Adolf Hitler

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Adolf Hitler nel 1937

Adolf Hitler (1889 – 1945), politico e dittatore tedesco.

Citazioni di Adolf Hitler[modifica]

  • [Successiva all'annessione dell'Austria] Abbiamo fatto qualcosa di ingiusto, a danno di qualche Potenza straniera i cui interessi abbiano potuto essere menomati, realizzando le aspirazioni della grande maggioranza del popolo austriaco nell'ambito della Nazione tedesca?[1]
  • All'inizio era il Volk, e solo dopo venne il Reich. (1938[2])
  • C'è soltanto la ribellione e l'odio [Trotz und Hass], odio e ancora odio. (1921; Lukacs 2006, p. 187)
  • Ciò (il Reichskonkordat) non mi impedirà di sradicare totalmente il cristianesimo dalla Germania, di eliminarlo in maniera completa, radicale e definitiva. È una questione decisiva: o il nostro popolo ha una fede ebraico-cristiana, con la sua morale molle e compassionevole, oppure una forte ed eroica fede nel dio della natura, nel dio del proprio popolo, nel dio del proprio destino, nel dio del proprio sangue [...] Non è possibile essere cristiani e tedeschi insieme.[3]
  • Di tutti i generali ai quali parlai del nuovo piano per il fronte occidentale, Manstein fu l'unico che mi comprese.[4]
  • Dobbiamo essere crudeli, dobbiamo esserlo con la coscienza pulita, dobbiamo distruggere in maniera tecnico-scientifica.
Wir müssen grausam sein, wir müssen es mit ruhigem Gewissen sein, wir müssen auf technische, wissenschaftliche Weise zerstören.[5]
  • È più facile ingannare le masse con una fandonia esagerata che con una piccola bugia.[6]
  • Gli stranieri possono dire che siamo stati creati dallo Stato. No! Siamo noi "lo Stato". Noi non obbediamo agli ordini di nessuna potenza terrena, ma soltanto agli ordini di Dio, che ha creato il popolo tedesco. Noi siamo il fondamento dello Stato! (nel 1934 a Norimberga[2])
  • [Nota al generale Franz Halder del luglio 1941] I russi sono finiti. Non rimane loro nulla da lanciare contro di noi.
The Russians are finished. They have nothing left to throw against us.[7]
  • In una riunione di massa il pensiero è eliminato. E siccome è proprio questo lo stato mentale che io voglio, perché fa della folla una vera cassa armonica che vibra ai miei discorsi, io ordino a tutti di assistere alle riunioni... (citato in Furio Jesi,Sopravvivenze esoteriche, in Mito, Nino Aragno Editore, 2008, p. 191)
  • L'esito di questa guerra decide anche sul futuro dell'Italia! Se questo futuro viene considerato dal vostro paese soltanto come il perpetuarsi di un'esistenza da Stato europeo di modeste pretese, allora io ho torto. Ma se questo futuro viene considerato alla stregua di una garanzia per l'esistenza del popolo italiano dal punto di vista storico, geopolitico e morale, ossia secondo le esigenze imposte dal diritto di vita del vostro popolo, gli stessi nemici che combattono oggi la Germania vi saranno avversari.[8]
  • L'inizio di ogni guerra è come aprire la porta su una stanza buia. Non si sa mai che cosa possa esserci nascosto nel buio. [9]
  • La Chiesa cattolica è una grande cosa. Non è cosa da niente che un'istituzione abbia tenuto 2000 anni... Ma il loro tempo è passato.[10]
  • La guerra contro la Russia sarà tale da non poter essere combattuta in modo cavalleresco. È una lotta tra ideologie e razze diverse e dovrà essere combattuta con una durezza, una spietatezza e una inesorabilità senza precedenti. Tutti gli ufficiali dovranno sbarazzarsi delle loro idee invecchiate. So che la necessità di una tale condotta di guerra esorbita dalla comprensione di voi generali, ma io [...] insisto assolutamente perché i miei ordini siano eseguiti senza discutere. I commissari sono esponenti di ideologie del tutto opposte al nazionalsocialismo. Per cui i commissari dovranno venir eliminati. Saranno scusati [...] quei soldati che violeranno le leggi internazionali. La Russia non ha partecipato alla Convenzione dell'Aja, quindi non ha nessun diritto di appellarsi a tali leggi. [11]
  • La propaganda efficace deve limitarsi a poche semplici necessità, e quindi esprimerle in poche formule stereotipate. [...] solo la ripetizione costante riuscirà alla fine a imprimere un concetto nella memoria di una folla.[12]
  • La ricettività delle grandi masse è molto limitata, la loro intelligenza modesta, ma il loro potere di dimenticare enorme e, in conseguenza di queste evidenze, tutta la propaganda che funziona deve essere limitata a pochissimi punti e deve ripetere i messaggi finché l'ultimo membro del pubblico comprenda ciò che volete che egli capisca dai vostri slogan. (da Mein Kampf, citato da Alessandro Sallustri su Il Giornale del 25 ottobre 2019, p. 1)
  • La speranza dell'Inghilterra sono la Russia e l'America. Se la speranza sulla Russia viene eliminata, si elimina anche l'America.[13]
  • Le opere d'arte che richiedono una quantità esagerata di spiegazioni non capiteranno più tra le mani dei cittadini tedeschi. (citato in Corriere della Sera, 17 ottobre 2004)
  • Le religioni sono più stabili delle forme statuali. (1933[2])
  • Lo Stato è soltanto una forma obbligata. (eine Zwangsform) (1944[2])
  • Mussolini è il primo uomo politico del mondo, a cui nessuno può paragonarsi nemmeno lontanamente.[14]
  • Mussolini è una di quelle figure solitarie di tutti i tempi che non sono prodotti della storia, ma sono essi stessi artefici della storia.[15]
  • Nessuna delle due confessioni, protestante o cattolica (che per me sono la stessa cosa) ha speranza di un futuro, almeno fra i tedeschi. Il fascismo italiano può scendere a patti con la chiesa, in nome di Dio. Lo farò anch'io, perché no? Ma questo non mi fermerà dallo sradicare completamente, dalle radici fino ai rami, il cristianesimo in Germania. O si è cristiano o si è tedesco. Essere tutti e due contemporaneamente è impossibile. (da una conversazione con il sindaco di Danzica Hermann Rauschning; citato in John S. Conway, p. 15)
  • Noi sosteniamo il mantenimento della proprietà privata... Proteggeremo la libera impresa come il più conveniente, o meglio, l'unico possibile ordine economico.
We stand for the maintenance of private property... We shall protect free enterprise as the most expedient, or rather the sole possible economic order.[16]
  • Non è di Danzica che si tratta. Si tratta di allargare il nostro spazio vitale in Oriente e di assicurarci i viveri, come pure risolvere il problema baltico. I viveri non si possono che trovare nelle zone poco popolate. La razionale amministrazione tedesca, unita alla fertilità del suolo, farà crescere enormemente le scorte. In Europa non si vede altra possibilità [...]. Il problema Polonia non va disgiunto da quello dello scontro con l'Occidente [...]. Inutile sperare che si ripete quanto è avvenuto in Cecoslovacchia. Ci sarà da combattere. Il compito è quello di isolare la Polonia. È molto importante che si riesca ad isolarla.[17]
  • Per noi è chiaro che la guerra potrà finire soltanto con la liquidazione delle popolazioni ariane oppure con la scomparsa del Giudaismo dall'Europa [...]. Il risultato di questa guerra sarà [...] l'annientamento del Giudaismo. [18]
  • Per noi l'idea del Volk sta più in alto delle idee dello Stato. (1929[2])
  • Possa Dio onnipotente concedere la sua grazia al nostro lavoro, orientare la nostra volontà, benedire la nostra intelligenza e colmarci della fiducia del popolo!
    Perché vogliamo combattere non per noi stessi, ma per la Germania! (da un discorso di Hitler alla radio[19])
  • [Spiegando il perché del tradimento del patto Molotov-Ribbentropp] Qualunque cosa accada, Duce, la nostra situazione non può peggiorare a causa di questo passo, essa può solo migliorare [...]. Nondimeno se l'Inghilterra non dovesse trarre le debite conclusioni dai duri fatti, noi, avendo le spalle sicure, potremmo dedicarci con forze accresciute alla liquidazione del nostro nemico [...]. Dopo che, lottando, sono giunto a questa decisione, mi sento di nuovo spiritualmente libero. L'associarmi all'Unione Sovietica, malgrado l'assoluta sincerità dei nostri sforzi per venire a una definitiva conciliazione, era stato per me assai fastidioso poiché, in un modo o nell'altro, ciò sembrava contrastare con tutto il mio atteggiamento primitivo, con le mie concezioni e con i miei impegni. Ora sono assai contento di essermi liberato da questo disagio spirituale.[20]
  • Quando avrò risolto tutti gli altri miei problemi, farò i conti con la Chiesa. Allora essa vedrà i sorci verdi.[21]
  • [Sulle ripercussioni politiche successive all'annessione dell'Austria] Secondo me nessuna, e spero che sia così anche da parte della Gran Bretagna.[1]
  • Se la Royal Air Force ci lancia 2.000, 3.000 o 4.000 chili di bombe, noi ne lanceremo 150.000, 250.000, 300.000 in più in una sola notte. Arriverà il momento in cui uno di noi si spezzerà, e non sarà la Germania.[22]
  • [Alla moglie di Albert Speer] Suo marito costruirà per me edifici quali non siamo più abituati a vedere da quattro secoli.[23]
  • [A Carl Burckhardt] Tutto ciò che faccio è volto contro la Russia. Se l'Occidente è troppo stupido o troppo cieco per comprenderlo sarò costretto ad interdirmi con i Russi, colpire l'Occidente e poi, dopo averlo sconfitto, a volgermi contro l'Unione Sovietica raccogliendo le mie forze. Ho bisogno dell'Ucraina affinché nessuno ci possa affamare come nell'ultima guerra.[24][25]
  • Una riforma sociale deve fare tre cose: innanzitutto abbattere i muri che separano fra loro i diversi ceti sociali, per aprire ad ognuno la strada dell'ascesa sociale; quindi creare un livello generale di vita tale da garantire un minimo di sopravvivenza anche ai più poveri; infine provvedere affinché tutti possano essere partecipi dei benefici della cultura. (26 febbraio 1942[26])
  • Una volta un tale m'ha detto: «E io le dico che, se lei fa questo, la Germania va a rotoli nel giro di 6 settimane». Ed io: «Che cosa intende dire?». «Dico che la Germania va a carte quarantotto». E io: «Vuol spiegarsi meglio?» «La Germania cessa di esistere». Io allora ho replicato: «Il popolo tedesco a suo tempo è sopravvissuto alle guerre con i romani. Il popolo tedesco è sopravvissuto all'emigrazione dei popoli. Poi, il popolo tedesco è sopravvissuto alle grandi lotte del primo e del tardo medioevo. Il popolo tedesco è sopravvissuto anche alle lotte religiose del periodo successivo. Il popolo tedesco è sopravvissuto quindi alla guerra dei trent'anni. E dopo, il popolo tedesco è sopravvissuto alle invasioni napoleoniche, alle guerre di liberazione, persino ad una guerra mondiale, persino ad una rivoluzione – e sopravviverà anche a me».[27]
  • [Dopo essere uscito indenne nell'attentato del 20 luglio 1944] Vedo in questo una conferma del compito, affidatomi dalla Provvidenza, di proseguire l'obiettivo di tutta la mia vita, esattamente come ho fatto fino ad oggi...»[28]

