Il camorrista
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Il camorrista
Titolo originale |
Il camorrista |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1986 |
Genere | drammatico, poliziesco |
Regia | Giuseppe Tornatore |
Soggetto | Giuseppe Marrazzo |
Sceneggiatura | Giuseppe Tornatore, Massimo De Rita |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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Note | |
Musiche: Nicola Piovani |
Il camorrista, film italiano del 1986, regia di Giuseppe Tornatore.
Frasi
[modifica]- 'O Malacarne è un guappo di cartone! 'O Malacarne è 'nu guappo 'e cartone! Un guappo di cartone! (Professore)
- Io battezzo questo locale come lo battezzarono i nostri tre vecchi. Se loro lo battezzarono con ferri e catene, io lo battezzo con ferri e catene. Alzo gli occhi al cielo e vedo una stella volare... è battezzato il locale. Con parole ed omertà, è formata società. (Professore) [rito di iniziazione con cui dà vita al suo clan]
- 'O Professore si scusa che non ha potuto venire e ha mandato noi per darvi un caro saluto! (Gaetano Zarra) [al Calabrese, consegnandogli la mano mozzata di Don Antonio 'O Malacarne prima di accoltellarlo]
- Noi vi garantiamo sicurezza, per voi e per le vostre famiglie: una polizza vita, che vi consigliamo di non rifiutare. Ogni mese passeranno i nostri incaricati che si presenteranno a nome del vostro santo protettore, che voi dovete benedire con un'offerta spontanea, perché ogni offerta che non viene data col cuore, o viene data in ritardo, o peggio con l'infamità di una spiata, fa dolore al santo, ma più ancora, al peccatore. (Professore) [lettera inviata a vari commercianti e imprenditori per convincerli a pagare il pizzo]
- Adesso che io e Dio abbiamo un altro figlio... si isso nun tene 'o tiempo pe' 'o prutèggere, allora 'nce penz'io. (Professore) [mentre bacia il figlio di Alfredo Canale, del quale è padrino di battesimo]
- Chiude 'stu sipario! (Boss del clan Nunziata) [ad Alfredo Canale, dopo che questi e i suoi uomini si sono teatralmente aperti il giubbotto mostrando ognuno una carica di dinamite attaccata addosso]
- Affaristi, banchieri, gente dello spettacolo: tutti fanno a gara per essere amici di Frank Titas. (Ciro)
- Non c'è niente di meglio dello champagne: li rende freschi, e puliti. (Frank Titas) [dopo essersi lavato i denti imbevendo lo spazzolino in un calice di champagne]
- Non ci va più di guardare il banchetto da lontano: vogliamo sederci a tavola, anzi a capotavola! (Ciro)
- Se facevo la carriera del prete, sicuro diventavo papa! (Professore)
- Dicitancéllo ô Prufessore: io nun l'aggio tradito! E mo facite ampressa... (Alfredo) [prima di venire ucciso in galera, sotto la doccia]
- Permettete Donna Rosaria ca nisciuno cchiù ce vo pavà, ca nun ce rimaste cchiù niente manco a droga e chillu fetente 'e merde e Frank Titas non ci rifornisce più di niente! E ricitancello 'o Prufessore che facesse quacche cosa! (Camorrista di Pagani)
- Va' a chiamare i terroristi del Padiglione 9 e portammìlle ccà! Comme se so permise 'e fà 'a rivoluzione â casa mia? (Professore) [a Di Domenico, dopo la notizia del rapimento di Mimmo Mesillo da parte delle Brigate Rosse]
- Nella tela della Camorra tutto è possibile: i camorristi non sono altro che pedine di un gioco più grande di loro. (Iervolino)
- Pulisciti i denti con lo champagne, accussì nun te tròveno in disordine quanno te fanno ll'autopsia. (Professore) [a Frank Titas, prima di farlo uccidere in cella da Gaetano Zarra]
- Il Professore ci ha tradito, e ce farrà accidere a tutte quante! Ha già ordinato la mia morte per salvarsi la faccia con quelli di Cosa Nostra. Ma io songo 'n'ommo d'onore e ve dico tutto chello che saccio, accummincianno 'a ll'omicidie che io aggio commesso! E cheste mmane, signor giudice, n'hanno accise tante, ma tante! Vi basta come prova? (Gaetano Zarra) [al giudice, dopo aver deciso di divenire collaboratore di giustizia]
- Dirò tutto. Nomi, cognomi, affiliati e comparielli, mandanti ed esecutori. Ore, luogo e data di tutti gli intrighi camorristici, che voi da soli, con rispetto parlando, non scoprireste mai. (Di Domenico) [al pubblico ministero, dopo aver deciso di divenire collaboratore di giustizia]
Dialoghi
[modifica]- [Durante il rito di iniziazione al suo clan]
Professore: Dimme guaglió: di che cosa vai in cerca?
