Giuseppe Massari

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Giuseppe Massari (1861)

Giuseppe Massari (1821 – 1884), patriota, giornalista e politico italiano.

La vita ed il regno di Vittorio Emauele II di Savoia primo re d'Italia[modifica]

  • Il conte Siccardi era probo e dotto magistrato, dalla elegante parola, dall'argomentare succoso e vibrato; gli mancava la pieghevolezza del diplomatico, e nei maneggi della politica non era esperto. (vol. I, cap. XVIII, p. 145)
  • La sanzione [del re Vittorio Emanuele] a quella legge [sull'abolizione del foro ecclesiastico] tolse ogni speranza a coloro i quali avevano accolta nell'animo la fallace lusinga che all'ultimo momento tutto sarebbe andato a monte; fu grande scoppio di sdegni, di proteste, di ire. Si protestò da Roma, protestò l'episcopato subalpino; due fra i primarii vescovi del regno, quelli delle diocesi di Torino e di Cagliari, fecero atti, che a nome ed in conformità delle leggi vennero puniti; un ministro della corona, il cavalier Pietro di Santarosa, venuto in fin di vita richiese i conforti della religione, che sinceramente professava ed alla quale era sinceramente persuaso di non aver recato offesa partecipando come ministro e come deputato all'approvazione della legge proposta dal suo collega Siccardi, e quei conforti gli vennero inesorabilmente negati. (vol. I, cap. XXI, p. 161)
  • Monsignor Charvaz non era un cortigiano: amava il Re del rispettoso affetto di suddito fedele; non dimenticava di averlo avuto a discepolo, e con la duplice autorità del suo ministerio sacerdotale e di una paterna affezione usava sovente ricordargli i precetti, che a lui giovanetto aveva dati. Il buon Re diceva che monsignor Charvaz gli faceva sempre qualche predica, ma anziché dolersi della severità dell'antico precettore, ravvisava in essa la prova del non mutato affetto, e bramava ch'egli lo tenesse sempre in buon concetto. (vol. I, cap. XXIX, p. 212)

Incipit di alcune opere[modifica]

Cenni biografici di Vincenzo Gioberti[modifica]

Il risorgimento italiano è il fatto più glorioso e consolante dell'epoca moderna. L'Italia è sempre la prediletta figliuola della Provvidenza; quando tutti la credevano morta o per lo meno immersa in profondo letargo, la voce di Dio la chiamò a nuova vita, la fece sorgere a grandi ed immortali destini. La sventurata dormiva ma si è risvegliata: era morta, come dicevano i suoi calunniatori, ma oggi è risuscitata. Il dito di Dio operò visibilmente tanto portento: stolto chi non lo vede, empio chi non ci crede!

Il Conte di Cavour. Ricordi biografici[modifica]

La vita del Conte di Cavour porge ampio ed inesauribile argomento alle riflessioni dello statista, alle considerazioni dello storico, alle osservazioni del filosofo. La di lui biografia si confonde e si immedesima con la storia della formazione della nazionalità italiana, ed è in pari tempo una pagina luminosa, forse la pagina maggiore della storia della civiltà nel secolo decimonono. Chiamare l'Italia ad essere di nazione non fu solamente benefizio immenso agl'Italiani, ma fu pure opera provvida e sapiente di civiltà.

Il generale Alfonso La Marmora. Ricordi biografici[modifica]

Raccogliendo i ricordi della vita degli uomini che ebbero maggiori ingerenze nelle pubbliche faccende e servirono la patria con l'opera e col consiglio, non si adempie soltanto ad un dovere di gratitudine; ma ritraendo le loro fattezze morali, descrivendo la loro indole, narrando ciò che dissero e ciò che fecero si porgono alla storia i fatti ed i criteri necessari a recare giusti e sicuri giudizi su gli avvenimenti.

Bibliografia[modifica]

Altri progetti[modifica]