Mein Kampf[modifica]

Mein Kampf

Incipit[modifica]

Oggi mi appare provvidenziale e fortunata la circostanza che il destino mi abbia assegnato, come luogo di nascita, proprio Braunau sull'Inn. Questa cittadina sorge infatti sulla frontiera dei due Stati tedeschi, la cui riunione sembra, perlomeno a noi giovani, un compito fondamentale, da realizzare a qualunque costo.

Citazioni[modifica]

  • A noi non verranno mai coloro che considerano lo scopo principale della loro vita il mantenimento della situazione esistente.[29]
  • Abbiamo completamente dimenticato che lo spirito sano, alla lunga, non può abitare che in un corpo sano. (2002, p. 242)
  • Chi non è di buona razza in questa terra, è loglio. (2002, p. 272)
  • Con gli ebrei non c'è nessun modo di patteggiare, ma soltanto un durissimo sì o no. Così decisi di diventare uomo politico. (2002, p. 209)
  • Ero un nazionalista, ma non ero un patriota.[30]
  • Fedeltà, dedizione e silenzio devono essere alla base di una grande nazione.
  • Fino a quando l'ebreo non sarà diventato il padrone degli altri popoli, non potrà fare a meno di parlare le loro lingue, ma non appena questi saranno diventati suoi servi, toccherà a loro imparare una lingua universale - per esempio l'esperanto - affinché l'ebreo possa con questo mezzo dominarli più facilmente. (2002, p. 279)
  • Già negli anni 1913 e '14 cominciai a esprimere in diversi circoli, che oggi appoggiano fedelmente il movimento nazionalsocialista, la mia convinzione che il problema dell'avvenire della Nazione tedesca era appunto la distruzione del marxismo. (2002, p. 177)
  • Gli ebrei non furono mai nomadi, ma sempre e soltanto parassiti.
  • Gli stati attuali, che pensano solo ad un onere finanziario, concedono la cittadinanza al primo venuto, senza tenerne in considerazione la razza. – Essere cittadino tedesco non è uguale all'avere nelle vene sangue tedesco.
  • I mezzi capaci di riportare la più facile vittoria sulla ragione: il terrore e la forza.[31]
  • I negri sono delle mezze scimmie.
  • Il cristianesimo è stata la prima religione a sterminare i suoi avversari in nome dell'amore. Il suo segno è l'intolleranza.
  • Il forte è più potente quando è solo. (2002)[32]
  • I partiti politici sono aperti al compromesso, le concezioni del mondo no.
  • Il segno più caratteristico del rapporto tra gli ebrei e la cultura umana sta nel fatto che una "cultura ebraica" non è mai esistita e che le due regine dell'arte, architettura e musica, non devono niente di originale all'ebraismo. Ciò che l'ebreo produce in campo artistico è o furto o paradosso. Gli mancano le qualità geniali delle razze dotate di valori.
  • In un mondo imbastardito e "negrizzato" sarebbero perduti per sempre i concetti del l'umanamente bello e del sublime. (2002, p. 326)
  • Inchiodando Ludendorff alla gogna, rendendolo responsabile della perdita della guerra, si volle togliere di mezzo il più pericoloso accusatore, l'unico che avrebbe saputo ergersi contro i traditori della Patria, levando l'arma del diritto e della morale. (2002, p. 229)
  • Io non sono di quegli uomini che cominciano una cosa oggi per finirla domani, e passare a un'altra. (2002, p. 223)
  • Karl Marx in realtà fu solo uno tra milioni che, nel pantano di un mondo in putrefazione, riconobbe col sicuro sguardo del profeta i veleni essenziali, e li estrasse per concentrarli, come un negromante, in una soluzione destinata a annientare in fretta l'esistenza indipendente di libere Nazioni sulla Terra. (2002, p. 325)
  • La colpa contro la razza e il sangue è il peccato originale di questo mondo, e la fine di un'umanità che vi si abbandoni. (2002, p. 240)
  • La forza non consiste nella difesa, ma nell'attacco. (2002, p. 171)
  • La Francia, in misura sempre maggiore, integra il suo esercito con gli elementi di colore del suo gigantesco impero e, dal punto di vista della razza, si va così rapidamente "negrizzando", che in verità si può parlare della nascita di uno stato africano sul suolo europeo. Se questa mescolanza continuasse per altri trecento anni, sparirebbero gli ultimi resti di sangue franco e si formerebbe un compatto stato africano-europeo che va dal Reno al Congo, popolato da una razza inferiore, figlia di un costante imbastardimento.
  • La nazione, o meglio la razza, non consiste nella lingua, ma solo nel sangue. (2002, p. 330)
  • La nostra lingua tedesca possiede appunto una parola che in modo mirabile esprime questa attività in modo preciso: adempimento del dovere; il che significa: non agire per sé, ma servire la collettività. (2002, p. 274)
  • La povertà e la spietata realtà mi forzarono a decidere prontamente.
  • La premessa dell'esistenza di un'umanità superiore non è lo Stato ma la Nazione. (2002, p. 333)
  • La razza umana è diventata forte nella lotta perpetua, e non potrà che perire in una perpetua pace.
  • L'ariano rinunciò alla purezza del suo sangue, e perse il suo soggiorno nel paradiso che lui stesso si era costruito. (2002, p. 272)
  • L'attività della cosiddetta stampa liberale fu un' opera da becchini del popolo e dell'Impero tedesco. E non è il caso di parlare dei bugiardi fogli marxisti; per essi la menzogna è una necessità vitale, come per il gatto i topi. (2002, p. 236)
  • Le basi granitiche sulle quali uno Stato può vivere non sono soltanto i meccanismi dell'interesse economico, ma il popolo concepito come un vero organismo: cioè uno Stato Germanico di Nazione tedesca.
  • L'educazione deve instillare nei giovani la coscienza dell'importanza del rafforzamento del proprio corpo.
  • L'insegnamento della storia nelle cosiddette scuole medie è ancora oggi poco encomiabile. Pochi maestri capiscono che il suo scopo non consiste nel mandare a memoria e recitare pappagallescamente date e fatti; che non si tratta di vedere se il ragazzo sa con precisione quando è avvenuta questa o quella battaglia, quando è nato quel generale, o quando un certo monarca, quasi sempre insignificante, ha cinto la corona dei suoi antenati. No, non si tratta affatto di questo. Studiare la storia significa cercare le forze le quali conducono agli effetti che noi abbiamo davanti ai nostri occhi come fatti storici contemporanei. (2002, pp. 80-81)
  • Le grandi masse non sono fatte di diplomatici o di giuristi, e neppure di gente ragionevole, ma sono come i bambini, indecisi e dubbiosi. (2002, p. 193)
  • L'individuo di razza mista diventa incerto e prende decisioni non completamente valide. Già la stessa Natura compie delle selezioni... le razze bastarde sono destinate alla sconfitta.
  • Lo Stato è soltanto un mezzo per un fine.[2]
  • Lo Stato nazionale non verrà mai creato dalla volontà di compromesso di una "Comunità di lavoro nazionale", ma dalla ferrea volontà di un unico movimento, che s'è imposto contro tutti gli altri.
  • Chi vuole vivere deve lottare. Chi si rifiuta di combattere in un mondo di eterno conflitto, non merita di vivere.
  • Nei partiti borghesi una sola preoccupazione spinge a costruire nuovi programmi o a "riformare" quelli che già esistono: la preoccupazione per l'esito delle prossime elezioni. Le commissioni si radunano e "rivedono" il vecchio programma come il soldato al fronte cambia la camicia: cioè quando è piena di pidocchi. Nel nuovo programma a ognuno è dato il suo; ma spesso ci si dimentica di una diffusa esigenza popolare. Allora in tutta fretta si inserisce nel programma ciò che ancora vi trova posto, sperando di aver soddisfatto l'esercito dei piccolo borghesi e delle rispettive mogli, e confidando nell'incrollabile stupidità degli elettori.
  • Nella debolezza fisica risiede quasi sempre la causa della vigliaccheria personale.
  • Può perfino capitare che una parte del popolo creda veramente che un ebreo possa essere tedesco o inglese, francese o italiano... ma questa è solo un'illusione.
  • Quaggiù, il successo è il solo metro di giudizio di ciò che è buono o cattivo.
  • Se gli ebrei fossero soli su questa terra, essi annegherebbero nella sporcizia e nel marciume, come cercherebbero di combattersi vicendevolmente e di eliminarsi in lotte colme d'odio; e ciò solo in quanto la mancanza di qualsiasi capacità di sacrificio, che si esprime nella loro vigliaccheria, non facesse di tal lotta una farsa. (2002, p. 276)
  • Perciò oggi credo di agire nel senso del Creatore del mondo: difendendomi dagli ebrei, lotto per le opere del Signore. (2002, p. 119)
  • Provai profonda ammirazione per il grand'uomo a sud delle Alpi che, pieno di fervido amore per il suo popolo, non venne a patti col nemico interno dell'Italia ma volle annientarlo con ogni mezzo. Ciò che farà annoverare Mussolini fra i grandi di questa Terra è la decisione di non spartirsi l'Italia col marxismo, ma di salvare la sua Patria dal marxismo distruggendolo. (2002, p. 522)
  • Si può quindi enunciare la seguente valida proposizione: ogni incrocio di razze conduce per forza, prima o poi, al tramonto del prodotto misto, finché la parte più nobile di questo stesso incrocio sussiste in una unitarietà di razza. Il pericolo per il prodotto misto è eliminato solo nel momento in cui la razza superiore si imbastardisce.
    Su ciò è fondato un lento processo di rigenerazione naturale, che poco a poco elimina le intossicazioni razziali, finché sussiste ancora una certa quantità di elementi di razza pura e non ha più luogo un ulteriore imbastardimento. Questo processo può prodursi da sé in creature dotate di un forte istinto di razza, che solo particolari circostanze o una speciale costrizione ha scagliato fuori dalla via della normale moltiplicazione dei puri di razza. Quando questa situazione forzosa è terminata, la parte rimasta pura tenderà subito di nuovo all'accoppiamento fra eguali, mettendo così fine a una ulteriore mescolanza. E in questo modo i fatti di imbastardimento passano in seconda linea, a meno che il loro numero si sia già tanto moltiplicato che non possa più avere luogo una seria resistenza degli elementi rimasti di razza pura. (2002, p. 340)
  • Tutto ciò che è grande in questo mondo è frutto di un solo vincitore. I successi riportati da coalizioni portano già in sé il germe di futuri sgretolamenti.
  • Un movimento il quale si propone di rinnovare un mondo deve servire non al momento passeggero, ma al futuro. (2002, p. 385)
  • Verrà un giorno in cui sarà più grande onore avere il titolo di cittadino del Reich in qualità di spazzino che essere re in uno Stato straniero, e questo giorno verrà certamente, poiché, in un mondo come il nostro, che permette la mescolanza delle razze, uno Stato che dedica tutti i suoi sforzi allo sviluppo dei migliori elementi razziali deve fatalmente diventare il padrone del mondo.

