Jochen Rindt

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Jochen Rindt (1970)

Karl Jochen Rindt (1942 – 1970), pilota automobilistico austriaco.

Citazioni su Jochen Rindt[modifica]

  • Era un personaggio eccezionale. Velocissimo, soprattutto nei curvoni vertiginosi di allora, quando chicane non ce n'erano. E sapeva di esserlo; ma soprattutto la sua missione era molto chiara: andava al massimo sempre e dovunque. La strategia gli interessava poco: voleva vincere per distacco, per coraggio. Grazie al supporto di Bernie Ecclestone, allora suo manager, scalò fino alla Lotus con la quale conquistò il Mondiale '70. Non tutti sanno però che aveva deciso di ritirarsi alla fine di quella stagione: non aveva fiducia in Colin Chapman, le cui monoposto erano velocissime ma poco affidabili, persino pericolose. Ma durante quell'anno il progettista l'aveva convinto che l'anno successivo la Lotus avrebbe avuto un motore con il turbo: avrebbero vinto tutto e di fatto si erano già accordati per continuare anche se in realtà il progetto personale di Jochen per la maturità era allontanarsi dai circuiti e fare business con i Saloni auto. Voleva conoscere altri mondi, gli piaceva la ribalta. Con i primi soldi, tanti soldi, aveva cambiato modo di vivere. Fu il primo fra i piloti del paddock a presentarsi con una Jaguar; posava per i fotografi vestito di una lunga pelliccia, insieme alla moglie Nina, stupenda. [...]. Anche il suo naso storto era diventato un segno di fascino: se l'era danneggiato nel corso del parto; ricordo che a scuola lo prendevano in giro per il suo aspetto, magro magro e con quel nasone. Morì così, improvvisamente. Ricordo che appresi la notizia dalla radio austriaca, allora la TV raramente trasmetteva i Gran Premi. Rimasi shoccato. Tutta l'Austria lo fu: a parte qualche sciatore, il nostro Paese non aveva mai avuto una star di quella grandezza. E l'effetto dura ancora oggi: sulla sua tomba, a Graz, vengono portati continuamente fiori freschi, biglietti, pensieri. Del resto in quegli anni l'automobile per i giovani era tutto: era la prima libertà, la prima indipendenza. E Rindt era l'eroe del volante, quindi di tutta una generazione. (Helmut Marko)

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