Giovanni Vailati

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Giovanni Vailati

Giovanni Vailati (1863 – 1909), filosofo, matematico e storico italiano.

Citazioni di Giovanni Vailati[modifica]

  • Il ricorso all'esperienza è riguardato dai pragmatisti come un mezzo, non soltanto di verificare o provare una teoria, ma anche di determinare o mettere in evidenza quella parte di essa che può essere oggetto di proficua discussione.
    La questione di determinare che cosa vogliamo dire quando enunciamo una data proposizione, non solo è una questione affatto distinta da quella di decidere se essa sia vera o falsa; essa è una questione che, in un modo o in un altro, occorre che sia decisa prima che la trattazione dell'altra possa essere anche soltanto iniziata. (da Scritti di G. Vailati (1863-1909), Le origini e l'idea stessa di pragmatismo, Successori B. Seeber, Firenze, 1911, p. 923)
  • Ogni errore ci indica uno scoglio da evitare mentre non ogni scoperta ci indica una via da seguire. (da Il metodo della filosofia, a cura di Ferruccio Rossi-Landi, Laterza, 1957)

Incipit di alcune opere[modifica]

Alcune osservazioni sulle questioni di parole nella storia della scienza e della cultura[modifica]

La distinzione tra le questioni che si riferiscono alla verità o credibilità d'una data opinione e quelle che si riferiscono invece alla convenienza di esprimerla sotto una forma piuttostoché sotto un'altra, viene ad assumere piuttostoché a perdere rilievo ed importanza di mano in mano che noi acquistiamo più intima conoscenza delle varie trasformazioni attraverso alle quali le teorie scientifiche si sono andate svolgendo, e dei vari significati che una stessa formola verbale ha successivamente assunti prima che ad essa venisse attribuito il significato che essa ha attualmente. Ciò rende tanto più singolare e bisognevole di spiegazione il frequente ricorrere, nella storia delle scienze, di fatti che contraddicono, o almeno sembrano contraddire, all'opinione comunemente accettata, secondo la quale le "questioni di parole" sarebbero da considerarsi come oziose e futili di fronte alle "questioni di fatto", e il tempo e gli sforzi ad esse applicati come pressoché sprecati, per ciò almeno che concerne l'effettivo avanzamento delle conoscenze.

Scritti filosofici[modifica]

Alle ricerche storiche sui progressi del sapere umano si è portati ora ad attribuire una importanza assai maggiore di quanto non avvenisse in passato. La disposizione a considerare la storia delle scienze come una semplice raccolta di aneddoti singolari e divertenti, non aventi altro scopo che quello di soddisfare la naturale curiosità che desta tutto ciò che si riferisce alle vicende della vita o alle qualità personali dei grandi scienziati del passato, non è certamente ancora del tutto scomparsa, e capita qualche volta ancora adesso di sentire addurre, a difesa di questo modo di vedere, dei ragionamenti che non differiscono che per la forma dalla famosa boutade del buono ed illustre filosofo cartesiano Malebranche, il quale, per provare come un vero scienziato non dovesse dare alcuna importanza all'acquisto di cognizioni storiche, citava il fatto che, secondo le Sacre Scritture, Adamo, prima di assaggiare il frutto proibito, si trovava perfettamente in possesso di tutte le cognizioni scientifiche, che in seguito i suoi discendenti dovettero riconquistare gradatamente; eppure egli non conosceva affatto la storia per il motivo che il soggetto di essa non esisteva ancora[1].

Citazioni su Giovanni Vailati[modifica]

Umberto Ricci[modifica]

  • Carattere eccezionale di adolescente ingenuo, egli s'innamorava di tutte le cose veramente belle e originali. In un esercito di conoscenti non ebbe che amici, poiché il suo cuore non conobbe gelosie, non conobbe ambizioni, non conobbe malignità. Mai un sentimento che non fosse nobile e generoso offuscò l'anima serena di Giovanni Vailati, mai una parola amara, pungente o intollerante parti dal suo labbro. Egli amava e ammaestrava gli uomini come un savio della Grecia antica, attirava a sé i giovani come i vecchi, regalava libri, consigli, avvertimenti, era felice quando poteva presentare l'uno all'altro due studiosi che non si conoscessero.
  • Il suo capolavoro è forse lo scritto «Sull'applicabilità dei concetti di causa e di effetto nelle sciente storiche», un capolavoro di sei pagine, dove, meglio che in un grosso volume, viene definitivamente combattuta e vinta l'idea di una pretesa inferiorità delle leggi economiche rispetto alle leggi fisiche: tra leggi economiche e leggi fisiche egli dimostra non esservi differenza logica.
    Matematico, egli avversava l'uso delle matematiche nelle scienze sociali. Temeva che le formule inserite, non sempre a proposito, negli scritti economici tramutassero le dissertazioni economiche in esercitazioni algebriche.
  • L'economia politica occupava un posto vistoso in mezzo a una bella ghirlanda di scienze che nella mente di Giovanni Vailati si collegavano armonicamente. Matematico, fisico, storico della meccanica, filosofo, glottologo, economista, sociologo, pedagogista, Giovanni Vailati fu un ingegno scintillante e proteiforme, che signoreggiava molti rami dell'umano sapere e faceva dall'uno all'altro così rapidi e brillanti passaggi, da sorprendere ogni ascoltatore.

Note[modifica]

  1. Tra le scuole filosofiche della Grecia antica, quella che assunse in modo più caratteristico questa stessa attitudine verso gli studi storici fu la scuola epicurea. Racconta Diogene Laerzio che nei 300 volumi (κύλινδροι) delle opere d'Epicuro non si trovava neppure una citazione, o un accenno a opinioni che non fossero quelle dell'autore («γέγραπται δὲ μαρτύριον ἔξωθεν ἐν αὐτοῖς οὐδέν·ἀλλ΄αὖται εἰσὶν Ἐπικούρου ϕωναί», De vitis philosophorum, lib. X, cap. I, XVII) («in essi non è scritta alcuna testimonianza dall'esterno, ma son tutte parole di Epicuro)

Bibliografia[modifica]

Altri progetti[modifica]