Citazioni sul Mein Kampf[modifica]

  • In biblioteca c'era un libro parecchi anni fa, e c'è ancora, e tutte le volte che mi capitava in mano mi faceva venire il mal di stomaco: Mein Kampf. Forse abbiamo corso il rischio di diventare tutti nazisti, ma è successo proprio il contrario e ve lo dovreste ricordare. Era un libro che indignava chiunque, e per questo Hitler fu sconfitto. (Al centro dell'uragano)
  • La lettura del Mein Kampf io la renderei, per legge, obbligatoria. Fuori dal contesto in cui fu concepito e scritto, quel libro è un caciucco di coglionerie. (Indro Montanelli)

Conversazioni a tavola[modifica]

  • Al popolo tedesco bisognerebbe, per il suo bene, augurare una guerra ogni quindici o vent'anni. (notte tra il 19 e il 20 agosto 1941)
  • Ho conquistato lo Stato a dispetto della maledizione gettata su di noi dalle due confessioni, quella cattolica e quella protestante. (13 dicembre 1941)
  • I preti oggi ci insultano e ci combattono, si pensi per esempio alla collusione tra la Chiesa e gli assassini di Heydrich. Mi è facile immaginare come il vescovo von Galen sappia perfettamente che a guerra finita regolerò fino al centesimo i miei conti con lui... (4 luglio 1942)
  • I preti sono aborti in sottana, un brulichio di cimici nere, dei rettili: la Chiesa cattolica stessa non ha che un desiderio: la nostra rovina.
  • Il colpo più duro che l'umanità abbia ricevuto è l'avvento del cristianesimo. Il bolscevismo è un figlio illegittimo del cristianesimo. L'uno e l'altro sono un'invenzione degli Ebrei.
  • Il cristianesimo costituisce il peggiore dei regressi che l'umanità abbia mai potuto subire, ed è stato l'Ebreo, grazie a questa invenzione diabolica, a ricacciarla quindici secoli indietro. (20 febbraio 1942)
  • Il cristianesimo è un'invenzione di cervelli malati, un insieme di mistificazioni ebraiche manipolate dai preti; è la prima religione a sterminare i suoi avversari in nome dell'amore; è intollerante, inganna il popolo, contraddice la ragione e lo sviluppo scientifico.
  • Il cristianesimo proclama un egualitarismo iniquo, diffonde l'idea pericolosa e nociva dell'aldilà e di un Dio trascendente, in contrasto con la teoria dell'Evoluzione; venera il volto contorto di un crocifisso; separa l'uomo dalla materia, mentre non esiste alcuna frontiera tra l'organico e l'inorganico.
  • Il cristianesimo puro, quello delle catacombe, s'ingegna a tradurre in pratica la dottrina cristiana. Porta dritto dritto all'annientamento dell'umanità. Non è che il bolscevismo integrale, sotto orpelli metafisici. (14 dicembre 1941)
  • In linea di massima, sono del parere che una pace, quando dura più di venticinque anni, danneggi un popolo. Credo che i popoli, al pari degli individui, provino il bisogno di rigenerarsi mediante una perdita di sangue. I nostri antenati avevano il duello. Poi ci furono i salassi praticati dal barbiere. Oggi abbiamo il rasoio! (26 agosto 1942)
  • La dottrina nazionalsocialista è integralmente antiebraica, cioè anticomunista ed anticristiana. (notte tra il 29 e il 30 novembre 1944)
  • La pace non può risultare che da un ordine naturale. La condizione di quest'ordine è che fra le nazioni esista una gerarchia. Le nazioni più capaci devono necessariamente mettersi alla testa. In quest'ordine le nazioni subordinate traggono il massimo beneficio dalla protezione esercitata dalle più capaci. (17 febbraio 1942)
  • L'Ebreo che fraudolentemente introdusse il cristianesimo nel mondo antico, allo scopo di perderlo, ha oggi riaperto questa breccia prendendo, questa volta, il pretesto della questione sociale. È sempre lo stesso gioco dei bussolotti. Come Saul si è trasformato in San Paolo, così Mardocheo è diventato Karl Marx.
  • L'Ebreo deve levar le tende dall'Europa. Altrimenti nessun accordo sarà possibile fra Europei. È l'Ebreo che ostacola tutto. (25 gennaio 1942)
  • Non è l'ampiezza della libertà individuale a significare un alto grado di civiltà. È piuttosto, nell'ambito di un'organizzazione che riunisca la quasi unanimità degli uomini in una medesima razza, la limitazione di tale libertà. Se agli uomini si lascia tutta la loro libertà, eccoli comportarsi come scimmie. (11 aprile 1942)
  • Non fondo molto sull'avvenire degli Americani. Ai miei occhi, è un Paese marcio. A ciò si aggiunge il problema delle razze e delle ineguaglianze sociali. È quel che ha causato la rovina di Roma, eppure si trattava di una costruzione solida e che rappresentava qualcosa. Inoltre, i Romani erano animati da grandi idee. Niente di simile nell'Inghilterra di oggi. Quanto agli Americani, inutile parlarne. (7 gennaio 1942)
  • Oggi, chiunque abbia un po' di familiarità con le scienze naturali non può prendere sul serio la dottrina della Chiesa in quanto tale: ciò che è in contraddizione con le leggi della natura, non può essere di Dio. Io non so niente dell'aldilà e sono tanto onesto da confessarlo.
  • Quando il nazionalsocialismo avrà regnato per un periodo abbastanza lungo di tempo, non sarà più possibile concepire una forma di vita diversa dalla nostra. (notte tra l'11 e il 12 luglio 1941)
  • Quando si tratta degli Ebrei, ignoro qualsiasi sentimento di pietà. Saranno sempre il fermento che anima i popoli gli uni contro gli altri. Seminano zizzania dappertutto, tanto fra gli individui quanto fra i popoli. (27 gennaio 1942)
  • Schiaccerò la Chiesa come si fa con un rospo.
  • Se il bolscevismo trionfasse, l'umanità perderebbe il dono di ridere e di gioire. Non sarebbe più che una massa informe, condannata al grigiore e alla disperazione. (notte tra il 20 e il 21 febbraio 1942)
  • Se il popolo tedesco perdesse la fede, se il popolo tedesco non fosse più disposto a darsi anima e corpo per sopravvivere – allora il popolo tedesco non avrebbe più che da scomparire! (27 gennaio 1942)
  • Se non rispettassimo le leggi naturali, imponendoci col diritto del più forte, verrebbe il giorno il cui le bestie feroci ci divorerebbero di nuovo – poi gli insetti mangerebbero le bestie feroci, e infine solo i microbi sopravviverebbero. (23 settembre 1941)
  • Sono stato sempre del parere di non accogliere nel Partito che elementi veramente solidi, senza tener conto della quantità, e ad esclusione dei tiepidi. Allo stesso modo, per quanto concerne il nuovo Reich, in qualunque parte del mondo siano elementi germanici sani, tenteremo di ricuperarli. E quel Reich sarà di una tale solidità che nessuno potrà niente contro di esso. (4 febbraio 1942)
  • Tutto, nel comportamento di questa società americana, attesta che si tratta di un mondo mezzo ebraico e mezzo negrificato. (7 gennaio 1942)
  • Un male che ci rode sono i nostri preti delle due confessioni. Attualmente non posso dar loro la risposta che si meritano, ma essi non perderanno nulla ad aspettare. Ogni cosa è trascritta nel mio registro. Verrà il momento in cui regolerò i miei conti con loro e non prenderò vie traverse. (8 febbraio 1942)
  • Uno stato di guerra permanente all'Est contribuirà a formare una razza solida e c'impedirà di ricadere nell'infiacchimento di un'Europa ripiegata su se stessa. (25 settembre 1941)

Citazioni su Adolf Hitler[modifica]

