostrutture del circo di Domiziano. Ma è piuttosto come luogo d'incontro tra passato e presente – il luogo dove il corso della storia è fluito ininterrottamente per oltre duemila anni – che la piazza trattiene la nostra immaginazione. Dove oggi si allineano tutt'intorno, quasi assonnate, le case dalla tinta rossastra o giallo-ocra addolcita dal tempo, le appassionate folle romane di un tempo applaudivano i loro atleti preferiti. (8 - Da piazza Argentina a piazza Borghese, pp. 165-166)
  • [Basilica di Santa Sabina] Secondo l'autore, questa è la più bella tra le antiche chiese di Roma. (20 - Da via del Foro Olitorio a Santa Prisca e a San Saba, p. 436)
  • L'esterno [di Santa Sabina] è di una nuda semplicità; all'interno la severa maestà della basilica del V secolo si rivela in tutta la sua grandiosità. È probabile che in nessun'altra chiesa romana proporzioni altrettanto magnifiche e lo spiegamento di ventiquattro superbe colonne corinzie, tutte eguali, si uniscano a una vera e propria cascata di luce dorata, come quella che pervade questo bellissimo edificio. (20 - Da via del Foro Olitorio a Santa Prisca e a San Saba, pp. 436-437)

Bibliografia

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  • Georgina Masson, Guida di Roma (The companion guide to Rome), traduzione di Elena Lante della Rovere, prima edizione Oscar Mondadori, Arnoldo Mondadori editore, Roma, 1974.

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