Salvatore: Della mia bonifica di giovane onorato.
Professore: Quanto pesa un picciotto?
Salvatore: Quanto una piuma sparsa al vento.
Professore: E che rappresenta un picciotto?
Salvatore: Una sentinella di omertà che gira e rigira. Quello che vede, sente e guadagna lo porta in società.
Professore [dandogli un pezzo di pane]: Se tu tradisci, questo pane diventerà piombo, [gli dà un bicchiere di latta] e questo vino diventerà veleno. Se prima ti conoscevo come giovane d'onore, da questo momento in poi ti riconosco come picciotto appartenente a questo corpo di società. - Don Antonio 'O Malacarne: Ma io ti conosco... Chi ti manda...?
Alfredo: Chillo ca 'a vita v' 'a pò dà... e v' 'a pò pure levà: il Professore di Vesuviano. [lo fredda con un colpo di pistola] - Professore: Si io aggia passà 'ngalera 'o meglio d' 'a vita mia, 'a voglio passà comme a 'nu capo! E si papà fosse ancora vivo, me desse ragione! Ma isso nun 'ce sta. E allora... e allora... solo tu me può dà ragione. E tu m'hê 'a dà ragione! Tu!
Rosaria: Sì, te dongo ragione. Ma no pe' accirere, sulamente pe' fà 'o bbene.
Professore: Esatto. 'O bbene. Ma pe' fà 'o bbene, non devi ragionare con il cuore. Ricordatéllo! - Professore: Una tangente, un'estorsione, una protezione, produce ricchezza per tutti. Si tratta solo di avere una vera società, tra uomini veri, con leggi severe e uguali per tutti: l'infame paga, anche con la vita. Ma chi nun sgarra, ha diritto a essere premiato. A Napoli e in tutta la Campania ci stanno centoquattromila fabbriche, trentasettemila cantieri, venticinquemila alberghi, duecentottantamila esercizi commerciali, ottantamila ambulanti e migliaia di professionisti. Se stabiliamo un contributo, diciamo, di un minimo di centomila al mese, avremmo un introito di quasi cento miliardi all'anno. È una cifra iniziale che bisogna gestire bene: una parte andrà per gli stipendi agli affiliati, ai carcerati e alle famiglie, il resto dei soldi va investito un'altra volta.
Lojacono: E con la vecchia camorra, come la mettiamo dopo?
Professore: Si vonno essere lassate in pace, ci devono pagare una tassa su ogni cassa di sigarette, e su tutti i traffici di contrabbando, quelli esistenti e quelli da inventare.
Alfredo: Anche la droga?
Professore: Ho detto tutti i traffici. Mi sono spiegato?
Lo Russo: E va bene. Ammettiamo pure, come io credo, che siamo tutti d'accordo. Però parliamoci chiaro, qua scoppierà una guerra: chi la combatte?