  • A dispetto della durezza e spietatezza che pensai di aver scorto nei suoi tratti, ebbi l'impressione di aver di fronte un uomo, sul quale si può contare allorché ha dato la sua parola. (Neville Chamberlain)
  • A quelli che credono che Adolfo Hitler (l'uomo che non poté amare) abbia almeno amata la Germania, racconto qui qual è stato veramente il suo sogno. Ridurre la Germania un mucchio di macerie; e, fra nuvole di gas asfissianti, rimproverando ai tedeschi di averlo – per colpa degli ebrei – tradito, salire egli al cielo, in una specie di apoteosi, circondato dal fiore delle sue più giovani e fedeli S.S. Questo sogno egli lo ha sognato così profondamente (credendo – oh, in piena buona fede! – di sognarne un altro) che si può dire egli abbia vinta – almeno in parte – la sua guerra. (Umberto Saba)
  • Adolf Hitler, applicando sino alle estreme conseguenze i principi del nazionalismo wilsoniano, pianificò il trasferimento in Germania dei Tedeschi che non vivevano all'interno dei confini della madrepatria, come per esempio il Sudtirolo italiano e, com'è noto, avviò a soluzione finale l'eliminazione degli Ebrei. (Eric Hobsbawm)
  • Avete consegnato la nostra sacra madre terra Germania ad uno dei più grandi demagoghi di tutti i tempi. Profetizzo solennemente che quest'uomo dannato scaglierà il nostro Reich negli abissi e porterà un'inconcepibile miseria nella nostra nazione. Le generazioni future vi malediranno nella tomba per la vostra azione. (Erich Ludendorff)
  • Avevo visto il terribile effetto di un falso ideale. Milioni di tedeschi erano rimasti incantati dalla cialtroneria di Hitler, avevano cercato di imitarlo, diventando loro stessi dei piccoli Hitler. (Louis De Wohl)
  • Avrei preferito che avesse seguito la sua ambizione originaria e fosse diventato un architetto. (Paula Hitler)
  • C'era innanzitutto in Hitler un capo di clan, o piuttosto di una banda. La maggiore virtù era, ai suoi occhi, la fedeltà alla sua persona. Quelli che osservavano questa fedeltà avevano diritto, come compenso, alla sua protezione e a una indulgenza sistematica che li metteva al di sopra delle leggi. Quelli che non la osservavano, morivano. Il cameratismo, questa fraternità dei senza-tetto, era forse il sentimento umano più forte nel cuore di quell'eterno randagio che fu Hitler (Raymond Cartier)
  • Che significa l'avvento al potere di Hitler?
    Nessuno può saperlo, e, meno degli altri, Hitler stesso e il suo singolare assortimento di colleghi. Il presidente von Hindenburg e il suo «camerata» von Papen hanno messo Hitler in gabbia prima di torcergli il collo, oppure sono essi medesimi in gabbia? (Wickham Steed)
  • Comparve Hitler, un uomo di limitate capacità intellettuali, inadatto a qualsiasi lavoro utile, pieno di invidia e di amarezza contro tutti quelli che erano stati favoriti più di lui dalla natura e dal destino. [...] odiava più di qualsiasi altra cosa proprio quella cultura e quella educazione che gli erano state negate per sempre. Nella sua disperata ambizione di potere scoprì che i suoi discorsi sconnessi e pervasi dall'odio suscitavano gli applausi frenetici di quanti si trovavano nelle sue stesse condizioni e condividevano le sue opinioni. Raccattava questi relitti della società per la strada, nelle osterie, organizzandoli intorno a sé. In questo modo avviò la sua carriera politica. Ma ciò che veramente lo portò a diventare un Führer era il suo odio acerrimo contro ogni cosa di origine straniera e specialmente contro una minoranza inerme, gli ebrei tedeschi. La loro sensibilità intellettuale lo metteva a disagio e la considerava, non del tutto erroneamente, non tedesca. (Albert Einstein)
  • Con quei baffetti sotto al naso, e quella smorfia facciale, come fiutasse sempre... un cattivo odore. E lo fiuta infatti. Non gli viene – come egli crede – dall'esterno (da comunisti, ebrei, polacchi, ed altri popoli slavi, intellettuali di destra e di sinistra, francesi degeneri, e via discorrendo... fino a comprendere tutto il mondo abitato) ma solo da lui, dal suo di dentro. È una malattia, ma una brutta malattia; ed anche – allo stato attuale della scienza – inguaribile. Si chiama paranoia. (Umberto Saba)
  • Considero Hitler come il salvatore dell'Africa. Commise errori perché era umano, però il suo scopo era porre fine al colonialismo nel mondo intero. (Francisco Macías Nguema)
  • Dovevo a Hitler la consapevolezza che nulla avevo a che fare con la politica, questi era il mio mentore ex-negativo... in mezzo alla tempesta d'entusiasmo da lui scatenata, in maniera del tutto indipendente da ragioni, direzione e contenuto di tanto entusiasmo avvertii di essere estraneo a tutto ciò. (Ernst Jünger)
  • È senza forma, quasi senza connotati, un uomo il cui aspetto è caricaturale, un uomo la cui struttura sembra cartilaginea, senza ossa. È incongruente e volubile, mal disposto e insicuro. È esattamente il prototipo dell'Uomo Piccolo. Un ciuffo di capelli senza vita gli cade su una fronte insignificante e leggermente retrocedente. Il suo naso è largo, ma senza carattere e con una brutta forma. I suoi movimenti sono goffi, poco dignitosi e poco marziali. [...] Solo gli occhi sono degni di nota. Di un grigio scuro e ipertiroidei – hanno il peculiare scintillio che spesso distingue i geni, gli alcolizzati e gli isterici. C'è qualcosa di fastidiosamente raffinato in lui. Scommetto che piega il mignolo all'insù quando beve il tè. (Dorothy Thompson)
  • È stata fatta una politica di incubazione del fascismo. Il signor Churchill, il signor Daladier, hanno fatto con Hitler esattamente quello che ha fatto in Italia Giolitti con Mussolini. (Emilio Lussu)
  • – È strano, però... Tutti vorrebbero sembrare diversi dagli altri e tu invece vuoi somigliare a tutti.
    – Una decina d'anni fa mio padre era a Monaco. Mi ha raccontato che spesso la sera dopo il teatro andava con gli amici in una birreria e c'era uno squilibrato, un po' buffo, che parlava di politica. Era diventato un'attrazione. Gli pagavano da bere, lo eccitavano e lui saliva su un tavolo e faceva dei discorsi da pazzo furioso. Era Hitler. (Il conformista)
  • ... Ed ecco, mentre chiamavo la kellerina per pagare la mia consumazione, capii a chi somigliava quell'uomo. A Haarmann somigliava, allo stupratore di fanciulli di Hannover, il cui processo da non molto tempo aveva tanto fatto parlar di sé. Questo barbablù omosessuale era riuscito ad attirare in casa sua dai trenta ai quaranta ragazzetti, ai quali, nell'atto dell'amore, mordeva la gola, e dei poveri corpi straziati faceva salsicce. La somiglianza tra quei due uomini mi colpì. I baffetti, il riccio in fronte, lo sguardo sornione, la bocca piagnucolosa ad un tempo e rozza, la fronte cocciuta e persino quel naso repugnante. Tal quale!
    Possibile che un paese, che era stato tanto orgoglioso dei suoi poeti e dei suoi pensatori, accettasse una tale cimice per «l'uomo del destino»? (Klaus Mann)
  • Esprimo il mio sostegno alla figura storica di Adolf Hitler, che ha fatto la guerra per unificare l'Europa e ha avuto l'unico torto di perderla. (Idi Amin Dada)
