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John King

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John King (1960 – vivente), scrittore britannico.

Incipit di alcune opere

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Cacciatori di teste

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Carter mosse la classifica per primo, e non fu una grande sorpresa. Entrò allo Unity con un sorriso che non aveva bisogno di spiegazioni. Il figlio di puttana aveva inzuppato un'altra volta. Gli altri lo paragonavano al Man United di Uh Ah Cantona: aveva la classe, e in più la capacità di arraffare il risultato quando necessario. I ragazzi lo ammettevano sottovoce, perché non volevano dargli soddisfazione. Tanto se ne prendeva già fin troppe.
Gli altri uomini della Sex Division stavano facendo durare i bicchieri mezzi pieni annacquando i rispettivi postumi, pronti a ricevere la conferma del successo di Carter. Anche se non c'erano troppi dubbi sul risultato, restava il dettaglio secondario ma significativo di fare la somma dei punti. Però il trapano umano aveva deciso di prendersela comoda, e sfilò davanti agli altri ragazzi puntando dritto al banco. Ordinò una pinta di 4X e fece due chiacchiere con Eileen, la barista, godendosi il suo caldo sorriso [...]. Finalmente Carter si diresse al QG della Sex Division, al solito posto vicino alla finestra. Mentre Carter ordinava, Will era andato alla slot simulando disinteresse, ma in realtà con l'orecchio teso alla conversazione con Eileen.
"Allora?" domandò Harry, con una nota di indifferenza forzata, non volendo uscire dai ranghi del resto della truppa, ma determinato a chiarire i fatti e archiviarli in modo da poter continuare la sua vita, perché lui aveva bisogno di tenere sempre le cose ben ordinate nella testa. "Allora cosa?" Carter si accomodò affondandosi la mano tra le gambe per tirare la sedia sotto il tavolo, portò il bicchiere alle labbra e assaporò la birra, andandoci tranquillo, facendo il possibile per tenere gli altri sulle spine.

Fedeli alla tribù

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Coventry è meno di un cazzo. Hanno una squadra di merda e dei tifosi di merda. Hitler ci aveva pigliato a raderla al suolo. L'unica cosa decente che è uscita da Coventry sono stati gli Specials, ma anni e anni fa. Adesso c'è 'sto cazzo beato, e crepa se l'abbiamo mai fatta a mettere in piedi una rissa come si deve con quelli del Coventry. La meno peggio è stata due anni fa a Hammersmith, con una manica di soggetti delle Midlands che cercavano un posto per bere nella via principale. Un quindici, saranno stati. Nanetti stronzi coi baffi e i capelli tagliati da cretini. Gambotte corte corte e pance da birra. Sembrava gente che di mestiere s'incula le pecore a Emmerdale Farm. Ci hanno lumato che gli arrivavamo incontro e via gambe in spalla. Si sentiva la puzza di merda sopra i fumi di scarico, che a Hammersmith non è mica come dirlo.
Mossa scema. Avrebbero dovuto cacciarsi nel primo pub e far finta di niente. Mica stavamo cercando loro. Non ci passa nemmeno per la testa di farla fuori con Coventry. Stavamo andando a King's Cross per dare il bentornato a quelli del Tottenham di ritorno da Leeds. Sabato sera con botte ai giudei. Ma quei bagonghi là correvano per il quartiere e quando vedi qualcosa che corre, gli devi andare dietro. Puro istinto. Filavano più forte che potevano con quei monconi di gambe. Facce rosse riflesse nelle vetrine dei negozi assieme agli stereo e ai fagioli in offerta speciale. Gli stavamo alle costole quando il primo della fila li porta nel parcheggio. Come le pecore che guidano il gregge al macello. Ti aspetteresti che lo sentono l'odore del sangue, lo struscio dei coltelli che si affilano. Questi manco per niente. Diritti nel parcheggio delle auto, con la retroguardia dello shopping del sabato che fa ala per lasciarci passare. Erano in trappola e gli abbiamo dato la paga, sudando come negri perché di sicuro qualcuno stava chiamando i piedipiatti. Eravamo di più, e li abbiamo spediti nella settimana entrante a calci in culo.

Bibliografia

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  • John King, Cacciatori di teste, traduzione di Massimo Bocchiola, TEA Tascabili degli Editori Associati.
  • John King, Fedeli alla tribù, traduzione di Massimo Bocchiola, TEA Tascabili degli Editori Associati.

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