Adolfo Bartoli

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Adolfo Bartoli (1833 – 1894), letterato italiano.

Scenari inediti della Commedia dell'arte[modifica]

  • [...] essa [Isabella Andreini] destò l'ammirazione de' suoi contemporanei, tanto come attrice che come letterata. A Roma sedé ad un banchetto, datole dal cardinale Aldobrandini, accanto al Tasso e ad altri illustri, e fu «coronata d'alloro in simulacro», fra il Tasso stesso e il Petrarca. La celebrarono i poeti più famosi del suo tempo; fece parte di Accademie di dotti; ebbe onori dal re di Francia; la sua partenza da Parigi destò vivi rammarichi; alla sua morte, accaduta nel 1604, ebbe pubbliche e insolite dimostrazioni di riverenza, ed ebbe poi medaglie di bronzo, d'argento e d'oro, e fu celebrata dalla fama. Quella fama a noi oggi sembra sicuramente molto esagerata; ma pure non possiamo tenerci dall'ammirare nella Comica del sedicesimo secolo l'ingegno gentile e la svariata dottrina. (Introduzione, pp. CIX-CXI)
  • L'Andreini, anch'essa, petrarcheggia, ma tra i petrarcheggianti non è dei peggiori. Su di lei ebbero pure, senza dubbio, influenza le poesie del Chiabrera, col quale tenne corrispondenza letteraria. Tutt'insieme, ella non è sicuramente de' rimatori più scadenti che avesse l'Italia nel secolo XVII, e tra' noiosi imitatori del Cantore di Laura, è de' meno noiosi, o, se la parola non potesse sembrare sarcastica, de' più geniali. (Introduzione, pp. CXII-CXIII)
  • [...] il comico del secolo XVII è anche un poeta ascetico, che dopo aver calcato le scene, dopo aver rappresentato qualche commedia improvvisa su chi sa quale argomento, si ritraeva a meditare ed a scrivere di cose religiose. Non diremo che ne scrivesse bene; non diremo che il sentimento celeste si vestisse in lui di forme eleganti. Oh tutt'altro! Ma, se non lo scrittore, è l'uomo che merita attenzione, tanto più quanto sembrano e dovevano essere, generalmente, lontane queste due professioni di commediante e di santo.(Introduzione, p. CXV)
  • Le Commedie di Giambatista Andreini meritano e aspettano uno studio, tanto quanto non lo meritano e non lo aspettano le sue opere d'infelicissima epica religiosa, le turgide espansioni del suo affetto per i Santi e per i Beati. (Introduzione, p. CXVIII)
  • Né starebbe male vicino a questa donna [Isabella Andreini], che fu ammirazione del tempo suo, un'altra donna del secolo XVI, poetessa, suonatrice, cantante, scultrice, comica: Vincenza Armani, nata a Venezia di famiglia Trentina. Per essa, quando giungeva in qualche città, «si sparava l'artiglieria», le movevano incontro i notabili del luogo, si facevano in suo onore giostre e tornei. (Introduzione, p. CXVIII)
  • Il Valerini fu uomo colto e di gusto non inferiore a molti scrittori del tempo suo. Tale lo mostrano la sua tragedia, Afrodite, le sue rime, e le lodi della sua Verona, dov'egli cita scrittori greci e latini, e dove dà prova di una erudizione storica non comune. (Introduzione, p. CXXI)

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