  • Forse vi domanderete come sia possibile che una nazione [la Germania] di sessantasei milioni di esseri intelligenti si voglia sottomettere ad uno straniero, un tappezziere austriaco [Adolf Hitler], e nemmeno molto in gamba a quanto mi dicono, e a pochi suoi simili come Göbbels e Göring che dettano ogni singolo gesto della vita del popolo germanico. (George William Mundelein)
  • Hitler annienta il padre e scatena in sé le forze della madre-cattiva, Lutero interiorizza il padre e stabilisce un compromesso col superego. Dall'altra parte si ha la folla, anch'essa definita edipicamente, da immagini parentali di second'ordine, collettive; l'incontro può dunque aver luogo, Lutero e i cristiani del XVI secolo, Hitler e il popolo tedesco, in corrispondenze che non implicano necessariamente l'identità (Hitler svolge il ruolo di padre per «trasfusione omosessuale», e rispetto alla folla femminile; Lutero svolge il ruolo di donna rispetto al Dio dei cristiani). (L'Anti-Edipo)
  • Hitler aveva creduto temporaneamente a confuse teorie economiche rivoluzionarie, ma le aveva rapidamente abbandonate quando notò che queste teorie gli nuocevano presso i ricchi industriali. In fondo, l'economia non interessava l'opportunista. Essa era una cosa secondaria e vi dovevano provvedere gli specialisti, gente che non sapeva fare altro. L'essenziale era la politica da cui dipendeva tutto il resto. L'essenziale era il potere. (Golo Mann)
  • Hitler contrappose con la massima brutalità al nazionalsocialismo propugnato da Strasser la sua teoria del dispotismo della razza greco-nordica, teoria che considerava nazionale e socialista ad un tempo. (Ernst Nolte)
  • Hitler è spiegabile in linea di principio, ma ciò non significa che sia stato spiegato. (Yehuda Bauer)
  • Hitler è un facile capro espiatorio per la storia ed è stato utilizzato troppo facilmente. Ma in realtà è il prodotto di una serie di azioni. È causa, ma è anche effetto... (Oliver Stone)
  • [Ultime parole famose] Hitler è un tipo un po' strambo e non sarà mai cancelliere: diventerà, al massimo, ministro delle poste. (Paul von Hindenburg)
  • Hitler fu una delle più grandi personalità del ventesimo secolo. (Nikólaos Michaloliákos)
  • Hitler non è stato un criminale perché ha ucciso 6 milioni di ebrei: è stato un criminale perché ha ucciso un ebreo. (Asfa-Wossen Asserate)
  • Hitler non era un grande lavoratore. Non restava seduto per lunghe ore al suo tavolo di lavoro come Mussolini. Cento volte ha preso in giro il suo predecessore, il povero Brüning[33], scrupoloso al punto di scrivere con la sua penna le leggi che voleva sottomettere all'approvazione del Reichstag. Detestava i lunghi rapporti scritti. La mobilità del suo spirito non gli permetteva ampie letture [...]; questa è la ragione per cui prediligeva i romanzi polizieschi, che divorava in un attimo. (Raymond Cartier)
  • Hitler rappresentò un miscuglio fino ad oggi insuperato – gli si avvicinò, tuttavia, Stalin, politico superiore a lui – di capacità politica e di pazzia criminale. Egli rappresentò la degenerazione ultima, ma altresì la manifestazione più potente, di quasi tutti i fenomeni che sotto nomi diversi abbiamo ritrovato nei ribollimenti attivistici, nazionalistici, bellicistici, criminaloidi del nostro tempo. Temperamento sadico, e al tempo stesso di morbidità androgina; esaltato dal mito del superuomo, combinato col razzismo più assurdo che in lui ripudiava a un certo punto anche il popolo tedesco, per sognare il dominio di una casta signorile internazionale; spregiatore di ogni sentimento di giustizia e di pietà; odiatore del cristianesimo, in nome di una religione naturalistica e sanguinaria: egli si presenta anche oggi, innanzi al nostro stupefatto ribrezzo, come un monstrum quasi indecifrabile. (Luigi Salvatorelli)
  • I peggiori antisemiti sono ebrei, anche Hitler aveva origini ebraiche. (Sergej Viktorovič Lavrov)
  • Il Duce, per quanto si sentisse lo sforzo fisico, imprimeva alle sue frasi l'energia, con la quale egli aspirava al dominio delle masse [che stavano] ai suoi piedi; il Duce nuotava sempre nella corrente sonora della sua madrelingua, le si abbandonava con tutte le sue rivendicazioni territoriali, era un parlatore, anche quando scivolava dall'oratoria alla retorica, parlatore senza distorsioni, senza convulsioni. Hitler al contrario voleva procedere patetico o beffardo – due toni tra i quali egli amava sempre oscillare – parlava, o piuttosto urlava, sempre convulsamente. Si può, anche nella più forte eccitazione, mantenere una certa dignità, una calma interiore, un'autoconsapevolezza, un sentimento di concordia tra sé e la propria comunità. Di questo mancò fin dall'inizio in poi il consapevole, l'esclusivo, l'essenziale retore, Hitler. (Victor Klemperer)
  • Il nazismo è stato un regime criminogeno e Hitler ha fatto azioni criminali. Ma in alcuni campi, come nell'ecologia ha fatto cose positive. (Mario Borghezio)
  • [Citando Alphonse de Châteaubriant] Il razzismo Hitleriano affonda dunque «le sue radici organiche nell'acqua generosa del profondo lago cristiano». (Denis Hollier)
  • In Hitler il popolo tedesco ha trovato riassunti, al di sopra di ogni schema tradizionale di divisioni classistiche, alcuni dei motivi essenziali da sempre ritornanti a definire il proprio carattere, la fisionomia del proprio ethos: il gusto della violenza, il misticismo «romantico», la fanatica dedizione a un ordine meccanico, disumano. Hitler sapeva trascinare il grande industriale con l'esca dell'interesse e col ricorso al mito prediletto della supremazia tedesca nel mondo; affascinava il piccolo borghese col suo estetismo pompier, con la sua oratoria accesa e volgare, pronta sempre ad offrire, di ogni problema, la soluzione più semplicistica; piaceva all'intellettuale decadente, permeato di femmineo postnicianesimo (l' intelligencija tedesca già nel 1914 era in istato fallimentare come nessun'altra in Europa), per la sua ostentata energia virile, per il suo dichiarato disprezzo di ogni indugio morale o sentimentale, per quel suo rozzo materialismo demagogico che, nonostante tutto, pretendeva considerazione «spirituale». Conquistava infine anche l'operaio, facendo leva non soltanto sul suo sciovinismo non perfettamente esorcizzato, ma porgendogli anche, delle sue rivendicazioni sociali, un'attuazione più concretamente immediata, meno utopica e intellettualistica di quanto non gliela prospettasse il programma della rivoluzione proletaria: e fosse pure nei limiti di una umiliante, paternalistica nota di concessioni padronali. [...] il nazismo non è certo la realizzazione di un genio. Hitler è effettivamente uno dei tanti [...]. Parlare di tirannide perciò non persuade. (Giorgio Bassani)
  • Io avevo troppo studiato e troppo scritto la storia per non sapere che la grande massa è sempre pronta a rotolare verso la parte ove al momento sta il peso del potere; sapevo che le stesse voci che gridavano oggi "Heil Schuschnigg!" avrebbero gridato domani "Heil Hitler!". (Stefan Zweig)
  • Io non considero Hitler così cattivo come viene descritto. Egli mostra una capacità sorprendente e pare che stia ottenendo le sue vittorie senza un gran spargimento di sangue. (Mahatma Gandhi)
  • L'analisi fisiognomica... della faccia rivela...la sua immensa fanciullezza. Sì, Hitler è bambino. Guardatelo in mezzo ai bambini, piegato sulle tombe di quelli che amava; egli è immensamente bambino, lo ripeto. (Alphonse de Chateaubriant)
