Ipazia

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La morte di Ipazia (C.W. Mitchell, 1885)

Ipazia (circa 370 – 415), matematica, astronoma e filosofa greca.

Citazioni su Ipazia[modifica]

  • Altifon cerca sol d'Ipazia; in vari | Luoghi opposti ne cerca: eterna luce | Intanto guida Ipazia ai sacri altari. || Cirillo è seco; ei sclama: or viene il duce | De' rivoltosi; insiem morte s'avanza; | Chè sul brando fatale ei la conduce. (Diodata Roero Saluzzo)
  • Ipazia rappresentava il simbolo dell'amore per la verità, per la ragione, per la scienza che aveva fatto grande la civiltà ellenica. Con il suo sacrificio cominciò quel lungo periodo oscuro in cui il fondamentalismo religioso tentò di soffocare la ragione. (Margherita Hack)
  • Languida rosa sul reciso stelo, | Nel sangue immersa la vergin giacea, | Avvolta a mezzo nel suo bianco velo: || Soavissimamente sorridea, | Condonatrice dell'altrui delitto, | Mentre 'l gran segno redentor stringea. (Diodata Roero Saluzzo)
  • La storia di Ipazia ha molto colpito l'immaginazione collettiva, anche al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori. È una scienziata che viene uccisa anche perché una donna che non stava al suo posto, aveva una vita pubblica, parlava in pubblico e prendeva posizioni pubbliche. Non dobbiamo mai essere sicuri che lo sviluppo della scienza sia inarrestabile. Confidare ciecamente nell'ineluttabilità del bisogno che lo sviluppo tecnologico ha dello sviluppo scientifico può essere un tragico errore. I romani hanno conservato la tecnologia greca senza molto curarsi della scienza greca, e i fanatici cristiani comandati dal vescovo Cirillo di Alessandria hanno tranquillamente fatto a pezzi Ipazia senza curarsi affatto delle conseguenza a lungo termine, anzi rallegrandosi della scomparsa di un sapere profano ritenuto inutile, se non dannoso. (Giorgio Parisi)
  • Nel quinto secolo dopo Cristo una donna fu assassinata. Non sappiamo molto di lei, se non che era bella e che era una filosofa. Sappiamo che fu spogliata nuda e che fu dilaniata con cocci aguzzi. Che le furono cavati gli occhi. Che i resti del suo corpo furono sparsi per la città e dati alle fiamme. E che a fare tutto questo furono dei fanatici cristiani.
    Sappiamo che da allora è diventata un simbolo, un'icona. Anche se di questa icona non conosciamo i tratti. Non sappiamo se fosse bruna e dagli intensi occhi neri come un fayyum o bionda e diafana come un ritratto vittoriano. Sappiamo che i suoi allievi si innamoravano di lei, e che lei li respingeva. Sappiamo che era da ogni punto di vista un'aristocratica. Sappiamo che il suo assassinio fu uno scandalo la cui eco non si è mai spenta in quindici secoli, anche se è stato soffocato dalla chiesa cattolica, quella dei papi. E che anche per questo è diventata una bandiera di laicità. Ma cosa veramente sia in questa bandiera, non è chiaro. (Silvia Ronchey)
  • Occultista, matematica, oratrice, di tale schiatta spirituale è la greca Ipazia alessandrina, la quale per essere stata della gloriosa schiera dei pensatori pagani riformatori del platonismo, e aver difeso dalla cattedra la libertà di coscienza e di scienza, straziata, dalla plebaglia cristiana, incominciò la lunga e pietosissima serie dei martiri della Ragione. (Augusto Agabiti)
  • Oh! squarciatemi il velo, e l'inumana | storia m'aprite di que' vili astuti; | date agli occhi di pianto una fontana! | La voce alzate, o secoli caduti! | Gridi l'Africa all'Asia, e l'innocente | ombra d'Ipazia il grido orrendo aiuti. | Gridi irata l'Aurora all'Occidente, | narri le stragi dall'altare uscite; | e l'Occaso risponda all'Oriente. (Vincenzo Monti)
  • Oltre che nell'arte dell'insegnamento, aveva raggiunto un tale livello di consapevolezza morale, ed era così equilibrata e austera, che si manteneva casta, e nello stesso tempo era così straordinariamente seducente e bella d'aspetto (sphodra kale te ousa kai eueides) che uno dei suoi allievi si era innamorato di lei. Il giovane non era stato capace di tenersi dentro il suo amore, ma aveva cominciato a manifestare anche a lei i segni della passione. I meno informati sostengono che lei lo liberò da quella malattia con la musica. Ma la verità originaria è che la terapia musicale fallì, e allora lei portò a lezione uno di quei panni che le donne usano per il sangue mestruale e glielo parò davanti, come simbolo dell'impurità della procreazione: «In definitiva è di questo, ragazzino, che ti sei innamorato» gli disse «di niente di sublime». (Damascio)
  • Quando ti vedo mi prostro davanti a te e alle tue parole, | vedendo la casa astrale della Vergine, | infatti verso il cielo è rivolto ogni tuo atto | Ipazia sacra, bellezza delle parole, | astro incontaminato della sapiente cultura. (Pallada)
  • Tutte le conoscenze accessibili allo spirito umano, riunite in questa donna dall'eloquenza incantatrice, ne fecero un fenomeno sorprendente, e non dico tanto per il popolo, che si meraviglia di tutto, quanto per i filosofi stessi, che è difficile stupire. (Denis Diderot)
  • Una stella incomparabile nel firmamento della sapienza. (Martin Cohen)

Filmografia[modifica]

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