Mario Monti (scrittore)
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Mario Monti (1925 – 1999), scrittore ed editore italiano.
Gli esploratori
[modifica]Mentre l'Europa conosceva ormai l'interno della Cina, aveva scoperto nuovi continenti e concludeva quei lunghi viaggi di mare che rendevano familiari e domestici oceani, per molti secoli ignorati, l'Africa difendeva ancora, a pochi chilometri dalle sue coste (come una gran dama nasconde le proprie grazie quasi a eccitare la curiosità e l'interesse dei propri corteggiatori sino alla passione), quei misteri, presto gioia e tormento del tipico esploratore borghese.
Citazioni
[modifica]- Sotto le vesti di sportman, di filantropo, di scienziato, l'esploratore dell'Ottocento cela le mire politiche di un'Europa già impegnata nella corsa all'accaparramento delle colonie. È forse questa la ragione più importante per cui gli «africanisti» figurano come i veri eroi della loro epoca. (p. 3-4)
- Molta gente, per molto tempo, rimase ferma al convincimento che il bestiame dell'Africa fosse rappresentato dagli schiavi, tant'è vero che un viaggiatore poteva comprare a sua scelta, persino come provvista da portarsi nei tragitti, carne umana da macello. Tenendo in mente questo punto, oggi non deve preoccupare alcuna meraviglia che gli africani perdano le staffe appena fiutano l'odore di libertà. (p. 10)
- Al contrario del grande predicatore inglese [William Wilberforce], o di uomini come Cameron, che si limitavano a bollare d'infamia la schiavitù, Gessi fu tra quanti combatterono gli schiavisti con fucilate, scariche di mitraglia e talvolta persino cannonate. (p. 13)
- [Tippo Tip] Un po' per caso e un po' perché vi era condotto dal proprio temperamento, da un commercio pacifico egli trasformò la tratta dell'avorio e degli schiavi in un seguito di razzie ai villaggi indigeni. Era talmente comodo servirsi della mano d'opera trovata sul luogo, ovvero degli abitanti stessi dei villaggi razziati, per trasportare il bottino alla costa, che ben presto altri arabi finirono per imitarlo. (p. 68)
- Come tutti i grandi marinai della sua epoca egli [Ferdinando Magellano] è guidato da un'ossessione: la vera meta sono Las Islas de la Especerias, quelle isole delle Spezie, quelle Molucche che ha tanto sentito decantare dal suo vecchio compagno d'arme Serrāo. (p. 177)
- Cook avrebbe presto scoperto che tra i doni presentati nei panieri [dagli hawaiani], banane, pesci, maialini di latte e frutti dell'albero del pane, figurava anche qualche bistecca umana e osservò:
«Così, se fossimo stati uccisi, bisognava concludere, ci avrebbero mangiati...»
Ma da inglese pratico nota:
«Ciò naturalmente sarebbe dipeso dal fatto che ci trovassimo in ostilità con loro». (p. 202) - Cook cercò di rendersi amici gli indigeni delle isole [Hawaii]; distribuì tra loro specchietti e chincaglieria, badò sempre a non sparare i cannoni e a mostrarsi sorridente e cordiale. L'anno dopo, tuttavia, alla baia di Kealakekua, finì vittima loro; il suo corpo venne tagliato in vari pezzi, che poi i preti si sforzarono di recuperare; il suo destino assomiglia molto a quello di Magellano, perché anche il corpo di costui rimase nelle mani degli indigeni. (p. 203)
Bibliografia
[modifica]- Mario Monti, Gli esploratori, Longanesi & C., Milano 1970.
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