Professore: Siamo già in molti, e diventeremo sempre di più. Qua, tra tutta la provincia e tutta Napoli, ci sono più di trecentomila disoccupati. E noi cosa gli offriamo? Lavoro! Riscatteremo il Meridione d'Italia! [applausi degli imprenditori presenti alla riunione]
Imprenditore [sottovoce]: Avevi ragione tu, ce vuleva proprio 'n'ommo accussì!
Lojacono: A me m'ha fatto arrezzà 'o cazzo!
Professore: La Camorra Riformata deve avere tre cose. Primo: una perfetta organizzazione. Secondo: abbastanza danari per poter corrompere i giudici e i politici. E terzo: la convinzione che disponiamo della vita e della morte... di tutti quanti. - [A casa di Frank Titas]
Ciro: Quello lo conosci?
Professore: Chi, quello? Eeeh! Ogni settimana in televisione.
Ciro: E quegli altri due là?
Professore: Mmh...
Ciro: Il più anziano è uno dei più grandi banchieri d'Italia.
Professore: Sì...
Ciro: L'altro è Roberto Sapienza: entra ed esce dai salotti dei politici come se stesse a casa sua.
Professore: Ah... E tu com'è che li conosci, eh?
Ciro: Se tu non stavi tanti anni in carcere, li avresti conosciuti anche tu.
Professore: S'io nun fosse stato tante anne in carcere, mo nun stéssemo ccà. - [Dopo aver visto Ciro e Pelle di pesca coinvolti in un amplesso sessuale]
Frank Titas: Non perde tempo il tuo amico. La chiamano Pelle di pesca, perché ha la pelle come il velluto. Guarda come stanno bene insieme.
Professore: Stanno bene insieme pecché quanno se fotte ognuno sa il gioco dell'altro. - [A New York, dai boss della mafia statunitense]
Professore: Io offro società a chi si merita, no? Ma ogni zona deve avere un capo. Un capo. Nella Sicilia, i siciliani. Nella Calabria, i calabresi.
Joe Gandino: E in Campania, tu.
Professore: Eh. Col vostro permesso.
Joe Gandino: Hai il permesso di ascoltare, se vuoi. All right?
Tony Cuomo: Well, nuje tenimmo bisogno de la robba. La Sicilia non basta. Li Marsiglise... We don't like it, nun ce piàcceno. Napoli, sta bene!
Joe Gandino: Ma tu non devi strapazzare i vecchi amici. Fare la guerra è facile, ma tu la pace devi fare! Ricordati che un padre non si mette mai contro a nessuno dei propri figli.
Professore: Ma io... io voglio essere... figlio vostro! - Professore [dopo essere stato arrestato]: E giustamente è toccato a voi. Il Professore di Vesuviano poteva essere catturato solamente dal Capo della Squadra Mobile.
Iervolino: Sono soltanto un commissario.
Professore: Lo diventerete, lo diventerete... Io so sempre tutto! - Alfredo: Ma che nomme e nomme?! Io nomme nun ne faccio! Ma che ve site miso 'ncapa, Cummissà? Io nun só 'na spia!
Iervolino: Io ti sto solo chiedendo dove vuoi andare.
Alfredo: Me putite fà ascì? No! E allora pecché m' 'o chiedite?
Iervolino: Poggioreale per te è un carcere pericoloso. Io ti posso fare trasferire in un carcere più tranquillo...
Alfredo: No! Io voglio stare dove sta il Professore.
Iervolino: E chi t'assicura che capirà quello che hai fatto? Pensaci...
Alfredo: Capirà. E si pure nun avess' 'a capì, io sono un camorrista! Voi lo sapete che cos'è, un camorrista? - [Durante il processo]
Giudice: Il primo reato che le viene contestato è l'evasione dal manicomio giudiziario.
Professore: Ma che evasione? Eccellenza, io mi sono solo allontanato, forse un po' troppo rumorosamente: "allontanato", no "evasione".
Avv. La Sciarra: Signor presidente, il mio assistito è stato riconosciuto infermo di mente. Ora, un infermo di mente che evade da un manicomio, o da un qualsiasi altro posto, non commette nessun reato, in quanto è pazzo.
