Isabella Andreini

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Ritratto di Isabella Andreini

Isabella Andreini Canali (1562 – 1604), attrice teatrale, scrittrice e poetessa italiana.

Lettere[modifica]

  • Chiamasí l'huomo mercé del sapere, Signor delle cose inferiori, famigliar delle superiori, terreno Dio, animale celeste, e fínalmenre, pompa, e miracolo della medesíma Natura. (Introduzione, p. V)
  • Ogni buon Cittadino è tenuto per quanto può à beneficar la sua Patria. (Introduzione, p. V)
  • Se conosco in voi tante rare qualità non è maraviglia s'io v'amo: maraviglia è bene, se voi riconoscendo voi stessa in me, non amate me per cagion vostra. (Delle percosse della Fortuna, p. 4)
  • Se per mezzo di travagli si conosce la perfezione dell'huomo. non vi dee punto dispiacere d'esser come siete travagliato, perché la virtù cresce nelle austerità, e i travagli sono dottrina dell'huomo. (Segni di perfetto amore, p. 4)
  • Lo sperar nel mondo felicità è infelicità, e nel mondo non è felice se non quegli, che muor in fasce. (Segni di perfetto amore, p. 4)
  • Molto più offendono le carezze de i finti amici, che le ferite de i veri nemici. (Della forza dell'Ira, p. 9)
  • A non querelarmi d'Amore, bisognerebbe ch'io fossi nata mutola. (Querele contra amore, p. 9)

Citazioni su Isabella Andreini[modifica]

  • Ad una gara poetica, alla quale prendevan parte le celebrità del tempo, in casa Aldobrandini, riuscì prima dopo Torquato Tasso; e fu coronata d'alloro in effigie tra 'l Tasso e 'l Petrarca. (Luigi Rasi)
  • Dolcissima Isabella, il tuo Francesco ti pose questo monumento: se manca di gemme, non manca di lagrime, perché con me piansero tutti i cittadini di Lione: riposi la tua salma nella tomba, l'anima riposi in cielo. (Francesco Andreini)
  • Essa destò l'ammirazione de' suoi contemporanei, tanto come attrice che come letterata. A Roma sedé ad un banchetto, datole dal cardinale Aldobrandini, accanto al Tasso e ad altri illustri, e fu «coronata d'alloro in simulacro», fra il Tasso stesso e il Petrarca. La celebrarono i poeti più famosi del suo tempo; fece parte di Accademie di dotti; ebbe onori dal re di Francia; la sua partenza da Parigi destò vivi rammarichi; alla sua morte, accaduta nel 1604, ebbe pubbliche e insolite dimostrazioni di riverenza, ed ebbe poi medaglie di bronzo, d'argento e d'oro, e fu celebrata dalla fama. Quella fama a noi oggi sembra sicuramente molto esagerata; ma pure non possiamo tenerci dall'ammirare nella Comica del sedicesimo secolo l'ingegno gentile e la svariata dottrina. (Adolfo Bartoli)
  • Fu Poetessa illustre, eccellente Comica, celebre in Francia, e nell'Italia distintissima. Generalmente venne rispettata per la sua soavità e per illibato costume. (Ginevra Canonici Fachini)
  • I maggiori poeti d'Italia facean tutti a gara in celebrar questo tipo singolare di donna, che al raro sapere sembrò congiungere una rara virtù, con versi di ogni maniera. (Luigi Rasi
  • Isabella Andreini, che fu una famosa comica e una virtuosa signora, si ebbe esaltazioni e compianti, in vita e in morte, più che Madonna Laura. Se Laura fu cantata dal solo Petrarca, Isabella Andreini fu celebrata da Torquato Tasso, da Gabriello Chiabrera, dal Cavalier Marino.
    Il Tasso scrisse nientemeno, che la natura per formarla tolse «gemme in terra e lumi in cielo» ; il Chiabrera la disse «dolcissima Sirena della scena, Fenice dei teatri d'Italia, Clio insuperabile». (Sabatino Lopez)
  • Isabella fu lodata dalle penne più famose di quell'aureo Secolo: Jacopo Castelvetro, Gabriello Chiabrera, Torquato, ed Ercole Tasso, Ridolfo Campeggi, ed altri l'onorarono de' loro componimenti formandole chiarissime lodi, alle quali modestissimamente, a tutti rispose con egregi Sonetti, che talvolta, a giudizio d'alcuni dotti, la risposta supera la proposta nell'elevatezza de' sentimenti, e per la grazia dello stile, che fra il dolce, e il robusto chiaramente risuonante si fa sentire. (Francesco Saverio Bartoli)
  • L'Andreini, anch'essa, petrarcheggia, ma tra i petrarcheggianti non è dei peggiori. Su di lei ebbero pure, senza dubbio, influenza le poesie del Chiabrera, col quale tenne corrispondenza letteraria. Tutt'insieme, ella non è sicuramente de' rimatori più scadenti che avesse l'Italia nel secolo XVII, e tra' noiosi imitatori del Cantore di Laura, è de' meno noiosi, o, se la parola non potesse sembrare sarcastica, de' più geniali. (Adolfo Bartoli)
  • L'Andreini fu la prima fra le molte donne, che allora attendevano alla poesia, che levasse il pensiero a un dramma pastorale, pensiero ardito perché richiede forza di concepimento, perseveranza di esecuzione, ben altro che seguire con brevi componimenti l'inspirazioni del momento: era giovinetta, non si atterrì, e scrisse la Mirtilla. (Giuseppe Rovani)
  • Se volessi descrivere a parte a parte tutte le virtù d'Isabella Andreini sarebbe cosa assai lunga, e per la debolezza de' miei talenti troppo malagevole impresa. Basterà solo, ch'io dica, che ella fu eccellente Poetessa, saggia Filosofa e valorosa Commediante. V'aggiungerò ancora, che fu Moglie fedele, Madre amorosa, ed esemplarissima Cristiana; pregi tutti che la resero un vero modello di virtù, ed uno specchio di saviezza, e d'onestà. (Francesco Saverio Bartoli)

Bibliografia[modifica]

  • Isabella Andreini, Lettere, Sebastiano Combi, Venezia 1612.

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