Giancarlo De Carlo

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Giancarlo De Carlo

Giancarlo De Carlo (1919 – 2005), architetto, urbanista, teorico dell'architettura e accademico italiano.

Citazioni di Giancarlo De Carlo[modifica]

  • E nel frattempo sarebbe bene, invece che abbandonarsi a retoriche proposizioni futuribili, cominciare a riconoscere che la Sopraelevata non è nata per caso: che ha sue interne ragioni nelle difficoltà obiettive di tutto il sistema di movimenti in Città; che attenua (anche se goffamente, come tutte le strade pensate solo per le automobili) un grave problema di congestione; che la sua struttura è stata concepita a un buon livello di competenza tecnica; che la sua configurazione, osservata con attenzione, si rivela meno banale di quanto superficialmente si continua a ripetere e per di più è coerente con quell'atteggiamento di sperimentalismo positivo tipico della cultura urbana genovese; che ormai la sua figura è entrata nell'immaginario collettivo come uno dei simboli della Città, riconoscibili e memorabili.[1]
  • Il piano urbanistico [... concepito] come manifestazione di collaborazione collettiva, diventa lo sforzo di individuare le vere esigenze degli uomini e liberarle dagli ostacoli che si oppongono alla loro soluzione; il tentativo di riportare a un rapporto armonico i fatti naturali, economici, tecnici e i fatti umani. Non è più una pura questione di traffico o di mezzi di trasporto o di estetica edilizia, diventa un processo di chiarificazione dei problemi della regione, della città e della casa, continuamente riferiti al principio umano e alla sua espressione sociale.[2]
  • La gloria delle città dipende dall'immaginazione dei cittadini e questa, a sua volta, dai circuiti di esperienze e di scambi di cui sono partecipi: dipende, in definitiva, dalle energie dei luoghi.[3]

La città e il porto[modifica]

  • Mi capitava di raccontare di come la città [Genova] era incastonata tra il mare e una catena di colli brulli e massicci, formando una figura urbana che era piuttosto insolita per l'esperienza dei miei interlocutori livornesi o tunisini o più tardi triestini; di come le strade dell'abitato antico erano sinuose e strette e quelle dell'abitato moderno dritte e larghe, con case alte e secche le prime, con palazzi tarchiati e fastosi le seconde; di come spesso negli edifici si poteva entrare sia dal basso che dall'alto, per cui i tetti non erano una fine ma un principio, non concludevano ma erano invece un esordio; della magnificenza civile della piazza De Ferrari e di via XX Settembre; del Bisagno che avevo attraversato di continuo per andare in centro dalla casa d'affitto dove abitavo in via Paolo Giacometti angolo piazza Giusti; del Porto soprattutto e delle navi che entravano fin dentro la città per ormeggiarsi ai vari Ponti. (pp. 6-7)
  • Genova è senza dubbio una delle più belle città del mondo, il suo Centro Storico uno dei più affascinanti oltre che dei più integri, Prè uno dei suoi quartieri più significativi e memorabili, quello che i viaggiatori e i naviganti e i turisti attenti raccontano con più vivezza quando tornano a casa. (pp. 9-10)
  • Avevo perfino fatto una lezione su Prè alla Scuola di Architettura di Venezia, dove insegnavo, per prenderlo come esempio del particolare stratificarsi di quelle città portuali che sono nate su un impianto relativamente semplice e poi lo hanno progressivamente complicato, dall'interno, man mano che trascorreva il tempo e si sviluppava il confronto con l'uso. Mi sembrava di trovare nella sua tessitura — come del resto in quella di molti sestieri veneziani — prove lampanti dell'esistenza di una inarrestabile entropia per cui la tipologia evolve senza soste in morfologia. Così ogni episodio autentico di architettura, nel percorrere la sua esperienza temporale e umana, continua ad alterare il «tipo» secondo il quale è stato organizzato in origine fino a dissolverlo; e parallelamente (di conseguenza) si arricchisce di inserti formali che lo rendono sempre più significante. (p. 10)

Note[modifica]

  1. Da Oltre il grigio universale, Sagep Editrice, Genova, 1988, p. 11. ISBN 88-7058-269-8
  2. Da Il problema della casa, in Volontà, n. 10-11, anno II, 1948, p. 47. Citato in Francesco Samassa, DE CARLO, Giancarlo, treccani.it.
  3. Da Viaggi in Grecia, con 40 disegni dell'autore, a cura di Anna De Carlo, prefazione di Stefano Boeri, Quodlibet (Collana Abitare, 2), Macerata, 2010. ISBN 9788874623228. Citato in Giancarlo De Carlo "Viaggi in Grecia", abitare.it, 31 ottobre 2010.

Bibliografia[modifica]

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