Lingua indostana

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Citazioni sulla lingua indostana.

Jawaharlal Nehru[modifica]

  • È sorprendente come gli inglesi trascorrano una vita intera in India senza prendersi la briga di impararne bene la lingua. Essi hanno sviluppato, con l'aiuto dei loro khansamahs e dei loro ayahs, un gergo straordinario, una specie di indostano fasullo, che essi si immaginano essere la vera lingua. Così come apprendono i fatti relativi alla vita dell'India dai loro subordinati e sicofanti, essi si formano una idea dell'indostano dai propri domestici, i quali si fanno obbligo di parlare la loro lingua fasulla al Sahib di casa, nel timore che questi non capisca null'altro. Gli inglesi sembrano ignorare totalmente il fatto che l'indostano, come pure le altre lingue indiane, hanno un alto merito letterario ed una vasta letteratura.
  • La lingua hindostana è ricca di espressioni gentili, di prefissi e di suffissi di nomi e di titoli onorifici.
  • Lo sviluppo e la diffusione dell'indostano non deve entrare in conflitto, e non vi entrerà, con l'uso continuativo e l'arricchimento delle altri grandi lingue dell'India, il bengali, il gujarati, il marathi, l'oriya e le lingue dravidiche del sud. Alcune di queste lingue sono già più vivide e più pronte, intellettualmente, dell'indostano, e, nelle rispettive zone, devono rimanere come lingue ufficiali per scopi educativi e d'altra natura. Solo per loro tramite l'educazione e la cultura possono diffondersi rapidamente fra le masse.
  • Non ho alcun dubbio che l'indostano stia diventando la lingua comune dell'India. In realtà è già così in gran parte, oggi, per le faccende comuni. Il suo progresso è stato ostacolato da sciocche controversie circa i suoi caratteri di scrittura, nagri o persiani, e dagli sforzi maldiretti delle sue fazioni di usare una lingua che è troppo affine al sanscrito oppure troppo persianizzata. Non c'è alcuna via di uscita dalla difficoltà della scrittura, salvo quella di adottarle entrambe ufficialmente, e permettere alla gente di usare l'una o l'altra.
  • Personalmente mi piacerebbe incoraggiare l'indostano ad adattare e ad assimilare molte parole dall'inglese e da altre lingue straniere. Questo è necessario, perché noi manchiamo di termini moderni, ed è meglio avere delle parole ben note piuttosto che sviluppare parole nuove e difficili dal sanscrito, dal persiano, e dall'arabo. I puristi sollevano obbiezioni all'uso di parole straniere, ma io penso che essi commettano un grande errore, perché il mezzo per arricchire la nostra lingua è quello di renderla flessibile e capace di assimilare parole ed idee da altri idiomi.
  • Si basa su un solido fondamento di sanscrito ed è strettamente collegata al persiano. In questo modo può attingere da due ricche fonti, e naturalmente negli anni recenti ha attinto dall'inglese.

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