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Giuseppe Barzaghi

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Giuseppe Barzaghi (1958 – vivente) religioso, filosofo e teologo italiano.

Citazioni di Giuseppe Barzaghi

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Citazioni in ordine temporale.

  • È vero che ammettere l'eternità del tutto significherebbe negare la creazione, negare la storicità, ma la stessa essenza del cristianesimo si presenta in alcuni elementi rivelati come ciò che esige l'oltrepassamento della storia.[1]

Fra Giovanni Ruotolo, osservatoredomenicano.it, 9 gennaio 2018.

  • Per me la vocazione è la compassione.
  • “Per me la cosa affascinante è Cristo Crocifisso. Non mi interessa, se sia risorto”. A quel punto ero così: è Cristo crocifisso e non risorto. Poi evidentemente… se uno negasse la Risurrezione, vana sarebbe la nostra fede, no? Però io mi ricordo che in quel periodo lì mi colpiva soprattutto Cristo Crocifisso e non Risorto. Come se fosse tutto concentrato in quella compassione che non aveva quasi apparentemente un senso, ma che concentrava le lacrime dell'universo. Sunt lacrimae rerum et mentem mortalia tangunt, no? È Virgilio: ci sono delle lacrime iscritte nelle cose, il senso cristiano è quello di saperle scoprire perché le avverte tutte dentro quell'Agnello. Questo è stato.
  • per me la vocazione è stata soprattutto quella sacerdotale. Ma una vocazione sacerdotale già modulata culturalmente, perché io già dal liceo ero appassionato di San Tommaso d'Aquino. Quindi io sono andato a cercare i domenicani: volevo diventare sacerdote, ma il sacerdozio nella vita domenicana per me voleva dire San Tommaso d'Aquino; avevo appunto iniziato a studiare San Tommaso che avevo 16 anni: mi ero fatto regalare da mia mamma la Somma Teologica.
  • La filosofia appena cade in un cuore buono, ben coltivato dalla Grazia, allora si chiama consolazione. Arriva a sentire l'odore della compassione e non ha neanche il coraggio di dire che odore, perché ha un profumo… per non offendere. E questa è la vita religiosa.

raicultura.it, marzo 2021.

  • C'è una coincidenza della passione, morte e risurrezione di Cristo nello stesso atto istantaneo della creazione, ciò che nell'universo si squaderna è avvolto in questa istantaneità. Severino deve ammettere il divenire, che però è per lui l'apparire e lo scomparire degli eterni.
  • Tutto ciò che appare è eterno, anche se non appare sempre, secondo il logos l'essere è e il non essere non è, tutto è eterno, per cui quando un ente non appare continua comunque ad essere.
  • C'è uno scenario infinito in cui tutti gli eterni continuano eternamente ad apparire, che nella filosofia tomista si chiama scientia Dei visionis. Si tratta pertanto di una posizione che non è incompatibile con la visione cristiana, nella quale Dio, conoscendo la propria essenza, conosce tutte le realizzazioni similitudinarie di essa, il suo atto di conoscere sé è la conoscenza della totalità delle creature, totalità che ha una sua concentrazione nell'Agnello immolato nello stesso atto creatore, che è il senso di tutto l'universo.

raicultura.it, aprile 2021.

  • San Paolo dice che il cristiano è triste eppure sempre gioioso, il che vuol dire che è sereno e questa serenità si trova nella fede. In questo periodo c'è un grande recupero del senso della fede.
  • La scienza non è il progresso: Pirrone lo scettico diceva che non c'è niente di certo tra gli uomini, per cui solo andando oltre l'ordine dell'umano si può trovare la certezza.
  • L'intelligenza in una società complessa come la nostra dovrebbe indicarci la strategia per semplificarla.

raicultura.it, giugno 2021.

  • Un sughero quando viene gettato in acqua, anche in una tempesta, coincide con la tempesta, è come se si divertisse, senza mai affondare, con la dinamica delle onde. L'opporsi faticoso è contrastare l'anima della fede, l'abbandonarsi fiducioso coincide invece con l'essenza stessa della fede.
  • Ciò che è divino non conosce ostacoli, è senza sforzo, la Grazia e i doni di Dio sono senza sforzo perché sono un coinvolgimento, un lasciarsi conquistare da Dio.
  • La perfetta andatura di Dio è l'andatura della creatura che si abbandona a Dio.
  • La fede matura nell'esperienza mistica nel sentire profondo quando intervengono i doni dello Spirito Santo, però questi doni toccano anche l'aspetto intellettivo della fede. L'impugnazione della verità conosciuta è un peccato contro lo Spirito Santo. La “bella battaglia” della fede consiste nel superare il timore della resa, prestando attenzione al modo nel quale si ascolta la voce divina.

Andrea Galli, avvenire.it, 27 gennaio 2024.

  • San Tommaso è un grande dialettico, dove dialettica significa “dire attraverso”. Esiste una dialettica rigida, quella appartenente più propriamente alla logica, ed esiste anche una dialettica morbida, che è sempre un dire attraverso, però non è più semplicemente una questione formale di concetti, ma di immagini. L'immagine è veramente un vedere attraverso. Basta pensare all'etimologia: imago, che è una contrazione di imitago, imitazione. Quando uno imita fa vedere in sé l'altro da sé.
  • San Tommaso, presso i suoi contemporanei dotti era il grande commentatore di Aristotele, della Scrittura, il grande teologo, ma presso la gente comune era un uomo dotato di memoria prodigiosa. Quando nel De Prudentia spiega come si può ben memorizzare, il primo criterio è: associare le idee troppo astratte a delle immagini vivacissime.
  • Noi non comprendiamo le cose spirituali se non a partire da quelle che appartengono alla sensorialità. Non c'è niente nell'intelletto che prima non sia stato nel senso, questo è un altro dei suoi assiomi.
  • Quando vuole rappresentare l'attività della nostra ragione nella conoscenza, prende l'immagine del volo degli uccelli e dice: esiste l'uccello che vola in modo roteante, circolare, oppure il volo che va avanti e indietro o il volo che va dall'alto in basso, dal basso in alto. Il moto circolare è il moto contemplativo, il moto che va avanti va dalla causa all'effetto, indietro è dall'effetto alla causa, dall'alto in basso è la deduzione, dal basso in alto è l'induzione. Ricordando il volo degli uccelli si ricordano tutte le formalità dell'attività conoscitiva.

Note

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