L'amico di famiglia
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L'amico di famiglia
Titolo originale |
L'amico di famiglia |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia, Francia |
Anno | 2006 |
Genere | commedia, drammatico |
Regia | Paolo Sorrentino |
Soggetto | Paolo Sorrentino |
Sceneggiatura | Paolo Sorrentino |
Produttore | Domenico Procacci |
Interpreti e personaggi | |
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L'amico di famiglia, film italo-francese del 2006 con Giacomo Rizzo, Laura Chiatti e Fabrizio Bentivoglio, regia di Paolo Sorrentino.
Non confondere mai l'insolito con l'impossibile.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Lui non mi considera proprio, e io non considero lui. È il sistema per andare d'accordo. (Geremia)
- I sabati sera non ci appartengono più; se li sono presi quelli con la pelle liscia, i sabati sera. (Geremia)
- Ah, momento magnifico! Lo svezzamento è l'anticamera del ristorante! (Geremia)
- Rubano tutti Geremia, e tutti sono infelici. Tutti. (Madre di Geremia)
- Sorella cara, Il mio ultimo pensiero sarà per voi. (Geremia)
- Non confondere mai l'insolito con l'impossibile. (Geremia)
- Mi commuove la tua ingenuità, Rosalba. Non esistono le cose giuste in questa vita. (Geremia)
- Noi abbiamo il tanfo delle persone malate, Amanda. Siamo malati, ma siamo bellissimi. Di notte, a letto, ci pare di sentire i rumori della notte; ma quelli non sono i rumori della notte; sono i rumori della nostra malattia, e allora ci sentiamo morti e perduti. E invece siamo degli angeli, degli angeli rumorosi. (Geremia)
- Il suicidio ha sempre un risvolto ironico, e io non posso permettere di suscitare dell'ironia su di me. (Geremia)
- Io l'ho uccisa, lo so; ma quando uccidi una persona muori con lei. Io sono morto con te, lo capisci, Rosalba? (Geremia)
- Quando i padri se ne vanno, in cielo o in terra, non importa, non tornano più. Ci rimane il ricordo, e dopo un poco neanche più quello. E allora diventano i nostri eroi, e gli eroi non hanno cognomi, non hanno figli, non hanno famiglia. Sono uomini adulti, soli, contro tutti e orgogliosi di esserlo. Noi siamo i figli, ma non saremo mai eroi. (Geremia)
- Ehi avvocato! Siete qui tutti in affitto. Il mondo vi è stato dato solo in prestito. Io vi presto il mondo, quando ogni tanto lo perdete. (Geremia)
- Innamorarmi di te è l'ultima cosa al mondo che mi doveva capitare. È una cosa orrenda e schifosa. Però è capitata. E io non voglio tirarmi indietro. Non voglio essere codarda ed avere rimpianti per tutto il resto della mia vita. Voglio essere coraggiosa. In fondo il coraggio è l'unica possibilità che abbiamo di cambiare le nostre vite quando non ci piacciono più. I rimpianti, invece, i rimpianti ci fanno morire tristi e soli. (Rosalba)
Dialoghi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Geremia: Non parla italiano, Silvia, e io, come sai, faccio risiedere nell'arte della parola la mia grande arma vincente di seduzione!
Silvia, amica di Geremia: La tua grande arma vincente di seduzione, Geremia, si chiama speranza; e se credi in Dio, preghiera.
- Gino: Il country... come faccio a spiegarti... è tutta la mia vita.
Geremia: Hai una visione angusta della vita, fratello caro...
- Gino: 'scolta Geremia, devo farti una domanda: ma secondo te, siamo amici noi?
Geremia: Devo dire che è un'eventualità alla quale non avevo mai pensato.
- Rosalba: Come si diventa disperati come te?
Geremia: Trascorrendo un'infanzia felice.
- Rosalba: Perché porti questa fascia in testa?
Geremia: L'emicrania mi uccide; ma ora mi è passato.
Rosalba: No, non toglierla, ti dona.
Geremia: Tu mi stai prendendo in giro; ti ho quasi rovinato il giorno del tuo matrimonio, in più sono l'essere meno affascinante della Terra, con o senza la fascia.
Rosalba: Mi fai tanta pena.
Geremia: Ah ecco, ora mi raccapezzo.
- Madre di Geremia: Sei cambiato, sei diventato spendaccione. È quello che succede agli uomini, quando incontrano le donne. Ma le donne fanno fare una brutta fine agli uomini come te, e sai perché? Perché tu sei buono, e i buoni, come dicesti tu, muoiono bambini.
Geremia: I bambini sono immortali.
Ci siamo seduti dalla parte del torto papà, perché tutti gli altri posti erano già occupati, e va bene; ci siamo detti "facciamo i cattivi perché i buoni muoiono bambini", e pure questo va bene; ci siamo solo dimenticati di dirci qual è il limite – perché c'è il limite, papà... ma io non lo conosco. (Geremia)
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