Gianluigi Paragone

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Gianluigi Paragone

Gianluigi Paragone (1971 – vivente), conduttore televisivo, giornalista e politico italiano.

Citazioni di Gianluigi Paragone[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Conte è andato via perché la squadra che stanno allestendo non è all'altezza. Glielo ha detto in faccia sia ad Andrea Agnelli che a Beppe Marotta. Il clima si è scaldato fino al punto che Agnelli lo ha provocato con la più idiota delle frasi: «Se vuoi, te ne puoi andare». E quello se n'è andato. Giustamente. Perché è proprio quando non viene riconosciuto il proprio valore che poi tutto il resto non ha più senso. [...] Non me la prendo con Marotta (che già fa i miracoli!) ma con Andrea Agnelli, il quale sta subendo il pressing di Marchionne e di tutti coloro che vedono la Juventus come un fardello e non come un top brand.[1]
  • La Juve è una squadra prepotentemente italiana, arrogantemente sabauda, provincialmente vincente. Tutto qui. A Cardiff come a Berlino. Ad Atene come a Monaco di Baviera: in Grecia una squadra composta da campioni del mondo si afflosciò contro l’Amburgo di Magath mentre in Germania la Juve campione in carica venne umiliata da un Borussia di reduci e di scarti. E poi tutte le altre finali, vergognosamente perse per mancanza di hybris, cioè di quel senso epico che ti fa dire che sei davvero leggendario, capace di sovvertire il volere degli dei. Altro che Coppa maledetta, la maledizione è dentro di noi: la Juve, ne ho preso coscienza la scorsa notte, non potrà mai avere quella forza epica perché è una squadra costruita dal potere e nel potere. Solo che è un potere locale. Un potere che ci fa vincere 33 scudetti; gli ultimi sei di fila e per questo si scomoda l’espressione LE6END, leggenda. Un potere che ci fa pensare superbamente di averne vinti 35 sul campo, roba che se anche fosse vero non lo direi perché tre stelle e solo due Coppe dalle Grandi orecchie in bacheca allora sei davvero un eroe perdente. Peggio di Ettore.[2]
  • Se è vero che il calcio è lo specchio del paese, allora l'esclusione dal Mondiale andrebbe vista come quel brufolo che scopri la mattina e su cui metterai gli occhi e il dito per tutto il giorno. Il brufolo del pallone è lo stesso brufolo della politica, dell'economia e di gran parte dell'Italia cosiddetta pensante.[3]

Note[modifica]

  1. Da Elogio di Conte. Ha fatto bene ad andarsene, Libero, 17 luglio 2014, p. 37.
  2. Da Gianluigi Paragone: la Juve in Europa perde sempre perché troppo legata al potere, liberoquotidiano.it, 5 giugno 2017.
  3. Da Se l'Italia è fuori dai Mondiali è perché il calcio, come il Paese, ha preferito risparmiare, Ilfattoquotidiano.it, 15 novembre 2017.

Altri progetti[modifica]