Giorgio Nicodemi

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Il critico d'arte Nicodemi

Giorgio Nicodemi (1891 – 1967), museologo, critico e storico dell'arte italiano.

Citazioni di Giorgio Nicodemi[modifica]

  • [Bernardino Luini] È cosi abbondante e facile sempre nel prodigio di una tecnica profonda e impeccabile, che ritrova tutte le sensibilità delle carni, delle stoffe, delle cose, è così piena di seduzioni molli e graziose la sua snellezza di costruttore di scene armoniche e di figure care, che nessuno può immaginare l'artista disgiunto dalla vita delle sue innumerevoli opere.[1]
  • Francesco Filippini [...] diede le prime conclusioni paesistiche alla pittura lombarda derivata dall'impressionismo romantico di Tranquillo Cremona. I suoi dipinti, tutti scrupolosamente eseguiti sul vero, dalla precisa rappresentazione delle cose ottenute con un esattissimo senso delle tinte pacate, e come riassunte da una intonazione generale profonda, fanno tutti apparire una grandezza pànica e un sentimento raccolto di poesia, che dà la misura dell'originalità dell'artista.[2]
  • [Giuseppe Amisani] Nel 1908, vinto il premio Mylius col dipinto l'Eroe, entrò nella vita artistica milanese, dividendo con l'Alciati la fama di ritrattista elegante e di fresco coloritore. [...] Delle sue numerosissime opere le più rappresentative sono: Teletta (alla Galleria d'arte moderna di Milano), i ritratti di Maria Melato, di Lydia Borelli, ecc., paesaggi di Rodi, della Tunisia e delle regioni alpine italiane.[3]

Daniele Crespi[modifica]

Incipit[modifica]

L'empito di vita, che invase l'Arte ne' primi decennii del seicento, fatto di una fede e di un entusiasmo, per il quale l'anima di Michelangelo parve rivivere in faville innumerevoli, non trovò chi, come Daniele Crespi, l'esprimesse con tanto profondo e raccolto ardore.
Sullo sfondo livido del secolo, da noi tanto lontano perché privo di quella grandezza, o di quell'espressione di grandezza, che più i posteri, come di fronte all'epoca del Rinascimento, colpisce, esprime egli in un modo convinto, d'uomo moderno, fervido, l'ansia incomposta del tempo, che i documenti storici provano, che nessun documento letterario del tempo con esattezza riprodusse, quale ad Alessandro Manzoni soltanto apparve.
I contemporanei lo videro passare, quasi senza accorgersi di lui, che la breve vita condusse nello sforzo continuo dell'affinamento, legata all'arte intima, religiosa, delle chiese, le quali, per le ricercate teorie del concilio tridentino, assumevano allora un nuovo aspetto.

Citazioni[modifica]

  • [Daniele Crespi] L'opera sua si rivela in un complesso granitico, formidabile, unita tutta da una stessa ispirazione, vibrante della commozione portentosa di un'anima grandissima, dell'alitare di tutto un popolo, di un senso religioso oscuro, quasi medievale, che rinasce nel primo seicento, spinto dalla controriforma, dai disastri rovesciatisi sulla Lombardia. (p. 8)
  • [Daniele Crespi] La diversità strabiliante delle maniere e delle forme, nelle sue opere, non viene che da una stranissima facoltà assimilatrice. Quasi per ogni lavoro suo è possibile qualche accostamento con artisti anteriori o contemporanei, e la sua produzione, per la maggior parte, permette più di apprezzare lo sforzo e l'interpretazione geniale di un'idea informativa, derivata da altri lavori, che una sua personalità viva e vera. (pp. 11-12)
  • [Daniele Crespi] Dietro a lui non rimasero veri discepoli, il Cornara[4] solo qualche volta gli si accostò in modo purissimo. La scuola Milanese da lui non prese nulla. [...].
    Con Daniele l'epoca si chiude. La sua grandezza nel disegno, nel senso pittorico, nell'espressione delle scene religiose, non fu più raggiunta dopo di lui a Milano.
    Parve infatti che una favilla di Michelangelo stesso fosse rivissuto in lui che morì quando cominciava a porre l'arte milanese in una nuova via. (p. 30)

Note[modifica]

  1. Da Bernardino Luini, Piccola collezione d'arte n. 36, Istituto di edizioni artistiche Fratelli Alinari, Firenze, 1922, p. 6.
  2. Citato in Chiara Alessandri, ‎Giandomenico Romanelli e ‎Flavia Scotton, Venezia: gli anni di Ca' Pesaro, 1908-1920, Mazzotta, Milano, 1987. ISBN 88-202-0826-1
  3. Da AMISANI, Giuseppe, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1929.
  4. Carlo Cornara (1605?-1673?), pittore milanese.

Bibliografia[modifica]

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