  • L'Europa deve a lui il grande servigio di aver fatto retrocedere, con una energia sorprendente e dei muscoli di ferro, le frontiere del comunismo. Temo soltanto ch'egli non vada troppo lungi, nel campo economico e sociale. (António de Oliveira Salazar)
  • La destra fascista e nazista sono nate con dei barlumi sociali ma poi si sono subito acconciate una volta preso il potere. Mussolini, mangiapreti, ha fatto i Patti lateranensi col Vaticano, ha appoggiato i latifondisti. Hitler ha fatto gli accordi con gli industriali, con i banchieri, da Krupp a tutti gli altri, e ha scelto una via chiaramente dentro il meccanismo capitalistico. (Marco Rizzo)
  • La guerra, Hitler, l'ha persa nel momento stesso in cui ha attaccato l'Unione Sovietica, nel giugno del 1941, perché si è messo contro un nemico di cui non immaginava la potenza, i tedeschi avevano sottovalutato clamorosamente la potenza industriale, le capacità organizzative, la volontà di resistenza e la forza militare dell'Unione Sovietica. (Alessandro Barbero)
  • La grande finanza britannica, che aveva strangolato la democrazia tedesca chiedendo impossibili riparazioni, aiutò Hitler con investimenti e prestiti. In tutto il mondo i democratici attenti e perspicaci sapevano che questi favori a Hitler erano fatti dai conservatori inglesi che vedevano in lui il loro "uomo-fucile" contro i Soviet. (Anna Louise Strong)
  • La grande intuizione di Hitler fu di usare la retorica del linguaggio e la potenza dei media. Del cinema nascente, con Leni Riefensthal regista del nazismo. Della radio e della tv. Ascoltando le registrazioni dei suoi comizi si ha la sensazione di assistere a rappresentazioni teatrali. Di un attore enfatico ma di carisma innegabile. (Filippo Del Corno)
  • La Repubblica di Weimar, con i suoi simboli ed incoraggiamenti progressisti, era vista come un'imposizione del nemico. Essa non poteva ottenere la lealtà e catturare l'immaginazione del popolo tedesco. Per un momento [il popolo tedesco] cercò di si aggrapparsi come per disperazione al vecchio Maresciallo Hindemburg. Dopo di che potenti forze andarono alla deriva, si aprì un vuoto e dopo breve tempo in questo vuoto avanzò a grandi passi un maniaco dalla genialità feroce, il deposito e l'espressione del più virulento odio che abbia mai corroso il petto umano — il caporale Hitler. (Winston Churchill)
  • La tecnica di Hitler era quella di accompagnare ogni colpo con un'offerta ben calcolata per tentare la vittima. Anche se l'offerta non compensava il colpo, rendeva più difficile restituirlo. È perdonabile che questa tattica abbia avuto un certo successo la prima volta che veniva impiegata, ma è straordinario che abbia continuato ad averne. Forse, però, questo accadde perché c'era più desiderio di accettare l'offerta che di restituire il colpo: desiderio umano, ma costoso. (Anthony Eden)
  • Lì sedeva, circondato da alcuni tra i suoi complici preferiti, e mangiava di gusto la sua torta di fragole. Mi sedetti al tavolo accanto, a mezzo metro di distanza. Mangiò un secondo tortino di fragole con panna montata; poi un terzo, e, se non erro il quarto [...] Anch'io amo i dolci; ma la vista della sua voracità mezzo infantile e mezzo bestiale, mi tolse ogni appetito. D'altronde ci tenevo a concentrare la mia attenzione su quel caro ghiottoncello [...]
    Il quale appariva materiato di un'ignobile sostanza, un borghesuccio maligno dallo sguardo istericamente torbido nel volto pallido e gonfio. E nulla che facesse pensare a grandezza, neanche a un uomo mediocremente dotato.
    Non era certo piacevole sedere vicino a un tale individuo; e tuttavia non potevo saziarmi di guardare quel repugnante mangione. Attraente non l'avevo trovato mai, né nei ritratti, né sulla tribuna illuminata; ma la bruttezza che mi stava innanzi sorpassava tutte le mie aspettazioni. La volgarità dei suoi tratti mi tranquillizzava, mi faceva bene. Lo guardavo e pensavo: «Tu non vincerai, nonostante tutti i tuoi ruggiti. Vuoi diventare il dispotico signore della Germania? Diventare dittatore? Sei così miserabile che potresti far pena, se la tua miseria non fosse di così repugnante natura. Sì, ordina ancora un tortino. Chi sa se potrai penderti per un pezzo questi gusti...?»
    Non c'era dunque attorno al suo capo una cruenta aureola per ammonirmi? [...] No, nulla di inquietante si rivelò. Regnava nell'aristocratico ambiente solo una rosea luce discreta, vi aleggiava una musica in sordina... E quell'uomo antipatico, dai buffi baffetti e dalla fronte cocciuta che beveva il suo cioccolatte fra un cerchio di compagni altrettanto insignificanti. (Klaus Mann)
  • Lo dicevamo in tanti che Hitler aveva un fascino straordinario, proprio qualcosa come l'ipnotismo, una forza alla quale non si resiste. (Lucie Rommel)
  • Naturalmente, non ci piace per la sua politica, che ci pare sbagliata. Ma per il fatto che è un uomo serio, retto, che non cerca nulla per se stesso, ma si preoccupa con tutto il cuore di costruire un nuovo governo. È profondamente sincero, spontaneo; ne ammiriamo la probità e la dedizione. (Karl Mannheim)
  • Né un alieno psicopatico né un'icona pop di perversa fascinazione. Solo un uomo, responsabile di una serie di crimini contro l'umanità. (Filippo Del Corno)
  • Nei giorni immediatamente successivi al fallito attentato, Hitler sterminò, facendoli impiccare a ganci di macelleria con corde da pianoforte (non ne mancavano certo, nella patria di Bach e di Beethoven), fucilandoli o inducendoli al suicidio (come nel caso di Rommel), tutti gli esponenti in uniforme di quegli Junkers prussiani che avevano costituito per secoli i depositari della tradizione militarista tedesca. Liquidò così alla sua sanguinaria e sbrigativa maniera l'opposizione nell'esercito. (Alberto Tagliati)
  • Nel cinturone dei soldati del Führer c'era scritto Gott mit uns, Dio è con noi. Hitler lo aveva arruolato; per fortuna disertò. (Enzo Biagi)
  • Non è eccessivo dire che, in definitiva, a Hitler non importava altro che imporre la propria volontà. È indiscutibile che era un uomo estremamente intelligente, ma è anche vero che questo culto della propria personalità era una forma di follia. Una volta Tolstoj osservò che quello che veramente temeva in futuro era un Gengis Khan col telefono. Questo timore era diventato una realtà. (Constantine Fitzgibbon)
  • Non è per metafora, neanche per metafora paterna, che Hitler faceva arrapare i fascisti. Non è per metafora che un'operazione di banca o di borsa, un titolo, una cedola, un credito fanno arrapare persone che non sono solo semplicemente banchieri. (L'Anti-Edipo)
  • Non ho dubbi [...] sul fatto che Hitler fosse satanista. Da questo punto di vista non mi stupisco che Pio XII possa aver tentato un esorcismo a distanza. [La possessione del Führer emerge dalla sua] perfidia umanamente inspiegabile: non si spiega una malvagità simile senza una forza superiore e al di fuori della natura umana. (Gabriele Amorth)
  • Non vi sarà mai una spiegazione adeguata... Nulla potrà mai spiegare Hitler. (Emil Fackenheim)
