Giancristiano Desiderio

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Giancristiano Desiderio (1968 – vivente), giornalista, scrittore e insegnante italiano.

Citazioni di Giancristiano Desiderio[modifica]

  • [...] nell'incendio di Pontelandolfo, che nel tempo ha cambiato pelle ed è diventato l'eccidio di Pontegandolfo, si gioca una partita più grande del paese sannita, una partita che riguarda la storia d'Italia: in ballo non vi è tanto la condanna dei fatti di Pontelandolfo quanto il giudizio sul Risorgimento e affinché il giudizio storico sull'unità italiana possa essere negativo è necessario che Pontelandolfo bruci ancora e che i fatti siano visti in una luce sinistra e tenebrosa. Così i briganti non saranno più briganti ma diventeranno partigiani e come patrioti borbonici combatteranno eroicamente la resistenza del legittimismo e i contadini, a loro volta, ribellandosi e insorgendo condurranno una guerra di popolo, non contro gli invasori piemontesi come faranno i briganti patrioti, bensì contro la classe odiosa dei borghesi e proprietari e – quasi inutile dirlo – i contadini saranno i buoni e i galantuomini saranno i cattivi.[1]
  • La strategia militare dell'esercito nel neonato Stato italiano aveva un obiettivo che appare evidente: impedire che il Mezzogiorno nella fase di trapasso dal Regno delle Due Sicilie al Regno d'Italia scivolasse in una situazione di anarchia che avrebbe per forza di cose determinato l'intervento delle potenze europee e la fine ingloriosa del lavoro di Cavour e dell'improvvisazione della stessa storia. La controparte del governo italiano in quel preciso momento non era rappresentata né dai briganti né dai contadini ma dalle cancellerie europee che non credevano possibile che l'Italia riuscisse per davvero a passare da "espressione geografica" a nuovo stato nazionale europeo.[2]

Da Holodomor, genocidio per fame

Corrieredelmezzogiorno.corriere.it, 5 aprile 2022

  • L'invasione dell'Ucraina da parte dei carri armati russi ha, ancora una volta, rinnovato la paura nella mente storica del popolo ucraino che resiste proprio perché non vuole più ripetere il passato con la sottomissione e la morte del presente. La resistenza ucraina ha la sua radice nella memoria dell'Holodomor.
  • Il governo italiano sapeva. Eppure, nonostante una ricca documentazione diplomatica si è dovuto attendere fino al 1986 per parlare, senza più negarlo, dello sterminio organizzato dei contadini ucraini.
  • La guerra dell'Ucraina – che, in realtà, è l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia – è, dunque, per il popolo del presidente Volodymyr Zelensky l'Holodomor che «nel pensier rinnova la paura», come dice il primo canto dell'Inferno di Dante. Si può capire meglio, ora, perché resistano. Perché non hanno dimenticato il loro passato e non vogliono ripeterlo. Non vogliono più né sottomissione, né morte. Vogliono essere liberi.

Note[modifica]

  1. Da Pontelandolfo 1861: tutta un'altra storia, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2019, p. 7. ISBN 9788849856927
  2. Da Pontelandolfo 1861, pp. 12-13.

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