Gran Premio motociclistico delle Nazioni 1973

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Il tracciato di Monza nella configurazione adottata per il Gran Premio motociclistico delle Nazioni 1973

Citazioni sul Gran Premio motociclistico delle Nazioni 1973.

  • [Sull'incidente in cui persero la vita Pasolini e Saarinen] Cosa sono io? Un mostro diverso dagli altri? Di solito riesco a tenere per me le emozioni, ma oltre un certo limite non si va. (Giacomo Agostini)
  • La gara delle 250 vede in pole il finlandese Jarno Saarinen, campione del mondo in carica della 250 e vice campione nella 350 sempre nel 1972, mentre Renzo Pasolini, che nel 1972 è stato secondo nel mondiale 250 e terzo nella classe 350, porta al debutto la H-D raffreddata ad acqua. Una manciata di secondi e il dramma si consuma alla prima curva dopo il via. La moto di Pasolini perde aderenza all'ingresso della Curva Grande, il Curvone appunto, il campione romagnolo cade e nella carambola che ne segue cadono altri tredici piloti. Ad averne la peggio sono lo stesso Pasolini, 34 anni, e Jarno Saarinen, 27. Su che cosa provocò la caduta di Paolini si sono fatte diverse ipotesi: olio in pista non segnalato, grippaggio del motore H-D di Pasolini, contatto fra piloti, asfalto rovinato. La perizia richiesta dal tribunale di Monza [...] rivelerà il grippaggio dei pistoni Yamaha nei cilindri H-D; cilindri che furono modificati dal raffreddamento ad aria a quello ad acqua. Sarà il grippaggio l'innesco della caduta secondo l'inchiesta della Magistratura. Di sicuro la gravità del bilancio è da attribuirsi all'inesistente spazio di fuga e alla presenza del guard rail, all'epoca vicinissimo alla pista. (Nico Cereghini)
  • No, nessuno creda di fare di Agostini il campione disumano, la macchina senza cervello. Ho sofferto domenica [con le morti di Pasolini e Saarinen] come ho sofferto tante altre volte. Non ho paura per me, ma ogni volta che accade agli altri sento un vento gelido anch'io. (Giacomo Agostini)
  • Quel giorno finì la mia innocenza di bambino. Stavo allo stadio a vedere una partita del Sassuolo, allora in serie D. Una radiolina portatile annunciò la tragedia di Monza. La primissima informazione dava per morto anche Walter Villa [...]. Certo Saarinen e Pasolini non erano i primi eroi della velocità a perdere la vita in pista. Nemmeno sarebbero stati gli ultimi. Eppure, per me quella catastrofe di Monza segnò uno spartiacque. Fu il passaggio dalla spensieratezza alla malinconica consapevolezza. Pasolini portava gli occhiali, saliva in sella a una moto della sua terra, la Benelli. Era l'anti eroe rispetto a Giacomo Agostini, la leggenda assoluta. Io tifavo per il Paso perché stare con chi vince (quasi) sempre, dal calcio alla F1 eccetera, è una comodità alla quale ho scelto di rinunciare sin da moccioso. E poi c'era Jarno. Saarinen! Credo che [...] sia stato lui a trasmettermi la passione per i finlandesi. Quando il 19 marzo, festa di San Giuseppe, le moto gareggiavano sul vecchio circuito di Modena, i ragazzi più grandi del quartiere si fiondavano nel capoluogo e si aggrappavano alle recinzioni pur di vederlo, Jarno. A sera tornavano e mi raccontavano le mirabolanti "pieghe" del finnico. Io spalancavo gli occhioni e mi dicevo: appena potrò, appena avrò un motorino per me, andrò anche io a vederli dal vivo, Jarno, Paso e Ago. Poi arrivò quella notizia dalla radio. E la mia innocenza volò via con Jarno e Renzo. (Leo Turrini)

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