  • Per un verso, Hitler e i suoi, negli anni 1939-1942, si sentirono traditi da quegli ambienti massonici elitari e neoaristocratici angloamericani che li avevano favoriti nell'ascesa e nel consolidamento del potere e che, però, da un lato non erano riusciti a evitare lo scontro bellico prima con il Regno Unito e poi con gli Usa, dall'altro, in alcuni casi, si erano ritratti inorriditi rispetto all'escalation di violenza e brutalità indifferenziata e spesso gratuita del Terzo Reich nazista. (Gioele Magaldi)
  • Più cose apprendo sul conto di Hitler, più mi è difficile spiegare. (Alan Bullock)
  • Privo di qualsiasi legame etico ed umanitario, il potere di Hitler era immorale. Le SS ubbidivano a ogni ordine del Führer – anche l'ordine di omicidio di massa – realizzandolo senza scrupoli. Il potere delle SS, per grazia di Hitler, era un potere senza morale. (Reimund Schnabel)
  • Probabilmente non conosceremo mai con esattezza il nome del nonno di Adolf Hitler. Ma si è avanzata persino l'ipotesi che fosse un ebreo, senza poterlo provare. (Alan Bullock)
  • Provate a spiegare Hitler ad un bambino. (George Carlin)
  • Qualcuno ha detto se ci fosse stato internet ai tempi di Hitler, i campi di sterminio non sarebbero stati possibili perché la notizia si sarebbe diffusa viralmente. (Umberto Eco)
  • Quando finì la guerra, ancora negli anni cinquanta avevo il magazzino pieno di letteratura nazista, pressavo con enorme gusto, [...] quintali di quegli opuscoli e libretti sempre sullo stesso tema, pressavo centinaia di migliaia di pagine con le fotografie di uomini e donne e bambini esultanti, vecchi esultanti, operai esultanti, contadini esultanti, SS esultanti, soldati dell'esercito esultanti, nel tino della mia pressa meccanica gettavo di gusto Hitler e il suo seguito che entrava in Danzica liberata, Hitler che entrava in Varsavia liberata, Hitler che entrava in Praga liberata, Hitler che entrava in Vienna liberata, Hitler che entrava in Parigi liberata, Hitler nel suo appartamento privato, Hitler alla festa del raccolto, Hitler col suo fedele cane lupo, Hitler coi suoi soldati al fronte, Hitler che passava in rassegna il vallo atlantico, Hitler in partenza per le città conquistate all'Est e all'Ovest, Hitler chino sulle mappe militari. (Bohumil Hrabal)
  • Quest'uomo, impastato di mistica e di megalomania, di retorica e di auto-ipnosi, sleale e spietato nel perseguimento dei suoi fini, avrebbe portato sofferenze, distruzioni e morte sul suo paese, sull'Europa e su terre più lontane. Avrebbe fatto di peggio : nel nome della purezza razziale, avrebbe scatenato un'ondata di bestialità senza precedenti da secoli. (Anthony Eden)
  • Questo genio diabolico emerso dagli abissi della miseria, infiammato dalla sconfitta, divorato da odio e spirito di vendetta ed ossessionato dal suo disegno di fare di quella tedesca la razza dominante dell'Europa e forse del mondo intero. (Winston Churchill)
  • Riassunto di baffi e visiera. (Filippo Tommaso Marinetti)
  • Ricordo quando ci parlammo. Per lui l'interlocutore non esisteva, solo gli interessi del Reich erano legge. Restai impressionato dalla sua insistenza quasi ossessiva. (Michele I di Romania)
  • Se Hitler avesse avuto degli amici, io sarei stato suo amico. (Albert Speer)
  • Se Hitler vincerà, ci sarà un enorme schiavitù con il nome "l'Europa." (Friedrich Kellner)
  • Se mi è concesso di inserire un ricordo personale, rammento di aver conosciuto proprio quella sera, 12 settembre 1932, in casa di amici, Hitler insieme a Göring, Goebbels e qualche altro grosso gerarca del nazismo. [...]. Rimasi impressionato, in particolare, dall'atteggiamento dimesso e remissivo di Hitler, stranamente contrastante con lo Stimmung[34] dell'ambiente e con la figura che amava presentare di se stesso al pubblico fanatico delle grandi adunate, del rivoluzionario travolgente e sanguinario, dell'oratore fluviale e incontenibile, del nuovo Messia inviato dalla Provvidenza per la salute della grande Germania e dell'umanità. Nel petit comité del salotto amico vedevo un uomo timido, evidentemente a disagio, alieno dal manifestare la propria opinione, pronto invece a togliersi d'imbarazzo con l'associarsi al parere dell'ultimo interlocutore. Evidentemente il rodaggio dell'uomo di stato non era neppure incominciato! (Giuseppe Mancinelli (militare))
  • Severo ma giusto. (Vittorio Feltri)
  • So quanto la nazione tedesca ami il proprio Führer, pertanto è mio dovere brindare alla salute di questo grande uomo. (Stalin)
  • Su una graziosa villetta in costruzione scoprii finalmente una scritta: «Mai avremmo potuto costruirla senza il nostro Führer». Non riuscii a reprimere nella mia mente lo sbocciare di un caustico scambio di battute: «Dico: gli ho fatto costruire questa casa». «Tu? E come?» «Ecco, loro l'hanno costruita e io gliel'ho lasciato fare.» (Frigyes Karinthy)
  • Un tenore melodrammatico, non un eroe. (Oswald Spengler)
  • Un puro folle, infervorato ogni tanto per le sue idee fisse. (Galeazzo Ciano)
  • Vanderbilt mi spedì una serie di fotografie formato cartolina che mostravano Hitler durante un discorso. Il viso era oscenamente comico: una brutta copia del mio, con i suoi assurdi baffetti, le lunghe ciocche ribelli e una boccuccia disgustosamente sottile. Non riuscivo a prenderlo sul serio. Ogni cartolina ne illustrava una posa diversa: una con le mani simili ad artigli, mentre arringava la folla, un'altra con un braccio levato e l'altro lungo il corpo, come un giocatore di cricket che sta per lanciare la palla, e un'altra con le mani strette davanti a sé come se stesse sollevando un manubrio immaginario. Il saluto con la mano rovesciata all'indietro sulla spalla e col palmo rivolto all'insù mi faceva venir voglia di metterci sopra un vassoio di piatti sporchi. «Questo è matto!» pensai. Ma quando Einstein e Thomas Mann furono costretti a lasciare la Germania, il viso di Hitler non era più comico ma sinistro. (Charlie Chaplin)
  • Vedere Hitler nei panni di conquistatore occidentale dello «spazio vitale» nell'Est slavo, fiero della propria civiltà e nutrito di «teorie» biologiche, è vedere solo un aspetto della sua complessa natura. Egli non era l'unico a essere convinto non solo dell'arretratezza e della inferiorità degli slavi, ma anche della loro pericolosità, a guardarli con disprezzo, ma anche con preoccupazione. (Ernst Nolte)
  • Vi attendono grandi compiti che dovete portare a compimento. La mia fede nel germanesimo non ha vacillato un solo istante, anche se le mie speranze – lo confesso – erano assai calate. Il fatto che nell'ora del massimo bisogno la Germania sia stata capace di generare un Hitler, è una prova della sua vitalità, proprio come la forza che egli irradia; giacché questi due elementi – la personalità e l'ascendente – vanno insieme... Dio vi protegga! (Houston Stewart Chamberlain)
  • Vittorio Emanuele [III] è convinto che Hitler sia un pazzo[35] [nel 1938, in visita ufficiale in Italia] da Berlino s'è portato la solita brandina di ferro con rete metallica, la sola in cui riesca a dormire. Alloggia nell'appartamento del principe di Piemonte al Quirinale, e la sua richiesta di una donna a mezzanotte, ha messo in imbarazzo il personale di servizio. L'equivoco è chiarito quando Hitler spiega che ha bisogno di una cameriera che gli riassetti il letto con lenzuola di bucato. (Romano Bracalini)