Pubblico Ministero: Cosa avete fatto durante la latitanza?
Professore: Non ve lo posso dire, se no mi date altri tre ergastoli. Vi posso solo dire che ho dato una mano alla giustizia
Giudice: Si riferisce ai trecento morti di quest'anno?
Professore: Quali? Quelli morti di fame?
Pubblico Ministero: Morti ammazzati! Si tratta di morti ammazzati!
Professore: Ah, e si vede che... qualcuno c'aveva l'abbonamento con le pompe funebri. È logico, no?[...]
Giudice: E di questa "CR", Camorra Riformata, che cosa ne sa lei?
Professore: "CR"... mah... forse la Croce Rossa. Oppure, "Cara Rosaria", il nome della sorella mia.
Pubblico Ministero: È vero che disponete di tremila affiliati disposti a dare anche la vita per voi?
Professore: Neh, signora lo dicono loro: si vede che ho seminato bene. Eccellenza, seguitemi voi che avete studiato: se io non seminavo bene, non direbbero queste cose. Si vede che io sono destinato a fare del bene, ad aiutare...forse...perché c'ho bisogno d'affetto! Che ne so?! Ieri ho donato due milioni agli orfanelli: scrivetelo, cancelliere, scrivetelo bene! Scrivetelo!
Giudice: Insomma, lei ritiene di essere un messia?
Professore: Tu l'hai detto! Tu l'hai detto! Oh, scusate per il "tu", però il Vangelo mi suonava male se vi davo del "lei". - [Durante il processo]
Professore: Signor Presidente, voi non avete mai avuto l'onore di interrogare uno come me, eppure mi volete umiliare. Mi umiliate! Perché per giudicarmi, qua, anziché il Procuratore Generale [alza le mani al cielo], c'è un Pubblico Ministero. E per di più, una donna! Una femmina.
Pubblico Ministero: Lei è un buffone!
Professore: Voi lo sapete che ci faccio, io, cu' 'na fémmena...? - Professore: Avrei due ragioni pe' te fà accidere. Primariamente, pecché nun si stato 'nu bravo camorrista. Secondo, per quello che hai detto sulla pulizia della mia personalità. Ma aggio deciso 'e te fà 'a grazia! Però, tu m'hê 'a dà quaccosa in cambio. Chella guagliona che ti viene a trovare, chi è?
Fratello di Anna: È mia sorella...
Professore: Ecco! Tu mi devi dare a tua sorella, è mia. Punto e basta! - Iervolino: Perché avete chiesto di parlarmi?
Professore: Oh, e perché usate questo tono? Io vi volevo offrire una grande occasione: farvi diventare il più famoso Capo della Mobile d'Italia. Io vi faccio risolvere un caso clamoroso, d'interesse nazionale, e magari arrestà quacche terrorista. E, per ringraziarmi, dovete solo chiudere un occhio...Ma pecché parlo ancora?! Vuje site accussì intelliggente!
Iervolino: E voi siete uno sciacallo. Ma io rappresento lo Stato, e non tratto con un camorrista!
Professore: Busciardo! 'Na vota ll'avite fatto.
Iervolino: Sì, è vero! È vero: si chiamava Alfredo Canale. Mi disse dov'eravate nascosto per salvarvi la vita. Bastava che io arrivassi un minuto dopo, e voi sareste morto, e lui vivo, ma l'avete fatto ammazzare. Sapete cosa siete? Siete soltanto un imbecille.
Professore: Però, quanno m'avite arrestato, lo sapevate di salvarmi la vita. Pecché l'hê fatto?
Iervolino: Perché sono un poliziotto!
Professore: Ué, che delusione, ve facevo cchiù furbo. Se avessero rapito un ingenuo come voi, non si scomoderebbe nessuno, ma per uno come Mesillo vi assicuro che scenderanno a patti con me! Io non li costringerò, ma gente più in alto di voi verrà da me: verrà lo Stato!
