Jorie Graham

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Jorie Graham nel 2007

Jorie Graham (1951 – vivente), poetessa statunitense.

Citazioni di Jorie Graham[modifica]

  • Ogni poesia è un atto della mente che cerca – attraverso la precisione della vista, dei sentimenti e del pensiero – di ripulire il linguaggio delle bugie diffuse, di renderlo capace di connetterci al mondo.[1]
  • Scrivere poesie significa entrare in un fiume infinito, in molte lingue e persino in molteplici forme d'arte, oltre che nella storia, nella filosofia e nella scienza. Se i poeti non parlano adesso, chi lo farà?[2]
  • Sento di vivere un prolungato addio dove la mia eventuale scomparsa, la mia natura mortale, di solito una profonda preoccupazione umana, è stata spazzata via dalla mia paura per una più drammatica mortalità: l'estinzione delle altre specie e dello stesso mondo naturale.[3]

Da Jorie Graham: «La poesia e le seduzioni del postumano»

Intervista di Alberto Fraccacreta, avvenire.it, 24 settembre 2019

  • [...] "digiunare", significa anche rinunciare a mangiare volontariamente, rinunciare al nutrimento reale, al frutto della vita, al frutto che desideravamo così tanto nel giardino originale, così tanto che abbiamo disobbedito a Dio per mangiare quel frutto. Ora siamo disposti a soffrire la fame – a non mangiare il frutto della conoscenza –, per avere quella fame che accompagna velocità e accesso. Il desiderio di essere ovunque e subito sta prevalendo sul desiderio di essere da qualche parte. Per "essere da qualche parte" devi rinunciare a cercare di essere "ovunque". L'esperienza corporea – l'esperienza dell'evanescenza, del mistero della carne, della tua stessa mortalità – te lo dice. Non puoi cercare te stesso su Google per capire dove sei veramente. Eppure, ti convincono che puoi. Ma non troverai il tuo posto sulla terra, troverai soltanto la tua posizione su una mappa. È una dipendenza come qualsiasi altra, ma è la dipendenza più potente che abbiamo mai creato.
  • Ogni poesia scritta nel corso di una vita è la registrazione di un corpo e un'anima, nello spazio e nel tempo, entro un'unica esistenza mortale. Non si può dividere in categorie di esperienze separate. La mente umana organizza l'esperienza in quel modo, ma l'artista non la sperimenta così. Ovviamente le nostre menti organizzano l'esperienza per poterne dare un senso. Ma scrivere una poesia è come attraversare un fiume, e ogni volta devo imparare a intervenire nuovamente. Non vedo questo filo d'acqua separato da quel filo d'acqua. Spero solo di trovare la corrente.
  • [Le seduzioni del postumano] Sono le stesse seduzioni di tutti gli impulsi totalitari – e di ogni altra abdicazione dell'umanità individuale – , e sono le seduzioni di una sospensione dagli obblighi della moralità – cioè l'imperativo di mantenere un centro morale, di agire secondo un nucleo etico, di sentire il "pizzico" della coscienza, riconoscere il bene e il male, provare empatia, comprendere i nostri limiti, osservare i diritti di un "altro", sentire e rispettare l'"alterità" sia delle altre persone che degli altri esseri viventi. L'uomo è una creatura gravata dalla moralità. Ha un disperato bisogno di abbandonare i propri obblighi in questo senso. Fa troppo male provare non solo la sensazione – e gli uomini sono felici di scambiare la sensazione con l'informazione, la conoscenza del corpo con la conoscenza della macchina – ma anche i sentimenti che accompagnano o sorgono dal proprio nucleo etico. C'è un'enorme differenza tra informazione e conoscenza. Quest'ultima può condurre alla saggezza. L'informazione, invece, può solo portare a maggiori informazioni. È sterile.

Note[modifica]

  1. Dall'introduzione a The Best American Poetry 1990, citato in Jorie Graham, pordenonelegge.it.
  2. Citato in Alberto Fraccacreta, Jorie Graham: «La poesia e le seduzioni del postumano», avvenire.it, 24 settembre 2019.
  3. Citato in Siena, la poetessa americana Jorie Graham dialoga online con la sua traduttrice italiana Antonella Francini, repubblica.it, 7 maggio 2021.

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