La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler[modifica]

  • A volte mi sembra che non voglia aprirsi con nessuno, aprirsi veramente. In privato lui è così pieno di premure e all'improvviso... dice cose così brutali.
  • Che cosa ci si può aspettare da uno che oltre a non fumare, non bere, è anche vegetariano?
  • Il Führer ha detto che non capitoleremo mai, non ci sarà un altro novembre 1918, mai più!
  • Io lo conosco bene. Mio marito. Da oltre quindici anni. Tuttavia ripensandoci non so niente di lui, malgrado parli molto. Sono venuta con gioia a Berlino, ma lui è cambiato rispetto a prima. Ora mi parla solo di cani e di diete vegetariane.

Joachim Fest[modifica]

  • Anche i celebrati scoppi di collera di Hitler erano non di rado, con ogni evidenza, manifestazioni volontarie accuratamente dosate. Uno dei più vecchi Gauleiter[36] ha lasciato una descrizione di Hitler in preda a un accesso di collera tale che la bava gli colava dagli angoli della bocca lungo il mento, sì da farlo sembrare del tutto fuor di sé dall'ira; e in pari tempo le argomentazioni affatto conseguenti, che continuava a esporre con lucida perfetta continuità, smentiva in pieno l'immagine esteriore.
  • L'ascesa di Adolf Hitler, che «povero diavolo» a Braunau e cliente fisso del Männerheim di Vienna,[37] divenne il dominatore della Germania e di una parte del mondo, è una delle carriere più sorprendenti e più sconcertanti della storia.
  • L'incapacità di Hitler a concepire i rapporti umani se non in chiave gerarchica, di rado è apparsa con altrettanto chiarezza come nel corso di quella discussione [con Otto Strasser, a Berlino, tra il 21 e il 22 maggio 1930]. A ogni considerazione, ad ogni obiezione, egli contrapponeva, come per un riflesso mentale, il problema del potere: a chi spetta l'autorità di decidere, chi è che comanda e chi è che deve obbedire? Tutto veniva inflessibilmente ridotto alla contrapposizione di servo e padrone: da un lato la massa, rozza incolta, dall'altro la grande personalità, di cui la prima era lo strumento e il materiale da manipolare.
  • Lo spreco che faceva di uomini era di entità pari al disprezzo che nutriva nei loro confronti. Ininterrottamente, Hitler cacciava questi, puniva quegli, promuoveva quest'altro, sostituiva individui e uffici, e qui va visto senza dubbio uno dei presupposti dei suoi successi, la sua esperienza avendogli insegnato che i seguaci vanno trattati senza riguardi e oberati al massimo.
  • Mascherare e insieme trasfigurare la propria personalità, costituì uno degli scopi fondamentali della sua esistenza.

Note[modifica]

  1. a b Da un'intervista al Daily Mail, Un'intervista di Hitler, riportato in La Stampa, 15 marzo 1938.
  2. a b c d e f Citato in Lukacs 2006, p. 111.
  3. Citato in Hermann Raushning; citato in Robert Royal, I martiri del ventesimo secolo. Il volto dimenticato della storia del mondo, Ancora, 2002, p. 161.
  4. Citato in Basil Liddell Hart, Storia militare della seconda guerra mondiale, Arnoldo Mondadori Editore, Volume primo, Milano, 1970, p. 56.
  5. Christian Eder, Zu den SS-Massakern in Marzabotto.
  6. Citato in Chicco Testa (con Patrizia Feletig), Contro (la) Natura, Marsilio Editori, Venezia, p. 48. ISBN 978 88 317 1956 8
  7. Citato in Christopher Cerf e Victor Navasky, The Experts Speak, New York, Villard, 1998, p. 127 ISBN 0-679-77806-3
  8. Citato in Ennio Di Nolfo, pp. 349-350.
  9. Frase pronunciata il 21 giugno 1941, il giorno precedente l'attacco militare all'Unione Sovietica. Citato in John Lukacs, L'attacco alla Russia, Edizioni Corbaccio, p. 105
  10. Citato in Sergio Pagano e Massimo Franco, Secretum. Papi, guerre, spie: i misteri dell'Archivio Vaticano svelati dal prefetto che lo guida da un quarto di secolo, Solferino, 2024; riportato in Andrea Riccardi, Dall'Archivio vaticano (non più segreto) emerge la Chiesa esperta d'umanità, avvenire.it, 7 marzo 2024.
  11. Citato in Ennio Di Nolfo, p. 397.
  12. Citato in Aldous Huxley, Ritorno al mondo nuovo (Brave New World Revisited), traduzione di Luciano Bianciardi, Oscar Mondadori, Milano 2005.
  13. Citato in John Lukacs, L'attacco alla Russia, Edizioni Corbaccio, p. 34.
  14. Da una dichiarazione fatta a Galeazzo Ciano il 24 ottobre 1936; citato in Wiliam L. Shirer, Storia del Terzo Reich, Einaudi, Torino, 1963, p. 327.
  15. Dal discorso pubblico fatto in onore di Mussolini il 28 settembre 1937 in occasione della visita di Mussolini a Berlino; citato in Wiliam L. Shirer, Storia del Terzo Reich, Einaudi, Torino, 1963, p. 331
  16. Citato in Konrad Heiden, Der Fuehrer, Hitler's Rise to Power, 1969, p. 287.
  17. Citato in Ennio Di Nolfo, p. 288.
  18. Citato in Ennio Di Nolfo, p. 398
  19. Citato in Alfred Grosser, Hitler.
  20. Citato in Ennio Di Nolfo, p. 395.
  21. Citato in "Memorie del III Reich" di A. Speer, cap.IX, p. 148 – Oscar Storia, Mondadori.
  22. Citato in Come il bombardamento di Coventry cambiò la storia europea, Il Post.it, 4 novembre 2020. Pronunciata il 4 settembre, allo Sportpalast di Berlino.
  23. Citato in Albert Speer, Memorie del Terzo Reich, traduzione di Enrichetta e Quirino Maffi, Mondadori, 1995.
  24. Citato in Ennio Di Nolfo, p. 296.
  25. Citato in Luciano Canfora, La democrazia. Storia di un'ideologia, Laterza, Roma-Bari, 20049, p. 222. ISBN 978-88-420-8635-2
  26. Citato in Rainer Zitelmann, Hitler.
  27. Citato in Joachim Fest, Hitler, una biografia, Garzanti.
  28. Citato in Alberto Tagliati, Adolfo Hitler si mangia Carlo Marx, Historia, giugno 1978, n. 244, Cino del Duca.
  29. Da Mein Kampf, München, 1937 (37ª ed.), p. 441; citato in Joachim Fest, Il volto del Terzo Reich (Das Gesicht des Dritten Reiches), traduzione di Licia Berlot, Garzanti, Milano, 1977, p. 459.
  30. Citato in John Lukacs, Democrazia e populismo, traduzione di Giovanni Ferrara degli Uberti, Longanesi, 2006, p. 69.
  31. Citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
  32. Titolo del cap. VIII del vol. II.
  33. Heinrich Brüning (1885-1970), politico tedesco, cancelliere della Repubblica di Weimar dal 1930 al 1932.
  34. atmosfera, clima.
  35. G. Ciano, Diario, Rizzoli, Milano, 1946, 2 voll., p. 169. [N.d.A.]
  36. Capo di una sezione locale del Partito Nazista, oppure capo di un Reichsgau (una suddivisione amministrativa dello Stato).
  37. Ospizio per soli uomini. [N.d.T]

Bibliografia[modifica]

  • Adolf Hitler, Il «Mein Kampf» di Adolf Hitler. Le radici della barbarie nazista, a cura di Giorgio Galli, Kaos, Milano, 2002. ISBN 8879531131
  • Conversazioni a tavola di Hitler 1941-1944, ordinate e annotate da Martin Bormann, traduzione di G. L. Weinberg e Hugh R. Trevor-Roper, Collana: "Novecento", n.° 2. Editrice Goriziana, febbraio 2010. ISBN 978-88-6102-060-3
  • John S. Conway, The Nazi persecution of the Churches 1933-45, Weidenfield & Nicolson, Londra, 1968. ISBN 978-0297763154
  • Ennio Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali. Dal 1918 ai giorni nostri, Editori Laterza, Roma, 2008, ISBN 978-88-420-8734-2
  • Alfred Grosser, Hitler: nascita di una dittatura, traduzione di Eleonora Bortolon, SEI, Torino, 1959.
  • John Lukacs, Democrazia e populismo, traduzione di Giovanni Ferrara degli Uberti, Longanesi, 2006.
  • John Lukacs, L'attacco alla Russia, traduzione di Marco Sartori, Edizioni Corbaccio S.r.L., Luino, 2008. ISBN 978-88-7972-873-7
  • Rainer Zitelmann, Hitler (Adolf Hitler), traduzione di Nicola Antonacci, Laterza, Roma-Bari, 1991. ISBN 88-420-3751-6

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