Iervolino: Chiunque verrà...quello non è lo Stato! - Professore: Senatore, spiegàteme 'na cosa: perché cercate in tutti i modi di salvare la vita di questo semplice assessore, quando appena ieri si è lasciato assassinare il presidente del vostro partito?
Sen. D'amore: Voi siete un uomo di potere, e queste cose le potete capire da solo. Non chiedetemi altro. - [con Iervolino, sulla nave che lo porta al carcere dell'Asinara] Professore: Ho fatto spedire mille lettere ai miei uomini in tutte le carceri d'Italia: se mi uccidete, faranno 'nu massacro. Mi dispiace per quello che vi è successo, ma sono contento che vi siete scampato la vita. A me, invece, m'hanno colpito a morte. Ma sono contento che siete voi ad accompagnarmi...al cimitero. Così...vi daranno un'altra promozione. Forse...vi faranno...questore. Eh? Eh?
Iervolino: Nessuna promozione: domani stesso verrò trasferito.
Professore: Aah, allora...abbiamo pareggiato. Ah! Ah! Ah! Abbiamo pareggiato! Ah! Ah! Ah! - [Colloquio tra il Professore e la sorella al carcere dell'Asinara]
Rosaria: Ti ho portato Anna, è di là che aspetta.
Professore: No...no! Io nun 'a voglio vedé! Io voglio vedé a Ciro! [batte il pugno sul tavolino] Fallo venì ccà!
Rosaria: Ciro nun 'nce sta, è a Roma.
Professore: Mmmh, e ha tirato fòra tutte 'e carte? Ll'ha fatto tremmà 'e politice, eh? Quanti, quanti ne ha gambizzati? E pure chille d' 'e servizi segreti hann' 'a zumpà pe' ll'aria! Pure quelli dei servizi segreti devono saltare!
Rosaria: Ciro non ha fatto niente, Ciro non ha fatto niente.
Professore: Che...? Vuó dìcere che io sto in galera a marcire e isso...nun ha fatto niente? Ha pensato solamente ai cazzi suoi? È passato dall'altra parte...E pur'isso m'ha tradito... [Rosaria annuisce] E pur'isso m'ha tradito...
Rosaria : Certo, Ciro ha tradito. E tutti quelli che stavano con noi o sono morti, o hanno tradito, o tradiranno. E pure tu hai tradito.
Professore: Io non ho mai tradito!
Rosaria: Hai tradito me! Te si' maje chiesto comme fosse stata 'a vita mia si nun 'nce fusse stato tu? Te ll'hê maje chiesto? In tutti questi anni hai chiesto sempre degli altri, maje 'e me: se ero stanca, si stevo male, se riuscivo a dormire...solo ordini: "Accide ccà, accire llà!".
Professore: Aggio capito: tu vuó salvà a Ciro. Io l'aggio sempe penzato ca lle vulive bene. E allora, forza: mettìteve 'nzieme e abballate sulla mia pelle! Abballate! Abballate! Abballate! [batte la testa contro il vetro divisorio] Rosà, ti ricordi? I camorristi ragionano sempre col cervello, e mai con il cuore...
[Nella cella di rigore all'Asinara]
Professore: I miei soldati arriveranno! Lo so! Lo so! Lo so! Lo so! Mi verranno a liberare e sarà un assalto grandioso! Ah! Ah! Ah! Ah! Lo so! Lo so! Lo so! Lo so! Mille cavalieri armati scenderanno dal cielo, e altri mille sorgeranno dal mare, e sarà il giorno della mia vendetta! Ah! Ah! Ah! Ah! Eh! Eh! Eh! Eh! Sssssì! Lo so! Lo so! Eeeh! Eh! Eh! Lo so.... Mille dal cielo... Mille dal mare... Io so sempre tutto... Io so sempre tutto... Sterminio... Sterminio... Sterminio... Sterminio... Sterminio...
Secondino: Professore, c'è una visita per voi in parlatorio!
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